Non faccio bilanci non tiro conclusioni non prometto nulla nè a me stesso nè agli altri resterò quel che sono nel bene e nel male. Non metterò ai piedi scarpe da ginnastica non indosserò una tuta grigia e il berretto di lana in testa e non andrò girovagando senza meta con lo sguardo perduto nel nulla aspettando che passi il tempo. Non rifiuterò le novità che la tecnologia ci porta e ci offre... ma senza esagerare. Sarò sempre io, anno dopo anno, con me stesso, con i miei familiari, con coloro ai quali voglio bene. Così prometto...
Se potessi tornare sui miei passi, rifare la strada a ritroso e ad ogni passo un giorno in meno, un mese, un anno, rivedere il film con la storia della mia vita, sorridere, ridere o meravigliarmi di momenti che non ricordo o piangere -perchè tutti abbiamo abbiamo pianto- non so quale scena, quale inquadratura, quale colonna sonora preferirei rivivere adesso. Quel che è stato è stato, la vita è stata avara o è stata generosa con me? Prima o poi risponderò a questa domanda... forse.
Se nella veglia della notte ti muovi in cerca di luce non fare come la falena che poi ne resta bruciata. Basta un sottile raggio di luna che attraversa la stanza passando da una serranda semichiusa per segnare il percorso che deve fare il tuo pensiero. Un pensiero piccolo,leggero che sfiora la parete bianca in una carezza da bimbo perchè in fondo sempre bambini restiamo.
In questa confusione di sentimenti e di emozioni dove il sorriso sfiora il pianto e il pianto accarezza il sorriso non riesco a capire perchè il tempo che passa inesorabile non mi aiuta a dimenticare.
Sono passati appena sei mesi dall'uscita del primo libro "Nonostante gli stukas, grazie al mantello..." i miei ricordi di Fano di ieri... Sergio Schiaroli esce di nuovo in pubblico con un "seguito" ( se cosi posso chiamarlo) perchè-come dice più o meno lui- appena finito di stampare già pensi che potevi metterci qualche cosa di più, qualche altro particolare, altri racconti, altri ricordi.E cosi ha fatto. Più consistente del primo e con molte più pagine Sergio ha naturalmente allargato anche l'orizzonte, affrontando temi come la politica,i giochi dell'infanzia, il bar e dedicando anche ampio spazio ad un giornale locale, IL GIORNALE DI FANO,uscito negli anni '70, molto diffuso e seguito ed al quale egli stesso ha collaborato con passione, pubblicandone per intero gli articoli in questo nuovo volume. Un periodico che ha avuto la sua storia, i suoi lettori, i suoi sostenitori e soprattutto i suoi collaboratori che affrontavano con molta forza i tanti temi e problemi che affliggevano Fano, più o meno come oggi e lo sport, non secondario. Tanto per citarne alcuni:Franco Battistelli, Paolo Bonetti, Aladino Mencarelli, Aldo Darvini, Paolo Carboni,Fulvio Sorcinelli e...Marcello Francolini. Sono costretto a citare anche il mio nome perchè Sergio ha inserito nel libro diversi miei articoli e sarebbe sciocco far finta di niente. Moltissime le foto che corredano necessariamente i "ricordi" di Sergio. Sul filo della memoria, dei ricordi, degli anni che sono passati, che passano, che passeranno, con noi e senza di noi.Una storia che riguarda Fano ma con un contenuto ed un significato che sono universali. Siamo stati bimbi, poi ragazzi, poi uomini, poi...uomini maturi. Abbiamo vissuto immersi in questo piccolo mondo fanese ma che per noi è stato molto, forse tutto. Sergio narra e cammina su questo filo sottilissimo ma indistruttibile, perchè qualche ricordo si potrà anche dimenticare ma le cose più importanti restano e possono essere offerte e godute anche da altri. Questo credo sia il messaggio di Sergio.
Come è lunga e triste la sera bagnata dalla pioggia sferzata dal vento tormentata dalle foglie morte che volano e cadono in terra e nelle pozzanghere affogano. Il vetro della finestra coperto da rivoli d'acqua che corrono veloci e spariscono chissà dove inseguiti da altri ed altri che non finiscono mai. Come è lunga e triste la sera senza aver visto il tuo bel viso che all'improvviso compare dal fondo di un piccolo vicolo che sembra sempre fiorito di inesistenti fiori di primavera.
