martedì 1 novembre 2016

RICORDO DI APRILE

RICORDO di APRILE
Quello che conta

Al centro di Piazza Venti Settembre c’è una stella.
Al centro di ogni piazza c’è sempre qualcosa: un lampione, un mosaico, un tombino… se non c’è niente allora non è il centro della piazza, o quella non è una piazza.
Una volta gli studenti che si recavano a scuola a forte rischio di interrogazione, badavano bene di non passarci sopra.
“Porta sfurtuna!” dicevano. Il termine “sfiga”, oggi più adoperato, quella volta non era un uso.
Adesso gli studenti che si recano a scuola non hanno problemi circa il risultato dell’interrogazione.

Una volta, nei primi anni ‘60, verso le sei del pomeriggio un tale aveva preso l’abitudine di fermarsi proprio al centro della stella: rimaneva lì una decina di minuti, curiosamente con il naso in aria e gli occhi attenti, come per cogliere il passaggio di qualcosa, o un evento straordinario, o non si sa che altro.
I pochi uomini seduti sulle sedie di legno antistante il bar-trattoria Rossini, rimanevano tutto il tempo ad osservarlo.
“Mo chi è c’lù?”
“E chi l’ha mai vist”
“Per me en è manca de Fan”
“Prò è curios: ogni giorn a st’ora va malì e guarda a pr’aria; te vedi nient?”
“No, c’è qualca nuvola mo me par che è tropp poc per perda el temp a guardà ma quell”
“C’è casi anca ch’èn guarda, magara sent un udòr…”
Quest’ultima ipotesi ricevette scarso credito.
La discussione terminava quando il tale abbassava lo sguardo e, silenzioso com’era venuto, se ne tornava via, per ricomparire, immancabilmente, alla stessa ora del giorno seguente, pioggia neve o vento che Dio mandasse in terra.
Anche i passanti, incuriositi da cotal atteggiamento, si fermavano un attimo e mettevano il 
naso diretto verso il cielo senza tuttavia riuscire a vedere proprio niente. E ripartivano.
Ripartivano senza sapere che lui intanto li contava, li contava tutti.
Quando sarebbe arrivato a contare il trecentesimo ficcanaso… avrebbe cambiato piazza.


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