Camminando negli stretti vicoli
che intrecciano il centro cittadino
come fili di lana
sfioravo con la mano le pietre
degli antichi palazzi
che ancora resistono al tempo
e alle rovine degli uomini
e mi sembrava che al tocco
vibrassero sulle mie dita
appena sussurrate
struggenti note musicali e parole
che avevano la dolcezza
della tua voce.
Avrei voluto che il vicolo
non avesse mai fine
e che i passi seguissero
i passi che avevo appena fatto
per ascoltare ancora parole e musica.
martedì 20 febbraio 2018
giovedì 15 febbraio 2018
I NONNI , I BISNONNI E...
Quando, di recente, ho letto un lungo e ponderoso racconto di un delizioso narratore sempre ricco di spunti e particolari spesso da noi mai colti nella giusta angolazione storica e letteraria, che proponeva una riflessione sulla presenza, esistenza dei nonni ed anche dei nonni dei nonni, mi è balzato improvvisamente alla memoria il fatto che anch'io, seppur sembri strano e quasi innaturale, ho avuto i genitori ed essi stessi i genitori e credo-secondo una discussa teoria americana di Gengis P. Texas Junior- a loro volta la mamma ed il babbo.
Ecco dunque riproporsi un tema a me caro:i nonni dei nonni sono nonni o sono bisnonni?
Quando, dopo gli studi ed anche i divertimenti legati a quegli anni giovanili e spumeggianti, ho iniziato a lavorare per una multinazionale del tessile con sede a Fila.delfia City, sono stato costretto ad affrontare i molteplici ed ingarbugliati orditi e trame della vita quotidiana in una grande città e spesso-lo ricordo bene-alla sera stanco ma nello stesso tempo orgoglioso dell'attività svolta riposavo finalmente nella mia camera di albergo al settantacinquesimo piano del W.Hastoria Hotel sulla quindicesima strada della Bellocchi street, spesso i miei pensieri tornavano a Fano, agli amici, ai familiari, ai miei nonni.
Cioè,non nonni al plurale perchè in verità ne ho conosciuto solo uno, ma nonno al singolare:il cav.Ugovittorio de Venanzio. Uomo di sani princìpi, dedito al suo lavoro di avvocato, sempre indaffarato ma pieno di attenzioni per me
nelle occasioni, in vero rare, che ci incontravamo e stavamo insieme nel suo studio.
Mi piaceva stare con lui, specialmente quando mi sganciava qualche monetina che io poi usavo per giocarci al bigliardino o acquistare due sigarette che allora si potevano avere"sciolte".
Mio nonno era nato ai tempi di Napoleone III e si era guadagnato sul campo anche due medaglie al valore per il suo coraggio nell'affrontare la suocera inviperita del maggiordomo dell'imperatore.
Dicevo:quando ero nel suo studio ed attendevo paziente che lui si accorgesse di me, io stavo seduto in una piccola poltrona stile Luigi XV dove riuscivo a malapena a toccare il pavimento con i piedi.A volte dovevo pazientare anche un'ora mentre mio nonno fumava in continuazione sigari toscani il cui fumo invadeva la stanza come la nebbia a novembre le amate sponde della mia Fano.
Finalmente,dopo l'attesa e avuta la monetina, uscivo dallo studio così affumicato e sospeso tra aromi di trinciato forte e tabacco nazionale che alcune volte dovevano passare alcune ore prima che gli amichetti mi potessero avvicinare.
A lui pensavo, quando ero a Fila.delfia city ed il pensiero mi risollevava lo spirito e il corpo.
Quando poi, dopo molti anni sono tornato in Italia, prima a Torino e quindi a Fano più volte mi sono lasciato prendere dalla nostalgia e mi recavo all'osteria del Marottese non per bere vino ma per immergermi in quell'aria sazia di fumo e di tabacco.
E persino il profumo che uso ora ha nel suo nome il tabacco:
Parfum de Paris avec le Tabach del Mor.
