mercoledì 28 settembre 2011

BATTITO D'ALI

Tristezza di un suono lontano
che graffia lo spirito e la mente
e come foglie morte portate dal vento
annuncia la fine di una stagione
e l'inizio di un'altra storia
ancora tutta da scoprire.
Mi sussuravi dentro  come onda del mare
leggera e timida sulla sabbia dorata
appena ieri, ma il tempo corre in fretta
e i tuoi passi hanno preso la via dell'orizzonte
per scomparire dietro la collina.
Tornerai...non tornerai
dovranno rifiorire prati e campagne
e tornare a volare le rondini nei cieli
per ritrovare il tuo battito d'ali
che è vita come il battito del cuore.
E' un appuntamento atteso con ansia
che porterà i nostri passi ad incontrarsi
nel luogo che sono  noi sappiamo.
Verrai? Oppure volgerai il tuo sguardo altrove
e mi passerai accanto chiudendo le ali.
Resterà allora solo quel suono lontano
che graffia lo spirito e la mente.

domenica 25 settembre 2011

LI DUO PEGGIOR DI FANO

E FA SAPERE A' DUO PEGGIOR DI FANO
A MESSER SANTO ED ANCHE AD AGUZZELLO
CHE, SE LO MINCHIONAR QUI NON E' VANO
GETTATI SARAN FUOR DI LOR SGABELLO
E SMAZZOLATI PRESSO ALLA GIMARRA
COL TORTORE  E QUALCHE MANGANELLO.
E I DUO DOVRANNO ANCHE SAPERE
CHE BASTA A PRENDER TUTTI PE'L SEDERE.

lunedì 19 settembre 2011

SI,NO,NON SO

Si, no, non so, procedi a vista
sorridi agli angeli o alle stelle
eviti di capire, cambi discorso
compari e scompari come le ombre
quando si affaccia un raggio di sole.
Parli di te come se fosse un'altra
non è bella, non è interessante
non cura la sua immagine, a che serve?
La tua femminilità non ha sapore
e forse neanche tu sai cos'è.
Eppure c'è qualcosa in te
che mi piacerebbe scoprire
sollevando piano piano il velo
che ti stringi adosso
come una pietra senza forme.
E' una maschera che ti fa comodo
dietro la quale vivi la tua insicurezza
ma basterà girare la chiave giusta
per scoprire un mondo di piacere.
Se tu lo vuoi, per capire la vita.

sabato 17 settembre 2011

LA RESA

La resa, è la resa. Oramai ci siamo abituati a tutto e niente più riesce a suscitare il nostro fastidio, la nostra indignazione, un moto di ribellione magari solo verbale. La prendo alla larga. Il linguaggio dei ragazzini/e che ricopia fedelmente quello dei genitori( non mi si vengano a raccontare balle diverse): parolacce su parolacce,frasi offensive, ire furibonde, linguaggio triviale, sia con gli amici sia con le persone adulte, babbo e mamma compresi che non muovono dito per redarguire e correggere. Su questo tema la spiaggia è un grande palcoscenico perchè la "materia prima" abbonda. Bimbi di pochi anni che usano termini che una volta si sarebbero detti " da osteria" ora sono "normali".
Bene. Qualcosa di più corposo. Accettiamo senza muovere ciglio tutto ciò che ci viene propinato dalla pubblica amministrazione, tutto ciò che è maledettamente sbagliato, che sappiamo che è così ma nessuno muove dito per opporre resistenza ( civile, nturalmente). Uno degli ultimi esempi: i tre busti cimiteriali nei giardini della Memo, in pieno centro storico. Nessuno, dico nessuno, ha detto A, primi fra tutti i cosi detti "intellettuali" locali, una volta considerati difensori del decoro ( e non solo ) cittadino. NESSUNO. Tutti hanno mandato già senza fiatare. Ancora. Antichi palazzi, tesori d'arte, mura romane, resti antichi, reperti e testimonianze storiche  maltrattati, offesi, "recuperati"malamente, spesso lasciati al degrado. Anche in questi casi silenzio tombale. E non sono lontani gli anni in cui fanesi benemeriti alzavano il dito e scrivevano lettere ed articoli sui giornali , indignati per un colore poco indovinato dato ad una casa appena restaurata in centro o per un presunto recupero edilizio non all'altezza.

