Mentre parli e sorridi
le tue mani affusolate
le tue pallide dita
che si muovono
a tratti lentamente
a momenti veloci
tracciano segni e lettere
come note musicali
in un immaginario foglio
che solo io vedo.
Il mio sguardo
distratto da quei segni
abbandona
per qualche attimo
i contorni delicati
del tuo viso
bello e dolce
e segue la melodia
sino a quando
il tuo sorriso
richiama il mio sguardo
verso quel sogno
dai tenui colori
di un'alba sul mare.
venerdì 29 marzo 2019
martedì 26 marzo 2019
L'ALBERO E L'UOMO
Trascinato dalla furia del mare
e strappato alla terra con violenza
dopo stagioni di sole e di vita
ora giace solitario sulla sabbia
abbandonato e muto.
Nessuno piangerà la sua mancanza
e sulla stessa terra
nella quale aveva conosciuto il cielo
altri mille prenderanno il suo posto.
Le onde ancora lo tormentano
mentre l'ultimo sospiro
chiude muto la sua esistenza.
Era un albero
ma che differenza c'è
tra lui e un essere umano
vecchio e solitario
che lascia questo mondo
senza che qualcuno se ne accorga?
e strappato alla terra con violenza
dopo stagioni di sole e di vita
ora giace solitario sulla sabbia
abbandonato e muto.
Nessuno piangerà la sua mancanza
e sulla stessa terra
nella quale aveva conosciuto il cielo
altri mille prenderanno il suo posto.
Le onde ancora lo tormentano
mentre l'ultimo sospiro
chiude muto la sua esistenza.
Era un albero
ma che differenza c'è
tra lui e un essere umano
vecchio e solitario
che lascia questo mondo
senza che qualcuno se ne accorga?
lunedì 18 marzo 2019
STORIE...
...Perchè la vita è fatta di pagine,di storie scritte
e non scritte,di scarabocchi e di macchie d'inchiostro,
di disegni e di sogni,di fogli sgualciti dal tempo,di errori,
di correzioni, di ripensamenti,pensieri e parole mentre
il tempo passa,i giorni inseguono i giorni,le settimane,
i mesi,gli anni.
E adesso,che cosa posso scrivere ancora
che non ho già detto?...
e non scritte,di scarabocchi e di macchie d'inchiostro,
di disegni e di sogni,di fogli sgualciti dal tempo,di errori,
di correzioni, di ripensamenti,pensieri e parole mentre
il tempo passa,i giorni inseguono i giorni,le settimane,
i mesi,gli anni.
E adesso,che cosa posso scrivere ancora
che non ho già detto?...
giovedì 14 marzo 2019
"CARA FANO,ti RACCONTO..." di RODOLFO COLARIZI
Rodolfo Colarizi oramai ci ha abituato alla sua presenza
nel mondo della narrativa non solo locale e ritrovarsi in
mano il suo ultimo libro, fresco di stampa, dal titolo
"Cara Fano, ti Racconto..." non meraviglia certo.
Un bel volume di quasi duecento pagine dove Rodolfo ha
riproposto ancora, con il sapore dei ricordi, degli affetti,delle sensazioni, il percorso umano che egli ha vissuto e rivissuto
nell'arco della sua vita e forse in parte ancora da scoprire.
Ritroviamo in questo volume i racconti che egli ha offerto
ai lettori del gruppo fanese "La vecchia Fano" nel corso di diversi mesi e tutti apprezzatissimi e letti con molto interesse.
Offerti con un linguaggio dall'uso perfetto dei termini e dei tempi di narrazione si fanno gustare coinvolgendo il lettore
via via sempre di più nello scorrere delle righe e delle immagini.
I temi di incontro con chi legge sono tra i più svariati ed i più affettivamente umani e diffusi:la morte di amici, i giorni importanti delle nipoti, personaggi noti, giornalisti, imprenditori,i locali frequentati e alla moda dei tempi passati, i luoghi di incontro tra mare e viali alberati,i ricordi.
Bene ha fatto Rodolfo a raccogliere tutti gli "articoli" ed unirli
in un unico volume perchè così i tanti che avranno la fortuna di avere da lui in regalo il volume( che non è in vendita)
potranno "sorseggiare" con calma, con piacere, con
partecipazione, le storie da lui offerte con tanta capacità.
nel mondo della narrativa non solo locale e ritrovarsi in
mano il suo ultimo libro, fresco di stampa, dal titolo
"Cara Fano, ti Racconto..." non meraviglia certo.
Un bel volume di quasi duecento pagine dove Rodolfo ha
riproposto ancora, con il sapore dei ricordi, degli affetti,delle sensazioni, il percorso umano che egli ha vissuto e rivissuto
nell'arco della sua vita e forse in parte ancora da scoprire.
Ritroviamo in questo volume i racconti che egli ha offerto
ai lettori del gruppo fanese "La vecchia Fano" nel corso di diversi mesi e tutti apprezzatissimi e letti con molto interesse.
Offerti con un linguaggio dall'uso perfetto dei termini e dei tempi di narrazione si fanno gustare coinvolgendo il lettore
via via sempre di più nello scorrere delle righe e delle immagini.
