sabato 17 settembre 2011

LA RESA

La resa, è la resa. Oramai ci siamo abituati a tutto e niente più riesce a suscitare il nostro fastidio, la nostra indignazione, un moto di ribellione magari solo verbale. La prendo alla larga. Il linguaggio dei ragazzini/e che ricopia fedelmente quello dei genitori( non mi si vengano a raccontare balle diverse): parolacce su parolacce,frasi offensive, ire furibonde, linguaggio triviale, sia con gli amici sia con le persone adulte, babbo e mamma compresi che non muovono dito per redarguire e correggere. Su questo tema la spiaggia è un grande palcoscenico perchè la "materia prima" abbonda. Bimbi di pochi anni che usano termini che una volta si sarebbero detti " da osteria" ora sono "normali".
Bene. Qualcosa di più corposo. Accettiamo senza muovere ciglio tutto ciò che ci viene propinato dalla pubblica amministrazione, tutto ciò che è maledettamente sbagliato, che sappiamo che è così ma nessuno muove dito per opporre resistenza ( civile, nturalmente). Uno degli ultimi esempi: i tre busti cimiteriali nei giardini della Memo, in pieno centro storico. Nessuno, dico nessuno, ha detto A, primi fra tutti i cosi detti "intellettuali" locali, una volta considerati difensori del decoro ( e non solo ) cittadino. NESSUNO. Tutti hanno mandato già senza fiatare. Ancora. Antichi palazzi, tesori d'arte, mura romane, resti antichi, reperti e testimonianze storiche  maltrattati, offesi, "recuperati"malamente, spesso lasciati al degrado. Anche in questi casi silenzio tombale. E non sono lontani gli anni in cui fanesi benemeriti alzavano il dito e scrivevano lettere ed articoli sui giornali , indignati per un colore poco indovinato dato ad una casa appena restaurata in centro o per un presunto recupero edilizio non all'altezza.

L'ambiente. Diamo un' occhiata al verde che ci circonda, ai prati, ai giardini, alle aiuole, ai " parchetti" di quartiere. Terra bruciata! Immondizie dappertutto, alberi abbandonati, prati incolti, aiuole sommerse di rovi ed erbacce. E già va bene che ci siano le erbacce! In questi giorni, per mancanza d'acqua, il canale Albani, in secca, ha mostrato tutto il suo degrado: una schifezza, una discarica con, oltretutto, una moria di pesci e di animali.Qualcuno si è fatto avanti?   Ha protestato? Nessuno. Guardate i Passeggi come sono ridotti. Ebbene, torniamo indietro nel tempo. Ricordo, in tempi poi non cosi lontani, le battaglie dei verdi, dei naturalisti, anche per qualche cespuglio d'erba, per qualche filo di erbetta.Un esempio per tutti. Per far passare i carri di carnevale su viale Gramsci, vennero ( come si era soliti fare anche allora) potati tutti gli alberi. Non l'avessero mai fatto!!! I verdi organizzarono manifestazione di protesta in città, manifesti e articoli, contro lo scempio e per la prima volta i fanesi sentirono dire " scapitozzare...gli alberi erano stato scapitozzati!" E sempre i verdi si opposero di persona, mettendosi davanti agli autocarri ed alle ruspe, al furente sottrarre di ghiaia nei pressi del fiume Metauro.
Ora non più, ora tutto è concesso, tutto è permesso, nessuno ha più voglia di impegnarsi, di difendere il decente, il normale. Girare lo sguardo e passare avanti. Meglio una sagra, una festa che spendere qualche parola di indignazione. Al grido:"ma chi me lo fa fare" molto meglio stare a guardare. Fino a quando?

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