Non è mai raccomandabile tornare a parlare dello stesso argomento perchè si rischia di dire le stesse cose, esporre gli stessi concetti, ribadire "maronate" già riferite. Ma quando ce vo'... ce vo'!!! Torno dunque sul Carnevale, sulla "città del carnevale", sulle sbrodolate autoreferenziate dei dirigenti, degli amministratori, della corte dei miracoli. I VULON.
Anni fa ce n'era uno solo, e non per niente dai fanesi era detto il pupo in modo assai benevolo e simpatico.Veniva portato a spasso per tutto il giorno, esposto alle risate ed agli scherzi del pubblico, fatto bersaglio di qualche caramella ma assai più spesso di sassi e di confetti di gesso e poi a sera, con un atto liberatorio, veniva bruciato tra gli applausi. Che bellezza!!! Bruciato e via. Oggi non è più così. Intanto perchè i Vulon sono tanti, troppi sino alla nausea, e poi vanno, vengono, parlano, straparlano, si lodano da soli, si fanno i complimenti a vicenda, si leccano da capo a piedi, si gonfiano il petto sino a scoppiare e purtroppo sono anche tutti uomini. Parlano di miracoli, di successo strepitoso, di iniziative mirabolanti. Il sindaco, ufficialmente, presenzia alla inaugurazione(???) della pista ( pistarina viste le misure) di ghiaccio. Si loda, si broda e sbroda gli altri. Successo? sino ad oggi ZERO. L'assessore al turismo non è da meno. Parla di novità assoluta e di idea stratosferica il fatto di aver spostato PER NECESSITA' il mercato del sabato da piazza XX settembre a viale Gramsci. "I cittadini saranno lieti e felici di questo" dice l'imberbe amministratore comunale sorridendo a 40 denti. Contenti di che? sarei tentato di dire se lo avessi davanti. Non si sa, chi se ne frega, basta parlare. " E' tanto tempo - aggiunge ancora l'assessore commosso -che aspetto questo momento per proclamare Fano la città del carnevale e finalmente è arrivato". Evviva!!! e batte le mani. Ma Fano è la città del carnevale da sempre o, comunque,da molti anni e non sempre è riferito alla festa omonima. Poi arriva il pomeriggio tanto atteso. Sfilate, getto ,musica: pubblico, tanto. Quarantamila, sessantamila, ottantamila, non importa se si dicono cazzate stratosferiche tanto...chi li conta! C'è anche la TV locale. Fa la sua parte, poveretta, deve accontentare tutti, ma soprattutto i VULON. E questi non si fanno mancare nulla. Prima fila, palchi, palchetti d'onore, getto abbondante, sono uno dietro l'altro davanti la telecamera. Le domande sono sempre le stesse da secoli e le risposte...pure. E giù cascate di ovvietà. La telecamera passa con ossessione dai primi piani del Vulon ai primi piani dei carri e così ad un certo punto, nello schermo, non si distinguono più i pupi in cartapesta da quelli in carne e ossa. Che peccato. Quando finirà questa bella fiera delle vanità? C'è tempo, purtroppo c'è tempo. Tornassero almeno le tradizioni antiche. E bruciamo il Vulon in piazza, mannaggia.
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