L'ambiente. Diamo un' occhiata al verde che ci circonda, ai prati, ai giardini, alle aiuole, ai " parchetti" di quartiere. Terra bruciata! Immondizie dappertutto, alberi abbandonati, prati incolti, aiuole sommerse di rovi ed erbacce. E già va bene che ci siano le erbacce! In questi giorni, per mancanza d'acqua, il canale Albani, in secca, ha mostrato tutto il suo degrado: una schifezza, una discarica con, oltretutto, una moria di pesci e di animali.Qualcuno si è fatto avanti?   Ha protestato? Nessuno. Guardate i Passeggi come sono ridotti. Ebbene, torniamo indietro nel tempo. Ricordo, in tempi poi non cosi lontani, le battaglie dei verdi, dei naturalisti, anche per qualche cespuglio d'erba, per qualche filo di erbetta.Un esempio per tutti. Per far passare i carri di carnevale su viale Gramsci, vennero ( come si era soliti fare anche allora) potati tutti gli alberi. Non l'avessero mai fatto!!! I verdi organizzarono manifestazione di protesta in città, manifesti e articoli, contro lo scempio e per la prima volta i fanesi sentirono dire " scapitozzare...gli alberi erano stato scapitozzati!" E sempre i verdi si opposero di persona, mettendosi davanti agli autocarri ed alle ruspe, al furente sottrarre di ghiaia nei pressi del fiume Metauro.
Ora non più, ora tutto è concesso, tutto è permesso, nessuno ha più voglia di impegnarsi, di difendere il decente, il normale. Girare lo sguardo e passare avanti. Meglio una sagra, una festa che spendere qualche parola di indignazione. Al grido:"ma chi me lo fa fare" molto meglio stare a guardare. Fino a quando?

giovedì 15 settembre 2011

SPIGOLATURE DI FINE ESTATE

Come ho già detto, scrivo per ricordare questa splendida fine estate nè prevista nè immaginata. Ieri, 14, è stata sicuramente la giornata più bella di tutta la stagione, almeno per coloro che hanno potuto godere il piacere di stare al mare e al sole. Acqua mai vista, temperatura piacevolissima, lungomare tranquillo, un piccolo sogno per noi poveri provinciali.
Sembrerà strano ma il giorno prima, bello e comunque gradevole, nel giro di poco più di mezz'ora, ho fatto tripletta con i miei amici rompiminchioni, nel senso che tutti e tre sono riusciti a raggiungere il mio ombrellone e ad accostarsi pericolosamente. Per fortuna che qualche santo ci ha messo benevolmente le mani ed alla fine me la sono cavata poi non tanto male. Perchè? Perchè nell'incrociarsi dalle mie parti si sono annullati a vicenda. Spiego. Il primo ad arrivare e colpire alle spalle è stato ( per fortuna il meno pericoloso ed il più simpatico) l'amico che ha sempre problemi di gnocca. Mi ha salutato, ha cominciato a parlare- naturalmente del solito tema- si è seduto sul mio lettino poi visto che ce n'erano altri liberi, si è sistemato comodamente vicino a me, sotto l'ombrellone. E via fiumi di parole. Pochi minuti e vedo da lontano il pittore fallito che già punta nella mia direzione e fa cenni con la mano. " Due insieme no! "dico tra me già disperato. E cerco scampo. Comincio a parlare fitto( non so neanche che cosa ho detto)  con l'amico che mi sta accanto, faccio vedere che siamo in piena discussione. Funziona perchè il pittore, arrivato nei pressi, rallenta, tentenna, non sa se attaccare o girare l'angolo, accenna un saluto al quale io rispondo appena. Si gira e se ne va. Tiro un sospiro di sollievo e mi rimetto in posizione distesa. Passano pochissimi minuti che torna il terrore. Questa volta è il pessimista, il rompiminchioni per eccellenza. Lo vedo subito perchè porta in testa un berretto con la visiera e gira in canottiera. So che con lui far finta di discutere non serve ma non so proprio cosa fare. Lentamente mi giro di spalle, mi faccio piccolo e spero in Dio. Niente da fare. Pochi secondi dopo è già vicino a me, mi chiama, mi giro, vede che sono in compagnia, sicuramente non lo conosce e allora non azzarda i soliti piagnistei apocalittici. Ma apre bocca:" viene ancora al mare?"  " No, sono in montagna"  avrei voluto rispondergli ma sono troppo educato e allora" Caspita, con queste belle giornate! Guarda oggi che bellezza". Coglie l'occasione per sparare la sua sfigata:" si ma può darsi che stasera cambia, sento qualche dolore alla schiena". Ma vaffanc...!!  Ho sulla punta della lingua questo che non ho detto:" ma ci arrivi fino a domani? Perchè cosi mi organizzo". Ma ho taciuto. Non ha osato andare oltre ed ha girato i tacchi. Mi è andata bene. Ma ho una fortuna: che i tre rompiballe li incontro solo al mare; d'inverno tiro il fiato ( e non solo).

