mercoledì 4 maggio 2011

CASERMA PAOLINI:PIZZA E MOSCHETTO

Quante migliaia di volte sarò passato(saremo passati) davanti la gloriosa Caserma Paolini, ai bei tempi, quando era piena di soldatini in buona parte provenienti dal meridione, spaesati, sempre affamati, vestiti con le divise o troppo grandi o troppo strette, chiassosi, pieni di vita.Migliaia di volte. Per andare e tornare prima di tutto a scuola: Corridoni alle elementari, Istituto Battisti alle superiori. Avanti e dietro, mattina presto e ora di pranzo, poi la sera, e poi per andare a spasso o per fare commissioni. Si incontrava la caserma in ogni momento ed in ogni direzione: viale Gramsci, il fronte, con il militare di guardia con il suo fucilino nelle mani( io ho sempre pensato che fosse finto) e pronto a scattare in ogni momento sull'attenti per ogni persona che entrava od usciva; Via Francesco Palazzi, il retro, di cui ricordo in particolar modo "l'odore" ( non dico niente!!!) delle cucine che invadeva tutto il quartiere nelle ore di punta; e poi le vie laterali Via Negusanti e via Nino Bixio dove si affacciavano le finestre penso del loro spaccio, radio a tutto volume, risate, chiasso, allegria e militari affacciati a guardar fuori in attesa del passaggio di qualche figliola, bella o brutta che fosse, senza distinzioni. Ma lo spettacolo più clamoroso andava di scena quando era l'ora della libera uscita. Una fiumana di gioventù in divisa grigioverde che si riversava per le strette vie del centro, in tutte le direzioni, prima di tutto per cercare le pizzerie e i bar. Ma soprattutto le pizzerie. Erano affamati, affamatissimi, mangiavano di tutto; sono certo che in  tanti saltavano il rancio per poi rifarsi con la pizza. Poi molti andavano al cinema, fumando come le ciminiere. Aria irrespirabile, si direbbe oggi ma allora quasi non ci si faceva caso perchè tutti fumavano ( compresi noi giovanissimi). Ed era anche l'ora della RONDA. Tre militari di cui uno graduato e che si dava di solito un sacco di arie: entravano e potevano entrare dappertutto per controllare, per vedere, per spiare e commilitoni indisciplinati. Poi c'erano gli ufficialetti ed i sottoufficiali; di solito sempre con la divisa ben stirata,ben cucita, ben modellata da una sartoria che molto intelligentemente aveva sede vicino la Paolini. Gironzolavano quasi annoiati, frequentavano i caffè migliori, andavano a spasso per il corso, corteggiavano le fanciulle e devo dire che non sono poche le fanesi che si sono sposate con loro, mettendo su famiglia felicemente. Voglio ricordare infine le marce e le esercitazioni. Uscivano da un gran cancello laterale, tutti in riga, prendevamo via Francesco Palazzi e poi giù verso il campo di tiro. In divisa da combattimento (!!!) marciavano come nei film di Aberto Sordi, con  il graduato che gridava :Passo! e tutti avrebbero dovuto battere il piede ma era di solito l'anarchia più assoluta.
I militari della caserma Paolini sono stati comunque per tantissimi anni una presenza ed una risorsa economica per Fano veramente rilevanti. Tutti, moltissimi, ci hanno guadagno e ci hanno vissuto: bar, ristoranti ( quando venivano i parenti) , tabaccherie, cinema, sartorie, negozi, affittacamere e ...fanciulle allegre. Ora sono cambiati i tempi. La caserma è un monumento in pieno centro con un futuro tutto da scrivere. E poi: a quando una soluzione dignitosa?

2 commenti:

  1. A questa caserma ho fatto ill CAR nel 1994 solo un mese di permanenza e poi a Roma. Un mese passato velocemente ma quanti bei Ricordi..! Avevo 29 anni dopo l'università e quindi ti sentivi un po' più grande con quei 18 enni che ti consideravano degno di rispetto..!! Quante storie...!!?

    RispondiElimina
  2. Tanti ricordi 3 sca 97 congedato gennaio 99 fano

    RispondiElimina