Seduto, nei gradini di casa,
la schiena appoggiata al portone,
i piedi sul selciato
mentre grosse gocce di pioggia
cadevano sempre più fitte
ed un rigagnolo via via
più profondo e veloce
scorreva sulle mie scarpe
ed io, con gli occhi fissi,
i gomiti sulle ginocchia
le mani appoggiate alle guance
a sorreggere il capo
guardavo l'acqua andare
e sognavo che fosse un fiume
grande e maestoso
dove mi sarei tuffato
per andare lontano, lontano
dove i bimbi sognano
di andare.
Sentivo appena i richiami
allarmati di mia madre
che, affacciata alla finestra,
mi ordinava di rientrare in casa
in fretta, di corsa,per asciugarmi.
E dovevo lasciare il sogno
scorrere nella pioggia
per andare lontano senza di me.
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