mercoledì 18 maggio 2011

SANTA BRIGIDA E IL MIRACOLO

Aveva camminato a lungo, sicuramente per qualche ora e non si era accorto di aver abbandonato il sicuro sentiero del monte ed essersi infilato in un groviglio di piante, di rovi, di vegetazione che limitavano non  solo fortemente la sua visuale ma anche  la sua percezione del luogo in cui si era venuto a trovare. Aveva deciso di fare quella lunga passeggiata la sera prima, forse per ricordare antiche incursioni che faceva di frequente con gli amici quando era ragazzo, sempre in quella località, assai conosciuta e meta di tradizionali uscite estive anche per le famiglie più volonterose e pronte al sacrificio. Si sentiva sicuro, certo della buona memoria, e quindi si era messo in marcia di buon passo. Aveva percorso un buon tratto di sentiero, poi, distrattamente, aveva iniziato a seguire altre direzioni, cambiando impercettibilmente  ma pericolosamente la linea della memoria. Non era preoccupato, di questo era certo, perchè sapeva benissimo che, comunque, prima o poi avrebbe incontrato o gente o abitazione di qualche montanaro. Infatti, ad un certo momento, aveva intravisto tra gli alberi una piccola costruzione in mattoni grezzi, di colore quasi rosato, con una piccola porta in legno ed una panchina sbilenca appoggiata al muro fatta con rami di albero ed una grossa tavola. Proprio ci voleva, aveva pensato, perchè si sentiva stanco e sudato. Si era quindi avvicinato e seduto sulla panca mentre con soddisfazione aveva estratto dallo zainetto una bottiglia d'acqua bevendo abbondantemente. C'era una grande pace: un silenzio a cui non era più abituato, rotto solo dal canto degli uccelli e dei rumori tipici dei boschi. Tirato il fiato, aveva rivolto la sua attenzione al piccolo fabbricato in mattoni e poi, alzatosi, si era diretto verso la porta, convinto comunque di trovarla chiusa. Invece, con sua meraviglia, la porta aveva ceduto seduto ed era potuto entrare mettendo piede in un locale che aveva tutto l'aspetto di una cappella con un minuscolo altare di pietra, un'acquasantiera e sul lato sinistra un antico inginocchiatoio . Cose che capitano, aveva pensato ma poi la sua attenzione era stata fortemente attratta  da un quadro di piccola misura posto a fianco dell'altare, con cornice di bella e antica fattura che stonava  con la modestia del resto. Si era avvicinato quindi incuriosito e subito aveva colto la bellezza e la finezza dell'opera dipinta. Da restare a bocca aperta e soprattutto da rimanere stupito del fatto che nessuno ne avesse tentato il furto. Guardava con attenzione quando improvvisamente alle sue spalle:" E' bello, vero? E' veramente bello". Aveva fatto un sussulto e si era girato trovandosi di fronte un prete di altezza molto modesta, con la barba incolta, capelli bianchi, ancora con la vecchia tonaca di una volta, sorridente . Aveva balbettato qualcosa tanto per riprendere fiato poi aveva aggiunto: " in effetti è molto bello e di mano sicuramente capace". E il prete " lei sicuramente si chiederà il perchè nessuno l'ha rubata..." Infatti.. aveva risposto,chiedendosi come aveva fatto il prete a capire il suo pensiero. " Vede, questo quadro è qui da tantissimi anni ed è stato donato all'antica parrocchia da un nobiluomo che diceva di aver ricevuto un miracolo. La santa che è ritratta è Santa Brigida, qui da noi poco conosciuta ma assai venerata in altri luoghi. Bisogna pregarla per 12 anni di fila senza smettere mai. Pregare, pregare, bisogna avere costanza ma al termine dei 12 anni il miracolo avviene di certo. E non solo il miracolo ma anche..." e non aveva finito da frase. poi aveva aggiunto" lei non ci crede vero?" " Non so, non saprei, dodici anni non è poco..." . E il prete:" E' strano, però vede: dopo tanto tempo che è qui nessuno ha mai avuto il coraggio di rubarlo, nessuno, e sì che ce ne sono stati di furti da queste parti!" Era rimasto imbarazzato, non sapeva cosa dire ma a risolvere tutto ci aveva pensato ancora il prete:" le conviene riprendere la marcia, qui il buio arriva presto e non vorrei che..." Aveva salutato in fretta  e se ne era andato  quasi di corsa. Santa Brigida, aveva pensato, quando sarò a casa voglio andare a leggere...

domenica 15 maggio 2011

IMMAGINI E SOGNI

Guardare lontano oltre l'orizzonte umano
vedere ad occhi chiusi, farsi capire senza parole
immagini e sogni che si incontrano e si fondono
che sia mare o cielo, che sia nuvola o neve
viso di bambina, di donna, amica o sorella o madre
prati verdi e boschi, ruscelli e fiumi
antiche pietre e piccoli fiori , tra le fessure,
piante rampicanti che vivono del nulla
una rosa è una rosa per chi non ha fantasia
è un mondo di dolcezza e di serenità
di fantasia e di bellezza  e di profumi inimitabili.
A cosa pensi? All'oggi, al domani, all'eternità.
Un sorriso di bimbo, una piccola mano che saluta
il tempo non è più tempo e l'orizzonte è l'universo.

