sabato 26 febbraio 2011

VISIONI

Era la parte più dura e più difficile da percorrere perchè la strada si faceva sempre più ripida, più sconnessa e ne aveva già percorsa tanta per arrivare sino a lì. Ma non voleva mollare, non voleva arrendersi e continuò perciò a fare passo dopo passo, matido di sudore, con le gocce che gli scendevano copiose dal viso e con i vestiti appiccicati addosso; e pensare che non aveva mai sopportato quella sgradevole sensazione di bagnato neanche d'estate. Ancora un pò ripetè a se stesso, ancora un pò che ci siamo. Le gambe gli tremavano dalla fatica, quasi non sentiva più i piedi. Arrendersi? Gettarsi sul ciglio della strada e riposare? Infondo nessuno lo obbligava ad arrivare in cima, niente che non si potesse rimandare, magari di qualche giorno, o, addirittura, farsi accompagnare con un'auto adatta a quei sentieri. Una jepp, ce ne erano tante in giro, andavano di moda, erano numerose ovunque, anche nel suo quartiere, anche nella sua strada ed era certo che qualche vicino glie lo avrebbe fatto volentieri quel favore. No, doveva farcela da solo, adesso o mai più. Credette di essere in una specie di dormiveglia,  di incoscenza, eppure gli sembrò veramente che la cima fosse vicina. Intravvedeva già l'azzurro chiaro del cielo, i contorni lontani e biancastri delle colline , forse qualche macchia di verde e sentì distintamente il verso musicale degli uccelli. Gli venne da sorridere, mosse un poco le labbra- forse ce l'aveva fatta, forse...- riunì le ultime forze, l'ultima spinta, l'ultimo respiro. Eccola la visione, l'immagine per la quale aveva tanto faticato. Davanti ai suoi occhi.

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