domenica 25 dicembre 2011

CENONE!!!

Erano amici da una vita, tutti e cinque più o meno settantenni; avevano frequentato le stesse scuole, gli stessi ambienti, avevano fatto compagnia da ragazzi e poi da adulti e-sempre per uno strano caso del destino- si erano sposati a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro.Logico, quindi che si frequentassero con assiduità anche nel volgere degli anni e quando era arrivata o la pensione o il riposo per tutti, non avevano smesso di incontrarsi quasi tutte i giorni, soprattutto la sera, per fare una chiacchierata camminando lungo il corso o seduti al bar a prendere il caffè o una bibita. Si mantenevano  fisicamente bene e quando parlavano del più e del meno per far trascorrere il tempo, guarda caso tutti accennavano ad attività sportive che praticavano assiduamente:" io faccio quindici, venti chilometri di marcia" diceva uno"; " io vado in bicicletta sino a Fossombrone a trovare mia figlia", l'altro faceva palestra e l'altro ancora ore di nuoto in piscina e via di questo passo. L'aspetto dei cinque, in verità confermava. I primi giorni di dicembre, alle soglie delle festività natalizie, era nata  l'idea,per caso ma poi fermamente condivisa da tutti, di fare il cenone del 24 tutti insieme, senza mogli e senza parenti, per fare una bella rimpatriata di ricordi e di risate; a settant'anni se lo potevano anche permettere,avevano concordato. E così era stato. Uno di loro, che aveva fatto politica ed aveva ricoperto la carica di assessore, era riuscito a prenotare in un noto ristorante cittadino-mettendoci tutto il peso dei suoi trascorsi- addirittura una piccola saletta dove stare da soli. Cosa potevano sperare di meglio?E così la sera del 24 dicembre i cinque amici si erano ritrovati, tutti lindi,pulitini e stiratini, per il grande cenone. Puntuali, si erano incontrati nella saletta, dandosi pacche sulle spalle, risatine e strette di mano. Era giunta anche il momento delle ordinazioni: il cameriere si era presentato ed aveva chiesto ma i cinque, dopo qualche attimo di esitazione, si erano fatti lasciare la carta chiedendo di tornare dopo qualche minuto. " Cosa, prendiamo? Te Carlo cosa prendi? Te Aldo, te Francesco, te Guglielmo, te Mauro?" Le risposte erano state vaghe, esitanti, incerte, mentre nel frattempo sul tavolo, con mano esitante, qualcuno aveva cominciato a mettere, di fronte al proprio piatto, pasticchette e pillole di tutti i colori e di tutte le forme. " Sai...soffro un pò di prostata..."; io invece ho la pressione un pò alta,250!" " a me invece queste bustine servono per il colesterolo..non mi si vuole abbassare"; io...io..io invece... una sequela di malanni tutti inesorabilmente contraddistinti da medicine e porcherie varie. Tutti cinque! " Beh, comunque dobbiamo ordinare, sennò cosa siamo venuti a fare?" Prendono coraggio e fanno leggere a Carlo il menù. E non c'era un piatto che andasse bene: quello per il grasso, quello per sale, quello per le spezie, quello per la carne. E mentre leggevano qualcuno aveva già cominciato a mandar giù pillole e sciogliere bustine di non si sa bene cosa. Addirittura due di loro avevano la scatoletta che suonava e si apriva solo all'ora prestabilita. Una figata! Regalo di figli premurosi. E allora, che si mangia? Si  erano fatti forza e dopo tanto parlare aveva ordinato una insalatona scondita con appena l'odore di tonno, spinaci al limone, un microscopico pesciolino bianco ai ferri e acqua minerale. Ma non si erano fatti mancare il dolce: mele cotte senza zucchero!!!  Per digerire:orzo a volontà ...ma amaro. L'ultimo a finire di mangiare era stato Guglielmo, quello della prostata: si alzava e andava in bagno ogni dieci minuti. Ma allora come faceva ad andare per ore in bicicletta?Se lo erano chiesto gli amici di tavolo e avevano sorriso, guardandosi negli occhi. Quante piccole, innocenti bugie si erano detti per sembrare diversi. Alla fine , salutandosi,si erano abbracciati con calore e con trasporto. Settant'anni son sempre settant'anni, anche con qualche bugia.

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