giovedì 12 maggio 2011

VIA ROMA:TUTTA FANO

Era un orizzonte immenso che si apriva davanti ai nostri occhi quando, appena fanciulli, arrivavamo da via Fanella o da via della Giustizia e mettevamo piede su via Roma. Venivamo da strade piccole e contorte, anche se appena costruite, che facevano parte del nuovo quartiere del cosiddetto " Piano Fanfani" e con i toponimi che risentivano fortemente della tragica storia del secondo conflitto mondiale: via della Libertà, via della Concordia, Piazza dell'Unità d'Italia  o nomi di partigiani caduti: via Leda Antinori, via Giannetto Dini ecc.Non ho mai capito perchè un quartiere nuovo, costruito di sana pianta, avesse strade tanto strette e modeste, con incroci pericolosissimi ogni trenta, quaranta metri e  che così sono rimaste nei decenni, fino ai nostri giorni . E tanti palazzoni messi uno dietro l'altro, l'uno di fianco all'altro, tutti uguali, tutti di fattura tirata a risparmiare e spendere poco. Dunque da qui venivamo e quando si arrivava su via Roma sembrava veramente di mettere piede in un'altrà città: i lunghi viali dei Passeggi, il ponte sul Canale, Via Roma, verso il centro, larga tanto da avere marciapiedi grandi come le strade del Fanfani, le ville sulla sinistra con grandi giardini ( Villa Adanti e villa Petrolati), l'orizzonte con il Pincio, porta Maggiore, l'arco d'Augusto , i campanili. Si camminava con i genitori  o con  i fratelli più grandi senza pericoli, senza rumori assordanti di traffico, senza la necessità di guardarsi intorno per evitare possibili incidenti.

La bella foto che correda questa nota è una vera poesia. Bimbi da soli, una bicicletta, una bimba per mano con il nonno e l'Arco d'Augusto allorizzonte.

sabato 7 maggio 2011

FB:DAI NEMICI GIURATI AGLI AMICI DEL NULLA

Ancora su FB:non voglio generalizzare e quindi parlo solo della mia modesta esperienza personale...sul campo.
Partiamo dai NEMICI DICHIARATI.Di FB non ne vogliono proprio sapere, quando ne accenni fanno una smorfia di disgusto, di fastidio, la dichiarazione più buona è" IO MAI!!!". Neanche se crollasse il mondo. Qualcuno ne parla a ragion veduta ed ha preso questa decisione. Molti invece ne parlano solo per sentito dire, per le voci che sentono correre magari a casa o da qualche parente, o da qualche amico al bar; rfiutano perchè rifiutano. Perchè? Esattamente non lo sanno dire, ma...rifiutano. Hanno ragione, dal loro punto di vista,dato che non si muore se si resta fuori, anzi!
Poi ci sono i possibilisti. " Mi piacerebbe ma...", sarebbe interessante però...forse appena posso... e così via; capisci subito che a questi " nu ie ne po' frega de meno" di FB; non escludono questa possibilità a priori e non la avversano ma
campano benissimo lo stesso e non ne sentono la mancanza, proprio per nulla.
Poi ci sono GLI AMICI DI FB. Divisibili in tante categorie: quelli delle prime esperienze e che faticano ad ingranare; quelli che sanno come ci si muove ma usano fb solo per  loro interessi social-culturali-mondani; quelli che cercano disperatamente amicizie per aumentarne il  numero e dimostrare agli altri chissà che cosa; quelli che hanno una specie di mania che li rende schiavi di tutti e di tutto ciò che è legato direttamente o indirettamente a fb. Non ci dormono la notte, non trovano pace di giorno, sfrugugliano in tutti i siti, in tutti i profili, in tutte le pagine, chattano, messaggiano, scrivono, rompono in ogni secondo della giornata. Distinguibili per età gli appartenenti a questo breve elenco che ho appena descritto? E' probabile. I giovanissimi sono i più accaniti ed i più casinari ma sono numerosissimi anche gli "anta" ( donne e uomini naturalmente) che soffrono una specie di senso di inferiorità rispetto ai primi e quindi tentano di imitarli nel linguaggio, nei segni, nelle cazzatine che scrivono agli amici, nel " non sens" dei messaggi. Non sanno cosa dire, non sanno neanche esattamente cosa vogliono dire ma hanno bisogno di farsi vedere e quindi...giù banalità e noia.
Poi c'è la categoria che a me piace di più ed è quella dei fanatici delle amicizie, dei collezionisti dei numeri. (Credo di averlo già detto in altre occasioni ma mi ripeto). Contano 500, 1000, 3000, 4000 amici ( alcuni sono anche "amici miei"), gareggiano con altri per chi ne ha di più. Praticamente sono amici di tutti, di tutto il mondo, di tutte le categorie, di tutti coloro che si presentano su FB. Sono amici delle agenzie di viaggio, di ristoranti, di pompe funebri, di generi alimentari, di profumerie, di bar, di parrucchiere, di gallerie d'arte, di società sportive, di industrie, di fabbriche di auto, di moto, di computer, di chiromanti, cartomanti, maghi e streghe. Se a questi scrivi qualcosa in bacheca -se ti va bene-rispondono dopo due o tre mesi perchè" ho tanti amici che non so dove guardare!" E che, te lo ha ordinato il medico? Perchè sprecano cosi la loro amicizia che è un bene tanto importante, se ci si crede? Non lo so. Secondo me il fenomeno andrebbe analizzato bene ma non  vi dico da chi.Lascio per ultimo quelli che hanno solo 5,10,20 amicizie. Sembrerebbero dei disperati. Io appartengo a questa categoria; ma per scelta personale perchè...un barbiere, una pizzeria, un ristorante, un fruttivendolo da aggiungere saprei trovarlo anch'io. E poi ci sono i politici che non si negano mai, anzi ti cercano disperatamente. Mi basta quel che ho. Conosco invece alcuni che vorrebbero proprio trovare amicizia su FB perchè si sentono soli, si sentono lontani dalla vita, lontani da una famiglia; SOLI. Mi piacerebbe aiutarli ma...non ne posso aggiungere altri, per ora, al mio bagaglio. Passo parola.

