In questa confusione
di sentimenti
e di emozioni
dove il sorriso
sfiora il pianto
e il pianto
accarezza il sorriso
non riesco a capire
perchè il tempo
che passa inesorabile
non mi aiuta
a dimenticare.
Sono passati appena sei mesi dall'uscita del primo libro
"Nonostante gli stukas, grazie al mantello..."
i miei ricordi di Fano di ieri...
Sergio Schiaroli esce di nuovo in pubblico con un "seguito"
( se cosi posso chiamarlo) perchè-come dice più o meno lui-
appena finito di stampare già pensi che potevi metterci qualche cosa di più, qualche altro particolare, altri racconti, altri ricordi.E cosi ha fatto.
Più consistente del primo e con molte più pagine Sergio ha naturalmente allargato anche l'orizzonte, affrontando temi come la politica,i giochi dell'infanzia, il bar e dedicando anche ampio spazio ad un giornale locale, IL GIORNALE DI FANO,uscito negli anni '70, molto diffuso e seguito ed al quale egli stesso ha collaborato con passione, pubblicandone per intero gli articoli in questo nuovo volume.
Un periodico che ha avuto la sua storia, i suoi lettori, i suoi sostenitori e soprattutto i suoi collaboratori che affrontavano con molta forza i tanti temi e problemi che affliggevano Fano, più o meno come oggi e lo sport, non secondario.
Tanto per citarne alcuni:Franco Battistelli, Paolo Bonetti, Aladino Mencarelli, Aldo Darvini, Paolo Carboni,Fulvio Sorcinelli e...Marcello Francolini. Sono costretto a citare anche il mio nome perchè Sergio ha inserito nel libro diversi miei articoli e sarebbe sciocco far finta di niente.
Moltissime le foto che corredano necessariamente i "ricordi" di Sergio.
Sul filo della memoria, dei ricordi, degli anni che sono passati, che passano, che passeranno, con noi e senza di noi.Una storia che riguarda Fano ma con un contenuto ed un significato che sono universali.
Siamo stati bimbi, poi ragazzi, poi uomini, poi...uomini maturi.
Abbiamo vissuto immersi in questo piccolo mondo fanese ma che per noi è stato molto, forse tutto.
Sergio narra e cammina su questo filo sottilissimo ma indistruttibile, perchè qualche ricordo si potrà anche dimenticare ma le cose più importanti restano e possono essere offerte e godute anche da altri.
Questo credo sia il messaggio di Sergio.
Come è lunga e triste
la sera bagnata
dalla pioggia
sferzata dal vento
tormentata dalle foglie morte
che volano e cadono in terra
e nelle pozzanghere affogano.
Il vetro della finestra
coperto da rivoli d'acqua
che corrono veloci
e spariscono chissà dove
inseguiti da altri ed altri
che non finiscono mai.
Come è lunga e triste
la sera senza aver visto
il tuo bel viso
che all'improvviso compare
dal fondo di un piccolo vicolo
che sembra sempre fiorito
di inesistenti fiori di primavera.
Camminare, camminare
in un mare di nebbia
che profuma di fiori e di erba
sentire il sussurro dell'acqua
che scorre tra gli alberi
i rumori della città oramai muti...
ci saranno le stelle in cielo?
Ricordo questi luoghi
percorsi da bambino
inseguendo farfalle e sogni
specchiandomi nell'acqua
del piccolo rivo
mentre muovo le mani
e vedo le gocce che volano
e mi bagnano il viso.
Le parole, sussurrate
e sospirate
come un lento respiro
sfioravano
i vecchi muri dei palazzi
in un quello stretto
vicolo del centro
ed io non riuscivo
a capire
l'angoscia di quegli attimi.
Io guardavo il tuo viso
tu, a capo chino,
guardavi in terra
senza farmi capire.
E ci siamo allontanati
prendendo direzioni diverse
senza voltarci indietro
alla fine del vicolo,
alla fine della storia.
Volano in aria
come farfalle
ad ogni colpo
di vento
e poi cadono
lentamente in terra
dopo aver lasciato
il ramo della vita.
Torneranno
a volare ancora,
come i pensieri
che noi lasciamo
andare
per non ricordare.
Nel muro di pietra e calce
consumato dal tempo
un mio ricordo infantile
si scalda ai raggi del sole
E' lo stesso muro,
la stessa pietra
dove giocando
con altri bimbi,
appena usciti da scuola,
inseguivamo le lucertole
con un laccio
fatto di un lungo stelo
di un'erba robusta
e simile a spiga di grano.
Più veloci di noi,
più furbe di noi,
le lucertole correvano veloci
e sparivano tra i sassi
mentre noi rimanevamo
con un palmo di naso.
Pochi minuti e poi...
via a correre
per tornare a casa
in attesa di ricevere
il giorno dopo
la stessa, giusta delusione.
.........
Ancora oggi, dopo decenni
ho quel muro a portata d'occhio,
venti metri da casa mia
e qualche volta
il ricordo torna alla mente...