Nostalgia e ricordi che ancora mi prendono,mi conturbano e mi fanno pensare ai tempi che non tornano più.
lunedì 12 febbraio 2018
CON MIO PADRE AL MARE
Chi mi conosce sa che-salvo eccezioni-faccio quotidianamente sempre una visita al mare, anche quando il tempo suggerirebbe di andare altrove.
Sono nato in un paese,Arcevia, sorto sulla cima del monte Cischiano(565 metri sopra il livello del mare dicono le carte) e di cui ho ricordi nel cuore e nella mente e al quale voglio molto bene ma naturalmente Fano è la mia seconda patria ed il mare, in particolare, mi ha sempre attratto ed affascinato, in qualunque stagione.
Questo mio inspiegabile legame con il mare risale addirittura alla mia fanciullezza(bambino) quando la mia famiglia si trasferiva a Fano per trascorrere le vacanze estive.Mi raccontava mia madre che volevo cocciutamente stare con i piedi nell'acqua e piangevo disperato quando con tutto la bontà possibile cercavano di portarmi via perchè era ora di andare.
Ma anche da più grandicello-otto, dieci anni- la mia strada portava spesso al mare e soprattutto al porto, grazie alla compagnia di mio padre che univa l'utile al dilettevole seguendo una sua positiva convinzione di vita fatta di buone regole del vivere come il mangiare lentamente, non abbuffarsi, camminare, e...respirare aria buona.
Abitavamo,dopo aver lasciato Arcevia, nella zona del Lido
a cento metri dal mare ed era facile quindi raggiungere la spiaggia e il lungomare.
E che di meglio ci poteva essere per mio padre se non andare a camminare in riva?
Allora...si andava.
Ma non bastava fare due passi e via, le regole sono le regole e mio padre, con molta bontà e fermezza mi diceva:
"mi raccomando, respira con il naso "ed io naturalmente obbedivo sapendo che se lo aveva detto"babbo" una ragione c'era.
Ma per invitarmi a fare questo con più convinzione, prima di fare la strada del mare e quindi del porto, mio padre mi portava in una tabaccheria che era vicina alla fontanella dell'acqua, (dove adesso c'è un'edicola e il Bon Bon) ed acquistava dolcissime caramelle alla frutta che io,tenendole in bocca non potevo fare a meno di respirare con il naso.
Poi...lunga passeggiata sino alla cima del porto, tra barche,marinai, reti, e le casette di legno sospese tra massi di cemento e acqua che tutti chiamavano "quadrati".
sabato 10 febbraio 2018
GIRA LA RUOTA
Gira la ruota
e gira, gira, gira...
lentamente
quando vorresti
che andasse
veloce
e veloce quando
preferiresti
che andasse
piano,piano,piano.
Sarà il vento
a decidere
o il destino
o non si sa
bene chi.
e gira, gira, gira...
lentamente
quando vorresti
che andasse
veloce
e veloce quando
preferiresti
che andasse
piano,piano,piano.
Sarà il vento
a decidere
o il destino
o non si sa
bene chi.
mercoledì 7 febbraio 2018
STRADE BAGNATE E RICORDI.
dal selciato bagnato di pioggia
il mio pensiero insegue
e fa riaffiorare piccoli e dolci ricordi
di un sentimento oramai lontano
quando io e te camminavamo piano
tenendoci per mano e,in fretta,
ci scambiavamo piccoli baci
se eravamo soli.
Tu avevi sempre paura
che da un momento all'altro
comparisse tuo padre,
chissà perchè,
l'emozione arrossiva il tuo volto
incorniciato da biondi capelli
ed i tuoi occhi azzurri come il cielo
tradivano il turbamento.
Però ci trovavamo sempre,
sul far della sera,
dopo la scuola e gli studi,
e non perdevamo mai l'incontro.
Passando vicino ad un convento di frati,
se per caso ne incontravamo uno,
insieme dicevamo ridendo:
" frate color caffè...innamorato c'è!".
Chissà dove sei adesso e con chi,
che vita hai fatto e se anche tu
qualche volta,accarezzi ancora
questi ricordi.
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