lunedì 12 febbraio 2018

CON MIO PADRE AL MARE

Chi mi conosce  sa che-salvo eccezioni-faccio quotidianamente sempre una visita al mare, anche quando il tempo suggerirebbe di andare altrove.
Sono nato in un paese,Arcevia, sorto sulla cima del monte Cischiano(565 metri sopra il livello del mare dicono le carte) e di cui ho ricordi nel cuore e nella mente e al quale voglio molto bene ma naturalmente Fano è la mia seconda patria ed il mare, in particolare, mi ha sempre attratto ed affascinato, in qualunque stagione.
Questo mio inspiegabile legame con il mare risale addirittura alla mia fanciullezza(bambino) quando la mia famiglia si trasferiva a Fano per trascorrere le vacanze estive.Mi raccontava mia madre che volevo cocciutamente stare con i piedi nell'acqua e piangevo disperato quando con tutto la bontà possibile cercavano di portarmi via perchè era ora di andare.
Ma anche da più grandicello-otto, dieci anni- la mia strada portava spesso al mare e soprattutto al porto, grazie alla compagnia di mio padre che univa l'utile al dilettevole seguendo una sua positiva convinzione di vita fatta di buone regole del vivere come il mangiare lentamente, non abbuffarsi, camminare, e...respirare aria buona.
Abitavamo,dopo aver lasciato Arcevia, nella zona del Lido
a cento metri dal mare ed era facile quindi raggiungere la spiaggia e il lungomare.
E che di meglio ci poteva essere per mio padre se non andare a camminare in riva?
Allora...si andava.
Ma non bastava fare due passi e via, le regole sono le regole e mio padre, con molta bontà e fermezza mi diceva:
"mi raccomando, respira con il naso "ed io naturalmente obbedivo sapendo che se lo aveva detto"babbo" una ragione c'era.
Ma per invitarmi a fare questo con più convinzione, prima di fare la strada del mare e quindi del porto, mio padre mi portava in una tabaccheria che era vicina alla fontanella dell'acqua, (dove adesso c'è un'edicola e il Bon Bon) ed acquistava dolcissime caramelle alla frutta che io,tenendole in bocca non potevo fare a meno di respirare con il naso.
Poi...lunga passeggiata sino alla cima del porto, tra barche,marinai, reti, e le casette di legno sospese tra massi di cemento e acqua che tutti chiamavano "quadrati".

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