due strade parallele e qualche vicolo,
una piazza grande quanto un fazzoletto,
le chiese antiche, un convento di frati,
e le mura che lo sorreggono
per non farlo precipitare
dalla cima del monte, dove sorge.
E poi i prati, le pinete, i boschi,
il giardino che non finisce mai,
le fontane, il canto dei grilli e delle cicale.
Una vita che trascorreva lenta,
scandita dal sorgere del sole e dal tramonto.
Un piccolo paese, eppure immenso
visto dagli occhi curiosi di un bambino
che passava le ore a guardare
le lucertole arrampicarsi sui muri
o le farfalle volare e poi posarsi
sui tronchi dei pini secolari.
Ed una piccola palla di pezza
a spicchi colorati,
riempita solo di segatura e legata
ad un elastico destinato a rompersi
rappresentava il gioco più bello.
Quegli anni non torneranno più,
i ricordi sfuocati dal tempo saranno
un po' confusi e incerti
ma quel che è stato è stato
e nulla e niente potrà cancellare
quell'infanzia, innocente e serena.
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