Non faccio bilanci
non tiro conclusioni
non prometto nulla
nè a me stesso
nè agli altri
resterò quel che sono
nel bene e nel male.
Non metterò ai piedi
scarpe da ginnastica
non indosserò una tuta grigia
e il berretto di lana in testa
e non andrò
girovagando senza meta
con lo sguardo
perduto nel nulla
aspettando che passi
il tempo.
Non rifiuterò le novità
che la tecnologia
ci porta e ci offre...
ma senza esagerare.
Sarò sempre io,
anno dopo anno,
con me stesso,
con i miei familiari,
con coloro ai quali
voglio bene.
Così prometto...
Se potessi tornare
sui miei passi,
rifare la strada a ritroso
e ad ogni passo
un giorno in meno,
un mese, un anno,
rivedere il film
con la storia della mia vita,
sorridere, ridere
o meravigliarmi
di momenti che non ricordo
o piangere
-perchè tutti abbiamo
abbiamo pianto-
non so quale scena,
quale inquadratura,
quale colonna sonora
preferirei rivivere adesso.
Quel che è stato è stato,
la vita è stata avara
o è stata generosa con me?
Prima o poi risponderò
a questa domanda...
forse.
Se nella veglia della notte
ti muovi in cerca di luce
non fare come la falena
che poi ne resta bruciata.
Basta un sottile raggio di luna
che attraversa la stanza
passando da una serranda
semichiusa
per segnare il percorso
che deve fare il tuo pensiero.
Un pensiero piccolo,leggero
che sfiora la parete bianca
in una carezza da bimbo
perchè in fondo
sempre bambini restiamo.
In questa confusione
di sentimenti
e di emozioni
dove il sorriso
sfiora il pianto
e il pianto
accarezza il sorriso
non riesco a capire
perchè il tempo
che passa inesorabile
non mi aiuta
a dimenticare.
Sono passati appena sei mesi dall'uscita del primo libro
"Nonostante gli stukas, grazie al mantello..."
i miei ricordi di Fano di ieri...
Sergio Schiaroli esce di nuovo in pubblico con un "seguito"
( se cosi posso chiamarlo) perchè-come dice più o meno lui-
appena finito di stampare già pensi che potevi metterci qualche cosa di più, qualche altro particolare, altri racconti, altri ricordi.E cosi ha fatto.
Più consistente del primo e con molte più pagine Sergio ha naturalmente allargato anche l'orizzonte, affrontando temi come la politica,i giochi dell'infanzia, il bar e dedicando anche ampio spazio ad un giornale locale, IL GIORNALE DI FANO,uscito negli anni '70, molto diffuso e seguito ed al quale egli stesso ha collaborato con passione, pubblicandone per intero gli articoli in questo nuovo volume.
Un periodico che ha avuto la sua storia, i suoi lettori, i suoi sostenitori e soprattutto i suoi collaboratori che affrontavano con molta forza i tanti temi e problemi che affliggevano Fano, più o meno come oggi e lo sport, non secondario.
Tanto per citarne alcuni:Franco Battistelli, Paolo Bonetti, Aladino Mencarelli, Aldo Darvini, Paolo Carboni,Fulvio Sorcinelli e...Marcello Francolini. Sono costretto a citare anche il mio nome perchè Sergio ha inserito nel libro diversi miei articoli e sarebbe sciocco far finta di niente.
Moltissime le foto che corredano necessariamente i "ricordi" di Sergio.
Sul filo della memoria, dei ricordi, degli anni che sono passati, che passano, che passeranno, con noi e senza di noi.Una storia che riguarda Fano ma con un contenuto ed un significato che sono universali.
Siamo stati bimbi, poi ragazzi, poi uomini, poi...uomini maturi.
Abbiamo vissuto immersi in questo piccolo mondo fanese ma che per noi è stato molto, forse tutto.
Sergio narra e cammina su questo filo sottilissimo ma indistruttibile, perchè qualche ricordo si potrà anche dimenticare ma le cose più importanti restano e possono essere offerte e godute anche da altri.
Questo credo sia il messaggio di Sergio.
Come è lunga e triste
la sera bagnata
dalla pioggia
sferzata dal vento
tormentata dalle foglie morte
che volano e cadono in terra
e nelle pozzanghere affogano.
Il vetro della finestra
coperto da rivoli d'acqua
che corrono veloci
e spariscono chissà dove
inseguiti da altri ed altri
che non finiscono mai.
Come è lunga e triste
la sera senza aver visto
il tuo bel viso
che all'improvviso compare
dal fondo di un piccolo vicolo
che sembra sempre fiorito
di inesistenti fiori di primavera.