I temi di incontro con chi legge sono tra i più svariati ed i più affettivamente umani e diffusi:la morte di amici, i giorni importanti delle nipoti, personaggi noti, giornalisti, imprenditori,i locali frequentati e alla moda dei tempi passati, i luoghi di incontro tra mare e viali alberati,i ricordi.
Bene ha fatto Rodolfo a raccogliere tutti gli "articoli" ed unirli
in un unico volume perchè così i tanti che avranno la fortuna di avere da lui in regalo il volume( che non è in vendita)
potranno "sorseggiare" con calma, con piacere, con
partecipazione, le storie da lui offerte con tanta capacità.
domenica 3 marzo 2019
CARNEVALE D'ALTRI TEMPI
Abitavamo a duecento metri da Viale Gramsci,
percorso tradizionale del carnevale e da casa
si sentivano le musiche,le canzoni, i rumori tipici
della festa che coinvolgeva tutti i fanesi e non solo.
Le strade del quartiere erano prese d'assalto dalle
auto e dalle corriere che portavano gente dall'Umbria,
dalla Romagna, dai paesi vicini.
Noi ragazzini eravamo eccitati all'idea di andare
al "corso" non solo per vedere i giganteschi carri
con i pupi di cartapesta ma-e soprattutto-per prendere
e raccogliere spesso da terra, caramelle e confetti.
I genitori facevano fatica a frenare la nostra emozione
e gioia e tra un sorriso ed uno sguardo severo ci
mettevamo in cammino,a piedi,per arrivare al Viale.
Io restavo meravigliato e confuso,non solo dalla
confusione, dal chiasso, dalla folla ma da quello spettacolo
che rapiva la mia fantasia e la mia voglia di fare
senza sapere bene cosa,trattenuto dalle raccomandazioni di babbo e mamma che più o meno ci obbligavano a stare
sempre vicini vicini e,nel caso, anche tenerli per mano.
E si camminava lenti, spintonati, tirati, sbandati da coloro
che ci stavano dietro e che cercavano di farsi spazio.
Era poi terribile il momento del "getto" quando dai carri
piovevano sulla folla centinaia di caramelle e di confetti, spesso purtroppo anche di gesso ed anche cioccolate.
Noi ragazzini dovevamo però stare fermi per non farci calpestare dai grandi, ad afferrare i dolci al volo ci pensavano
genitori,zii, parenti.Noi, però,qualche volta con mano lesta
riuscivamo a raccogliere da terra le caramelle e metterle in tasca prima che si accorgessero babbo e mamma.E tenevamo quei "tesori" nelle piccole tasche come se fossero
oro e già pensavamo al momento in cui saremmo arrivati a casa ed avremmo potuto nasconderle in qualche scatola.
Eravamo felici e stanchi al ritorno, andavamo in camera
e tiravamo fuori dalle tasche le caramelle.
Confesso che spesso erano anche schiacciate dalle pestate, ridotte a poltiglia dentro una carta sporca e appiccicosa.
Ma le avevamo prese noi e questo era l'importante.
percorso tradizionale del carnevale e da casa
si sentivano le musiche,le canzoni, i rumori tipici
della festa che coinvolgeva tutti i fanesi e non solo.
Le strade del quartiere erano prese d'assalto dalle
auto e dalle corriere che portavano gente dall'Umbria,
dalla Romagna, dai paesi vicini.
Noi ragazzini eravamo eccitati all'idea di andare
al "corso" non solo per vedere i giganteschi carri
con i pupi di cartapesta ma-e soprattutto-per prendere
e raccogliere spesso da terra, caramelle e confetti.
I genitori facevano fatica a frenare la nostra emozione
e gioia e tra un sorriso ed uno sguardo severo ci
mettevamo in cammino,a piedi,per arrivare al Viale.
Io restavo meravigliato e confuso,non solo dalla
confusione, dal chiasso, dalla folla ma da quello spettacolo
che rapiva la mia fantasia e la mia voglia di fare
senza sapere bene cosa,trattenuto dalle raccomandazioni di babbo e mamma che più o meno ci obbligavano a stare
sempre vicini vicini e,nel caso, anche tenerli per mano.
E si camminava lenti, spintonati, tirati, sbandati da coloro
che ci stavano dietro e che cercavano di farsi spazio.
Era poi terribile il momento del "getto" quando dai carri
piovevano sulla folla centinaia di caramelle e di confetti, spesso purtroppo anche di gesso ed anche cioccolate.
Noi ragazzini dovevamo però stare fermi per non farci calpestare dai grandi, ad afferrare i dolci al volo ci pensavano
genitori,zii, parenti.Noi, però,qualche volta con mano lesta
riuscivamo a raccogliere da terra le caramelle e metterle in tasca prima che si accorgessero babbo e mamma.E tenevamo quei "tesori" nelle piccole tasche come se fossero
oro e già pensavamo al momento in cui saremmo arrivati a casa ed avremmo potuto nasconderle in qualche scatola.
Eravamo felici e stanchi al ritorno, andavamo in camera
e tiravamo fuori dalle tasche le caramelle.
Confesso che spesso erano anche schiacciate dalle pestate, ridotte a poltiglia dentro una carta sporca e appiccicosa.
Ma le avevamo prese noi e questo era l'importante.
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