"Viene viene la befana, vien dai monti ( e in Arcevia non c'era bisogno di lavorare di fantasia perchè i monti sono tutt'intorno) a notte fonda...come è stanca, la circonda neve, gelo e tramontana...viene viene la befana". Era ripetuta da grandi e piccini sin quasi alla noia; i nostri genitori per invitarci ad essere buoni sennò...solo carbone e noi bimbi con l'augurio di avere tanti, tanti regali.
E la sera del 5 gennaio era veramente un'emozione attendere per sapere cosa avremmo trovato sotto il camino ( anche questo di regola in tutte le case ).
Che agitazione !
Gli ultimi due o tre giorni eravamo tutti buoni come angioletti ed ubbidivamo a babbo e mamma come mai più avremmo fatto nel resto dell'anno.
Ricordo che nella sala dove c'era il camino preparavamo per la befana la cena: un tazzone di latte e biscotti o pane ( perchè non aveva i denti) e un bicchiere di vino per tirarsi su dal freddo.
" E' ora di andare a letto !" diceva ad un certo punto mia madre e non si poteva dire di no, almeno in quella occasione e si andava a malincuore ma con le orecchie tese per captare ogni movimento,ogni rumore.
Chiaramente dopo pochi minuti ci addormentavamo per poi svegliarci,però, a notte fonda. Irresistibile il richiamo del camino e la voglia di andare a vedere. I genitori traccheggiavano un po' ma poi...ci lasciavano andare.
Che emozione trovare i doni !!! Un bel triciclo o la scatole del meccano o i birilli di legno tutti colorati o il pallone. Naturalmente, uno di questi, anno dopo anno.
E con il dono in braccio si tornava a letto,felici mentre fuori cadeva lenta la neve, per ore e ore.
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