Camminare, camminare
in un mare di nebbia
che profuma di fiori e di erba
sentire il sussurro dell'acqua
che scorre tra gli alberi
i rumori della città oramai muti...
ci saranno le stelle in cielo?
Ricordo questi luoghi
percorsi da bambino
inseguendo farfalle e sogni
specchiandomi nell'acqua
del piccolo rivo
mentre muovo le mani
e vedo le gocce che volano
e mi bagnano il viso.
Le parole, sussurrate
e sospirate
come un lento respiro
sfioravano
i vecchi muri dei palazzi
in un quello stretto
vicolo del centro
ed io non riuscivo
a capire
l'angoscia di quegli attimi.
Io guardavo il tuo viso
tu, a capo chino,
guardavi in terra
senza farmi capire.
E ci siamo allontanati
prendendo direzioni diverse
senza voltarci indietro
alla fine del vicolo,
alla fine della storia.
Volano in aria
come farfalle
ad ogni colpo
di vento
e poi cadono
lentamente in terra
dopo aver lasciato
il ramo della vita.
Torneranno
a volare ancora,
come i pensieri
che noi lasciamo
andare
per non ricordare.
Nel muro di pietra e calce
consumato dal tempo
un mio ricordo infantile
si scalda ai raggi del sole
E' lo stesso muro,
la stessa pietra
dove giocando
con altri bimbi,
appena usciti da scuola,
inseguivamo le lucertole
con un laccio
fatto di un lungo stelo
di un'erba robusta
e simile a spiga di grano.
Più veloci di noi,
più furbe di noi,
le lucertole correvano veloci
e sparivano tra i sassi
mentre noi rimanevamo
con un palmo di naso.
Pochi minuti e poi...
via a correre
per tornare a casa
in attesa di ricevere
il giorno dopo
la stessa, giusta delusione.
.........
Ancora oggi, dopo decenni
ho quel muro a portata d'occhio,
venti metri da casa mia
e qualche volta
il ricordo torna alla mente...
Sono certo:tornerai ancoraa farmi sognareguidata da un raggio di soleaccarezzando la sabbiacome se fosse pelle dorata in un'estate che non finisce mai.Sorridi al ventomentre spingi fortesui pedalie alle tue spallebrillano le stellecome se fosse notte.Torneraiper scrivere nuove pagine di una storiache non soquando è iniziatama che non avràmai fine.
Sono certo:
tornerai ancora
guidata da un raggio
di sole
accarezzando la sabbia
come se fosse
pelle dorata
in un'estate
che non finisce mai.
Sorridi al vento
mentre spingi forte
sui pedali
e alle tue spalle
brillano le stelle
come se fosse notte.
Tornerai
per scrivere nuove pagine
di una storia immaginaria
che non so
quando è iniziata
ma che non avrà
mai fine.
In questa primavera,
cui farà seguito l'inverno,
nella natura che ritrova forza
e colori, fiori e nuove foglie
si ritrovano i segni
di un ritorno alla vita
dopo che abbiamo vissuto
tristi momenti
della nostra esistenza.
Anche noi
dovremmo trovare la spinta
per rimetterci in gioco
come in una primavera
inattesa ma desiderata
che arriva a dipingere
il nostro orizzonte
con nuovi colori
e nuove speranze.
A godere questo primaverile sole
camminando in riva al mare
a sfiorare un'acqua cristallina
e trasparente dove sulla sabbia
si scorgono i gusci di vongole e cozze,
mentre corrono lontani sulla sabbia
animali a due e a quattro zampe
che si tengono compagnia
penso inevitabilmente al tempo che passa,
ai mesi, agli anni, alla fanciullezza,
alla giovinezza, alla vita
che scorre tra le dita
che nulla possono per fermarne la fuga.
E' il nostro piccolo libro dell'esistenza
sul quale, pagina dopo pagina,
scriviamo il nostro destino.
Le pagine già scritte sono tante,
quelle ancora da scrivere...
non dipende da noi.
E godiamoci questo sole primaverile
camminando in riva al mare.
Nell'angolo assolato
del mio piccolo terrazzo di casa
tra due piante di rose
oramai senza fiori
brillano alcuni fili d'argento
che lentamente oscillano
spinti da un alito di vento
e formano strane figure
nel cielo azzurro
che fa da fondale.
E un minuscolo ragno
che ha creato misteriosamente
quel sottile e lungo percorso
tra una pianta e l'altra
attende paziente
che la buona sorte
gli fornisca presto
un pranzo degno
di quella pesante fatica.
Sono di passaggio
su questa terra
e a bordo di una nuvola
attraverso la mia vita
tra giornate di sole,
di vento, di pioggia,
di temporali,
lampi e tuoni
nei giorni peggiori.