Camminare, camminare in un mare di nebbia che profuma di fiori e di erba sentire il sussurro dell'acqua che scorre tra gli alberi i rumori della città oramai muti... ci saranno le stelle in cielo? Ricordo questi luoghi percorsi da bambino inseguendo farfalle e sogni specchiandomi nell'acqua del piccolo rivo mentre muovo le mani e vedo le gocce che volano e mi bagnano il viso.
Le parole, sussurrate e sospirate come un lento respiro sfioravano i vecchi muri dei palazzi in un quello stretto vicolo del centro ed io non riuscivo a capire l'angoscia di quegli attimi. Io guardavo il tuo viso tu, a capo chino, guardavi in terra senza farmi capire. E ci siamo allontanati prendendo direzioni diverse senza voltarci indietro alla fine del vicolo, alla fine della storia.
Volano in aria come farfalle ad ogni colpo di vento e poi cadono lentamente in terra dopo aver lasciato il ramo della vita. Torneranno a volare ancora, come i pensieri che noi lasciamo andare per non ricordare.
Nel muro di pietra e calce consumato dal tempo un mio ricordo infantile si scalda ai raggi del sole E' lo stesso muro, la stessa pietra dove giocando con altri bimbi, appena usciti da scuola, inseguivamo le lucertole con un laccio fatto di un lungo stelo di un'erba robusta e simile a spiga di grano. Più veloci di noi, più furbe di noi, le lucertole correvano veloci e sparivano tra i sassi mentre noi rimanevamo con un palmo di naso. Pochi minuti e poi... via a correre per tornare a casa in attesa di ricevere il giorno dopo la stessa, giusta delusione. ......... Ancora oggi, dopo decenni ho quel muro a portata d'occhio, venti metri da casa mia e qualche volta il ricordo torna alla mente...
Sono certo: tornerai ancora a farmi sognare guidata da un raggio di sole accarezzando la sabbia come se fosse pelle dorata in un'estate che non finisce mai. Sorridi al vento mentre spingi forte sui pedali e alle tue spalle brillano le stelle come se fosse notte. Tornerai per scrivere nuove pagine di una storia che non so quando è iniziata ma che non avrà mai fine.
Sono certo: tornerai ancora guidata da un raggio di sole accarezzando la sabbia come se fosse pelle dorata in un'estate che non finisce mai. Sorridi al vento mentre spingi forte sui pedali e alle tue spalle brillano le stelle come se fosse notte. Tornerai per scrivere nuove pagine di una storia immaginaria che non so quando è iniziata ma che non avrà mai fine.
In questa primavera, cui farà seguito l'inverno, nella natura che ritrova forza e colori, fiori e nuove foglie si ritrovano i segni di un ritorno alla vita dopo che abbiamo vissuto tristi momenti della nostra esistenza. Anche noi dovremmo trovare la spinta per rimetterci in gioco come in una primavera inattesa ma desiderata che arriva a dipingere il nostro orizzonte con nuovi colori e nuove speranze.
A godere questo primaverile sole camminando in riva al mare a sfiorare un'acqua cristallina e trasparente dove sulla sabbia si scorgono i gusci di vongole e cozze, mentre corrono lontani sulla sabbia animali a due e a quattro zampe che si tengono compagnia penso inevitabilmente al tempo che passa, ai mesi, agli anni, alla fanciullezza, alla giovinezza, alla vita che scorre tra le dita che nulla possono per fermarne la fuga. E' il nostro piccolo libro dell'esistenza sul quale, pagina dopo pagina, scriviamo il nostro destino. Le pagine già scritte sono tante, quelle ancora da scrivere... non dipende da noi. E godiamoci questo sole primaverile camminando in riva al mare.
Nell'angolo assolato del mio piccolo terrazzo di casa tra due piante di rose oramai senza fiori brillano alcuni fili d'argento che lentamente oscillano spinti da un alito di vento e formano strane figure nel cielo azzurro che fa da fondale. E un minuscolo ragno che ha creato misteriosamente quel sottile e lungo percorso tra una pianta e l'altra attende paziente che la buona sorte gli fornisca presto un pranzo degno di quella pesante fatica.
