Era notte a Fano,
in quell'inverno lontano
si stava caldi al bar
pieno di gente
ed i tavoli tutti occupati
l'uno accanto all'altro,
a sfiorarsi di gomito.
Profumo di donne
di caffè, di liquori,
di bevande varie,
fumo di sigarette,
voci alte, risate, vapori;
lei era a pochi centimetri,
nel tavolo a fianco,
con la mamma
ed un'amica;
pochi anni meno di me,
bella e solare,
bionda e la pelle
color della luna.
Un tocco leggero di mano,
un alito di calda pelle,
mi giro verso di lei
ci guardiamo un attimo
e poi...più nulla.
Allora sono io a provarci,
muovo le mie dita
sino a sentire le sue,
piano, leggero,
una sensazione
piacevolissima.
Avanti cosi
per diversi, lunghi minuti
mentre le mani
si accarezzano dolci.
Poi, le tre vicine si alzano
per andarsene.
Mi alzo anch'io
per spostare la mia sedia
e farle passare
e cosi facendo
guardo la fanciulla
e le sorrido.
Lei non mi degna...
strano"...penso
ma a sorridermi
invece è la madre
che, passando,
mi strizza l'occhio
in un segno di complicità.
Accidenti!!!Ora capisco:
era sua la mano
che avevo accarezzato.
La signora...
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