mercoledì 14 settembre 2011

LACRIME E PIOGGIA

Batte sul vetro la pioggia come lacrime
scendono le gocce lentamente rincorrendosi
e il dolce suono del violino accompagna il pianto.
Abbracciati si muovono al centro della stanza
muovendosi piano, seguendo le  note
il viso di lei nascosto dai lunghi capelli
posa sulla spalla di lui bagnando la pelle.
La musica è tenera e avvolgente
sarebbe stato bello lasciarsi andare
e non sapere che alla fine
sarebbe stato un addio più amaro del pianto.

martedì 13 settembre 2011

PICCOLE COSE

Piccole cose, cose da nulla ma vorrei ricordare questa fine estate, dal sapore settembrino ma caldo e invitante, vorrei ricordare il mare così calmo e la spiaggia senza più folla e rumori, i gabbiani che si inseguono gridando e che si fanno ogni giorno più invadenti e impertinenti, passando a basso volo tra gli  ombrelloni rimasti ,sfiorando i pochi bagnanti che ancora godono di questa atmosfera d'altri tempi. Qua e là c'è ancora qualcuno che si avventura in  acqua e fa il bagno o cammina lentamente lungo la riva . Le voci arrivano distinte anche se molto lontane e qualche volta si afferra chiaramente, per il parlare, che sono gli ultimi villeggianti che allungano il soggiorno per vivere ancora l'inattesa lunga coda di agosto. E pensare che solo qualche giorno fa il lungomare formicolava di gente allegra, chiassosa, festaiola e bande di ragazzetti e ragazzette davano il loro abbondante contributo. E su tutti e su tutto la fastidiosa ma inevitabile colonna sonora delle suonerie dei cellulari tenuti in mano, nelle borse, dentro il costume, a penzoloni dal collo, sotto gli ombrelloni, sulle sdraio, in acqua, persino mentre fanno il bagno; e dopo il trillo ( di svariate musiche e tonalità sino all'abbaiare del cane) la tragedia delle conversazioni che tutti sono costretti a sentire senza poter sfuggire alla condanna. Ne ascolti di tutti i colori e di tutti i sapori e più ti allontani e più ti inseguono, inesorabili e mortaccini. Per fortuna , almeno questa condanna, è finita. Sino a qualche giorno fa ci sono stati gli ultimi saluti tra amici di spiaggia, tra parenti che ripartivano per le loro città di residenza e quelli di Fano, tra giovani che si sono conosciuti questa estate e che hanno legato bene per qualche giorno o per qualche settimana, tra vicini di ombrellone. Abbracci e baci, scambio di promesse ( che non verranno mai mantenute), scambi di numeri telefonici, qualche lacrimuccia.
Ma io desidero ricordare solo piccole cose, cose da nulla, questa bella fine estate che ci accompagna ancora in un settembre che vorrei non finisse mai.

sabato 10 settembre 2011

MI ILLUMINO DI IMMENSO

Mi illumino di immenso pensano, basta poco per fare bella figura, tanto i fanesi bevono tutto, digeriscono tutto, sono indifferenti a tutto. Noi parliamo e loro ascoltano, poi digeriscono, e poi tornano ad ascoltare. O forse no? dovrebbero domandarsi, ma non si pongono la domanda, sarebbe chiedere troppo alla loro intelligenza. Abusano della nostra pazienza, ci affogano con le chiacchiere e con i i vuoti a perdere, non sanno neanche di cosa parlano, di solito, aprono la bocca e  danno fiato; l'argomento del dire ha poca importanza. Il nonnulla diventa problema vitale, la sciocchezza assume il contorno di un comandamento. Parlano e dichiarano questo e quello parlando un italiano le cui regole sono solo un optional, un soprappiù, l'importante è infilare una parola dietro l'altra, a caso,ci pensa poi il cronista di turno a spiegare e tradurre agli ascoltatori ed ai lettori. Il fatto è che qualche volta anche gli stessi cronisti  usano l'italiano senza conoscere bene il significato dei termini che usano e allora diventa il caos...ma tanto i fanesi non se ne accorgono neanche. Il fanese guarda lontano ma non perchè pensa al futuro; guarda lontano perchè di quel che accade intorno non glie ne importa proprio nulla. Girate per le strade, frequentate la città, la periferia, le zone a mare, domandiamoci: " ma qual'è la "vocazione di Fano": turistica, agricola, industriale, artigianale, culturale, commerciale, marinara o altro? Sapreste rispondere? Ci pensa qualcuno, ci ha mai pensato qualcuno?  Grandi progetti e piccoli o nulli risultati. Ricordo il mercato ortofrutticolo del Medio Adriatico, tanto per partire da lontano, a Fantasy World, la spiaggia d'oro, la zona industriale, la zona artigianale, i grandi cantieri navali (  poi costruiamo le barche in collina e per farle arrivare al mare dobbiamo spendere milioni di euro per realizzare una strada che le faccia arrivare al porto). Fano non sa veramente dove sbattere la testa. C'è solo il festival del bla bla che va molto di moda. Tanto non costa nulla. Le cose fatte da lasciare ai posteri? Lo zero assoluto. Unico segno tangibile il recupero delle scuole Rossi-oggi Memo-  con i soldi dei privati ed altri interventi tutti pagati da banche e fondazioni. Parlano , si illuminano di immenso e non  si accorgono di essere solo il niente arrivato alla canna del gas.