Seguo le scie degli aerei,
le rondini che volano lontane,
le farfalle che migrano
per andare a morire
chissà dove,nel silenzio.
Vorrei incontrare un'aquilone
per ricordare la mia fanciullezza
sfiorarlo con le dita
e ridere come ridevo allora
innocente e senza pensieri.
I verdi campi, i fiori, il fiume,
il mare, le profumate pinete,
il mio paese, le case, i vicoli,
gli amichetti di asilo e di scuola,
tutto passa davanti ai miei occhi
mentre volo sulla nuvola
che sfiora le onde.
Cammino lentamente
sulle pietre sconnesse del molo
bagnate dalla pioggia
e dall'acqua del mare
che arriva improvvisa
a spruzzi dalla scogliera
dove vanno ad infrangersi
le alte onde spinte dal vento.
Raffiche improvvise e forti
che anche i gabbiani a stento
riescono ad affrontare per volare.
Il colore del mare è uguale
a quello del cielo e l'orizzonte
è solo una lunga,
lunga linea grigia.
Seguo i miei pensieri
in una piovosa giornata
di settembre
quando l'estate, calda e assolata,
ci ha detto addio
facendoci rimpiangere
quel che è stato
sino a pochi giorni prima.
Così adesso, così ieri,
così ogni anno
che è passato
a rivivere le stesse emozioni,
le stesse tristezze,gli stessi pensieri
come se il tempo
fosse un forte, improvviso
colpo di vento
che agita il mare e scompiglia la vita.
Diceva e mi chiedeva con voce triste:
"passa cosi veloce il tempo
che domani sarò già vecchia
Avrò le rughe, il seno cadente,
chili di peso in più e sarò brutta?"
Non so perchè avesse
questi pensieri alla sua età
ancora molto giovane
ma io sorridevo e ci scherzavo sopra.
Lei no.
E per esorcizzare questa paura
lei aveva atteggiamenti e si vestiva
come una teenager, come una ragazzina.
Ne sono passati di anni da allora.
Partì con la famiglia
per andare ad abitare in una città del nord
e non l'ho più vista nè avuto sue notizie.
Questo ricordo mi è improvvisamente
tornato alla mente pochi giorni fa
quando in centro ho incontrato
una signora che nei tratti del viso
mi ha ricordato
tanto lei da ragazzina.
Una signora apparentemente
di età avanzata rispetto agli anni
che lei dovrebbe avere.
Se era lei, forse in vacanza a Fano
allora aveva ragione di avere paura...
del passare del tempo.
Se la mia mano
potesse scrivere nell'aria
i pensieri che ho in testa
usare il cielo come un foglio
e tracciare parole
che solo tu saprai leggere
e risponderai allo stesso modo
sarebbe un dialogo
amabile e segreto tra noi due
e neanche un giorno di tempesta
potrebbe scompigliare
o cancellare quel che ci siamo detti
in un giorno che spero
non finisca mai.
C'erano solo i gabbiani
a tenermi compagnia
quella sera.
Volavano leggeri
come farfalle a primavera
sfioravano il cielo
e poi le onde
andavano come andavano
i miei pensieri
liberi e senza confini.
Torneranno ancora
come torneranno i miei sogni
a tenermi compagnia
in una sera di fine state.
Si sentiva solo
il battito del cuore
del mare
e null'altro.
Lontano
verso l'orizzonte
il tuo dolce sguardo
segue la dorata
discesa del sole
in un azzurro
macchiato di rosso.
Chissà se il tuo cuore
ascolta l'eco del mare
e ne segue i battiti
come fa il mio.
E' nella poesia della sera
che mi ritrovo
ripetendo memorie
e giorni e anni
che mi hanno visto
solitario
in riva al mare
in compagnia solo di gabbiani
che ritrovano la spiaggia
in cerca di cibo
dopo un'estate
chiassosa e inospitale.
....
Tenuto per mano
da una mamma premurosa
camminavo a fatica
tra sabbia e mare
a piedi nudi
raccogliendo conchiglie,
e tenendole poi strette in mano
convinto veramente,
come mi diceva mia madre,
che fossero cose preziose e rare
arrivate lì solo per noi.
....
E stagione dopo stagione
è volato il tempo:
giorni, mesi ,anni
eppure mi ritrovo ancora qui,
a ricordare
nella poesia della sera.
La luce,improvvisa,
taglia come una lama
il cielo scuro
mentre il tuono
fa tremare il cuore.
Eppure il mare
è calmo e tranquillo
e le onde
sussurrano piano
le loro parole
alla sabbia.
Un gabbiano
vola lento
e poi si avvicina
per parlare con me
ma io so già
cosa vuole dirmi
e sorrido.