domenica 16 ottobre 2011

NON PIANGERE PIERROT

In quella prima, fredda e ventosa giornata di ottobre Pietro aveva capito che era giunto il momento di mettere in atto quel che da tempo aveva già deciso:liberare casa dai ricordi, dagli oggetti ritenuti per tanto tempo cari, dalle fotografie, dai libri letti e riletti decine di volte da tutto ciò che in tanti anni aveva riposto, ordinato, raccolto, spolverato, quasi venerato. Era ora di fare piazza pulita, anche delle cose più sentimentalmente legate a lui ed alla sua vita. Ci sarebbe voluto del tempo ma tanto lui ne aveva sin troppo a disposizione. Iniziò dalle lettere, strappando sminuzzando, poi le foto, decine e decine ben sistemate negli album e nelle scatole, poi gli oggetti. Tanti, tanti. Quanti ne aveva raccolti in tutti quegli anni, quanti glie ne avevano regalati le prime fidanzatine, e poi le morose, e poi la moglie e poi ancora le due figlie, oramai lontane da anni e quasi sconosciute.L'avvento del telefonino aveva liberato coscienze e doveri: una chiamata e via, ogni tanto, pochi secondi, senza neanche capire bene cosa dicevano. Gli auguri di Natale, buon compleanno, buona Pasqua. E' vero abitavano in città molto lontane ma avrebbero potuto fare anche qualche cosa di più ma così andavano le cose e lui non avrebbe potuto farci nulla. Si era abituato a vivere da solo da tanto, da troppo tempo. Ora vivere gli costava sempre più fatica. Quel breve giro che faceva al mattino per comperare il giornale e qualche cosa al supermercato lo affaticava ogni giorno di più ed ogni giorno di più gli metteva di fronte una realtà che lo affliggeva e lo amareggiava. Nella piazzetta di fronte al giornalaio , ricca di panchine,stazionavano quotidianamente alcune donne straniere che portavano sin lì in carrozzella quattro o cinque vecchi invalidi, malridotti, decrepiti, dallo sguardo inespressivo, ciondolanti e tremanti, senza voce. Le donne parlavano e chiacchieravano nella loro lingua, ridevano, scambiavano battute, i vecchi parcheggiati a fianco, come oggetti. Nel vedere  quella scena a Pietro ogni volta venivano le lacrime agli occhi ed una stretta al cuore. E se fosse diventato come loro? Quello sarebbe stato il suo destino? No, non sarebbe mai accaduto.Aveva impiegato molto tempo a mettere nei sacchetti di plastica tutto ciò che aveva distrutto. Quanta roba! Le mani gli avevano cominciato a tremare quan do era arrivato a gettar via, tra gli oggetti, una serie di animaletti in vetro, piccoli, colorati, molto belli: pappagalli, tartarughe, scoiattoli, gattini. Quanti ricordi, quanti momenti felici con le figlie giovanissime che conoscevano questa sua passione e glie ne regalavo ad ogni suo compleanno. Era rimasto un attimo senza fiato, indeciso, commosso. Poi aveva svuotato la vetrina con le lacrime agli occhi. Ma alla fine si era fermato quando, per ultimo, era rimasto un piccolo Pierrot di porcellana, vestito di blu, il viso bianchissimo ed una grande lacrima dipinta sulla guancia. Quello no, quello lo avrebbe portato con sè. Era molto stanco. Si era quindi riposato sulla poltrona e forse aveva anche dormito un pò. Si sentiva tranquillo, sereno. Mise molta cura nel vestirsi e nel prepararsi: il vestito buono, la camicia bianca, la cravatta, le scarpe nere, il  cappotto  perchè la bora aveva fatto abbassare la temperatura di molti gradi. Si era guardato allo specchio: poteva andare. Telefonò per farsi mandare un  taxi. poi aveva atteso fuori, dopo aver chiuso bene la porta di casa. L'auto era arrivata quasi subito. All'autista aveva dato indicazione di una via assai vicina al mare e dopo pochi minuti era gà arrivato a destinazione. Scese, pagò e si incamminò verso il molo che era poco distante. Strano, seppure con la bora contro camminava spedito, senza fatica. Quante volte nella sua vita aveva percosso quella strada, aveva visto quegli orizzonti e quel mare mosso e agitato. Puntò verso la cima, lì dove le onde battevano forte , spumeggiando contro gli scogli. Toccò con la mano il piccolo Pierrot che aveva messo in tasca: sorrise  mentre mormorava tra le labbra " non piangere Pierrot, ora saremo finalmente felici".

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