giovedì 8 settembre 2011

SETTEMBRE: SONO FINITI IL SOLE E LE ILLUSIONI MA ARRIVANO I ROMPIMINCHIONI

Settembre, comunque sia è finita l'estate. Il sole è tiepido, l'acqua del mare è frizzantina se non addirittura fredda, la spiaggia Lido è frequentata solo da pochi nostalgici e da qualche decina di iscritti alla terza età venuti a Fano per " vacanza mare mese settembre 300 euro tutto compreso colazione a parte pranzo ombrellone cena si vedrà". Si ripete, insomma, il rito di tutti gli anni. Fino a pochi giorni fa affollato e chiassoso, pieno di gente e di ragazzini scatenati ( gli italiani si sono rimessi a fare figli ) il lungomare sta tornando territorio quasi esclusivo dei gabbiani che si avvicinano sempre più alla riva, gironzolano prepotenti tra gli ombrelloni, mangiano tutto quello che trovano, si posano sui lettini vuoti, gridano come dannati  e se non ti sposti ti vengono anche addosso . Purtroppo però non ci sono solo loro e qui vengo al punto dolente. Ognuno di noi ha amicizie sia maschili sia femminili che sono un pò rompiballe, un pò insopportabili, noiose, petulanti e quando si incontrano, prima ancora che si avvicinino ti viene già l'orticaria e una fitta allo stomaco. Ed io non faccio eccezione. Non tanti, per fortuna, tre o quattro ma sono  micidiali. Tre amici ed una amica, tanto per restringere il giro. D'estate ( perchè anch'essi frequentano il Lido) riesco in qualche modo ad evitare assai spesso i " faccia a faccia" usando le tecniche che adottiamo tutti: nascondersi  tra i vicini appena li vedi la lontano, far finta di parlare al cellulare e girarsi da un'altra parte, distendersi sul lettino a pancia sotto e cosi via. Ma adesso? La spiaggia è desolatamente deserta, gli ombrelloni sono chiusi,  i vicini se ne sono andati da un pezzo. E i rompiballe ti vedono da lontano, ti puntano già a cento metri di distanza, si avvicinano di corsa. Sei preso dal panico, non  sai cosa fare è già questo ( o questa) ha raggiunto la tua postazione e... sei finito. Porto un esempio per tutti tralasciando gli altri tre ( l'amica mi parla sempre delle sue malattie, un amico ,pittore fallito, sempre dei suoi capolavori e l'altro dei suoi problemi con la gnocca). Questo amico è peggiorato nel tempo. Lo conosco da una vita, simpatico ed accettabile fino a qualche anno fa, ora è sempre più pessimista, sempre più scontento, sempre più convinto di essere alla fine della sua esistenza ( in verità sta benissimo).E perciò, ogni volta:" Marcello, anche questa estate l'abbiamo( mi ci tira sempre in mezzo)  scampolata!!! Speran ben...".  Oppure:" teniamo duro fin che dura!", " Hai fatto il bagno? Ce la fai ancora? Io non mi azzardo neanche", " ci arriveremo a questo inverno?" mi chiede in dialetto e via di questo passo. A giugno ero più disponibile e più paziente, rispondevo con un sorrisino mentre mi allontanavo di corsa con una scusa; a luglio era già un pò meno sorridente e rispondevo con un borbottìo incomprensibile mentre cercavo il modo di non farmi vedere che facevo scongiuri di quelli ad alta efficacia, ad agosto...quando mi ha detto " anche questa estate l'abbiamo scampolata" ho pensato bene di mandarlo a fanc... a tutta birra. Ma non deve aver capito perchè ieri , appena ci siamo incontrati al Lido mi ha detto:" cum va? " ed io educato:" bene, peccato che arriva l'inverno". Non  l'avessi mai detto:" ma.. ci arriveremo ? " mi ha risposto amaro. Penso seriamente al veleno.