giovedì 6 ottobre 2011

ANDIAMO A PRANZO IN LIBRERIA

Lo so che non è una novità, che l'americanizzazione del nostro modo di vivere è oramai una convinzione acquisita e scontata( tutti usano/usiamo OK!, molti dispersi nel nulla usano termini come location ecc.),che ieri mangiavamo bistecche ed oggi mangiamo amburger, fiocchi d'avena nel latte invece che sani biscotti fatti dalla nonna e via di questo passo ma io confesso che accetto quasi tutto ma non mando giù, assolutamente , la trasformazione pericolosa delle librerie nostrane , nel nostro piccolo, che in rapido movimento sta svuotando il sacro significato dell'ambiente in strani e goderecci luoghi   aperitivo-mangerecci e distributor leccabaffi di dolci e di prodotti caramellati " tutti fatti artigianalmente". E' vero che i tempi cambiano, che le abitudini stravolgono, che il più sano di mente è un pazzo scatenato ( basta guardarsi in giro) ma trasformare le librerie in drogherie o bar caffè mi sembra veramente una profanazione. Ti rispondono gli interessati " i libri non tirano più", embè? Questo ti autorizza a vendere marmellare e vini? E a quando, allora, per pareggiare i conti, facciamo anche qualche spettacolino di spgliarello tra scaffali di libri e ripiani di torte, pastarelle, barattoli di miele e carciofini sott'olio? Mi aspetto, quindi, presto di poter acquistare nei negozi di abbigliamento anche frutta e verdura, di trovare prodotti per la casa ( detersivi, scope, lucidi da scarpe) dal barbiere, e dopobarba, rasoi e lamette al bar. Pensate che ho la febbre? No, vedo solo nel futuro. Se si vende il vino il vino in libreria... tutto è possibile. Tra non molto.

1 commento:

  1. Occorre dire, peraltro, che certi libri se sei sobrio non riesci proprio a leggerli! Ma la cosa più triste, nel caso in specie - che pure io conosco - è constatare che la pretesa di fare Cultura col commercio è compito grave, quasi una vocazione: una questione di stile. Se dovessi scegliere due parole per definire il fenomeno, direi che si tratta del fallimento dell'intelligenza. Io preferisco l'Osteria alla Libreria.

    RispondiElimina