mercoledì 4 maggio 2011

CASERMA PAOLINI:PIZZA E MOSCHETTO

Quante migliaia di volte sarò passato(saremo passati) davanti la gloriosa Caserma Paolini, ai bei tempi, quando era piena di soldatini in buona parte provenienti dal meridione, spaesati, sempre affamati, vestiti con le divise o troppo grandi o troppo strette, chiassosi, pieni di vita.Migliaia di volte. Per andare e tornare prima di tutto a scuola: Corridoni alle elementari, Istituto Battisti alle superiori. Avanti e dietro, mattina presto e ora di pranzo, poi la sera, e poi per andare a spasso o per fare commissioni. Si incontrava la caserma in ogni momento ed in ogni direzione: viale Gramsci, il fronte, con il militare di guardia con il suo fucilino nelle mani( io ho sempre pensato che fosse finto) e pronto a scattare in ogni momento sull'attenti per ogni persona che entrava od usciva; Via Francesco Palazzi, il retro, di cui ricordo in particolar modo "l'odore" ( non dico niente!!!) delle cucine che invadeva tutto il quartiere nelle ore di punta; e poi le vie laterali Via Negusanti e via Nino Bixio dove si affacciavano le finestre penso del loro spaccio, radio a tutto volume, risate, chiasso, allegria e militari affacciati a guardar fuori in attesa del passaggio di qualche figliola, bella o brutta che fosse, senza distinzioni. Ma lo spettacolo più clamoroso andava di scena quando era l'ora della libera uscita. Una fiumana di gioventù in divisa grigioverde che si riversava per le strette vie del centro, in tutte le direzioni, prima di tutto per cercare le pizzerie e i bar. Ma soprattutto le pizzerie. Erano affamati, affamatissimi, mangiavano di tutto; sono certo che in  tanti saltavano il rancio per poi rifarsi con la pizza. Poi molti andavano al cinema, fumando come le ciminiere. Aria irrespirabile, si direbbe oggi ma allora quasi non ci si faceva caso perchè tutti fumavano ( compresi noi giovanissimi). Ed era anche l'ora della RONDA. Tre militari di cui uno graduato e che si dava di solito un sacco di arie: entravano e potevano entrare dappertutto per controllare, per vedere, per spiare e commilitoni indisciplinati. Poi c'erano gli ufficialetti ed i sottoufficiali; di solito sempre con la divisa ben stirata,ben cucita, ben modellata da una sartoria che molto intelligentemente aveva sede vicino la Paolini. Gironzolavano quasi annoiati, frequentavano i caffè migliori, andavano a spasso per il corso, corteggiavano le fanciulle e devo dire che non sono poche le fanesi che si sono sposate con loro, mettendo su famiglia felicemente. Voglio ricordare infine le marce e le esercitazioni. Uscivano da un gran cancello laterale, tutti in riga, prendevamo via Francesco Palazzi e poi giù verso il campo di tiro. In divisa da combattimento (!!!) marciavano come nei film di Aberto Sordi, con  il graduato che gridava :Passo! e tutti avrebbero dovuto battere il piede ma era di solito l'anarchia più assoluta.
I militari della caserma Paolini sono stati comunque per tantissimi anni una presenza ed una risorsa economica per Fano veramente rilevanti. Tutti, moltissimi, ci hanno guadagno e ci hanno vissuto: bar, ristoranti ( quando venivano i parenti) , tabaccherie, cinema, sartorie, negozi, affittacamere e ...fanciulle allegre. Ora sono cambiati i tempi. La caserma è un monumento in pieno centro con un futuro tutto da scrivere. E poi: a quando una soluzione dignitosa?