Sono di passaggio su questa terra e a bordo di una nuvola attraverso la mia vita tra giornate di sole, di vento, di pioggia, di temporali, lampi e tuoni nei giorni peggiori. Seguo le scie degli aerei, le rondini che volano lontane, le farfalle che migrano per andare a morire chissà dove,nel silenzio. Vorrei incontrare un'aquilone per ricordare la mia fanciullezza sfiorarlo con le dita e ridere come ridevo allora innocente e senza pensieri. I verdi campi, i fiori, il fiume, il mare, le profumate pinete, il mio paese, le case, i vicoli, gli amichetti di asilo e di scuola, tutto passa davanti ai miei occhi mentre volo sulla nuvola che sfiora le onde.
Cammino lentamente sulle pietre sconnesse del molo bagnate dalla pioggia e dall'acqua del mare che arriva improvvisa a spruzzi dalla scogliera dove vanno ad infrangersi le alte onde spinte dal vento. Raffiche improvvise e forti che anche i gabbiani a stento riescono ad affrontare per volare. Il colore del mare è uguale a quello del cielo e l'orizzonte è solo una lunga, lunga linea grigia. Seguo i miei pensieri in una piovosa giornata di settembre quando l'estate, calda e assolata, ci ha detto addio facendoci rimpiangere quel che è stato sino a pochi giorni prima. Così adesso, così ieri, così ogni anno che è passato a rivivere le stesse emozioni, le stesse tristezze,gli stessi pensieri come se il tempo fosse un forte, improvviso colpo di vento che agita il mare e scompiglia la vita.
Diceva e mi chiedeva con voce triste: "passa cosi veloce il tempo che domani sarò già vecchia Avrò le rughe, il seno cadente, chili di peso in più e sarò brutta?" Non so perchè avesse questi pensieri alla sua età ancora molto giovane ma io sorridevo e ci scherzavo sopra. Lei no. E per esorcizzare questa paura lei aveva atteggiamenti e si vestiva come una teenager, come una ragazzina. Ne sono passati di anni da allora. Partì con la famiglia per andare ad abitare in una città del nord e non l'ho più vista nè avuto sue notizie. Questo ricordo mi è improvvisamente tornato alla mente pochi giorni fa quando in centro ho incontrato una signora che nei tratti del viso mi ha ricordato tanto lei da ragazzina. Una signora apparentemente di età avanzata rispetto agli anni che lei dovrebbe avere. Se era lei, forse in vacanza a Fano allora aveva ragione di avere paura... del passare del tempo.
Se la mia mano potesse scrivere nell'aria i pensieri che ho in testa usare il cielo come un foglio e tracciare parole che solo tu saprai leggere e risponderai allo stesso modo sarebbe un dialogo amabile e segreto tra noi due e neanche un giorno di tempesta potrebbe scompigliare o cancellare quel che ci siamo detti in un giorno che spero non finisca mai.
C'erano solo i gabbiani a tenermi compagnia quella sera. Volavano leggeri come farfalle a primavera sfioravano il cielo e poi le onde andavano come andavano i miei pensieri liberi e senza confini. Torneranno ancora come torneranno i miei sogni a tenermi compagnia in una sera di fine state.
Si sentiva solo il battito del cuore del mare e null'altro. Lontano verso l'orizzonte il tuo dolce sguardo segue la dorata discesa del sole in un azzurro macchiato di rosso. Chissà se il tuo cuore ascolta l'eco del mare e ne segue i battiti come fa il mio.
E' nella poesia della sera che mi ritrovo ripetendo memorie e giorni e anni che mi hanno visto solitario in riva al mare in compagnia solo di gabbiani che ritrovano la spiaggia in cerca di cibo dopo un'estate chiassosa e inospitale. .... Tenuto per mano da una mamma premurosa camminavo a fatica tra sabbia e mare a piedi nudi raccogliendo conchiglie, e tenendole poi strette in mano convinto veramente, come mi diceva mia madre, che fossero cose preziose e rare arrivate lì solo per noi. .... E stagione dopo stagione è volato il tempo: giorni, mesi ,anni eppure mi ritrovo ancora qui, a ricordare nella poesia della sera.
La luce,improvvisa, taglia come una lama il cielo scuro mentre il tuono fa tremare il cuore. Eppure il mare è calmo e tranquillo e le onde sussurrano piano le loro parole alla sabbia. Un gabbiano vola lento e poi si avvicina per parlare con me ma io so già cosa vuole dirmi e sorrido.