martedì 15 novembre 2016

RICORDO DI GIUGNO

RICORDO di GIUGNO
“Super Inox Bolzano”

Assomigliava curiosamente a Nicolò Carosio, nella voce e nelle fattezze.
Non si sa quanto fosse alto, perché non usciva mai dalla Fiat Topolino. Svolgeva il proprio lavoro stando seduto in auto con un microfono davanti alla bocca, tenuto fermo con un ingegnoso sistema a molle; sopra vi aveva posto un fazzoletto bianco, per evitare che la saliva rovinasse la fragile membrana.
Un microfono.
Come Nicolò Carosio.
Appunto.
Ogni sabato, e c’era il mercato, un bambino si fermava a guardare quello strano negozio semovente fatto con un plaid di lana steso sul cofano e sopra, in meticoloso ordine, lamette da barba, sapone, pennelli e rasoi di sicurezza. Sulla capote campeggiava un glorioso altoparlante Radio Marelli e sotto, seduto al posto di guida -vestito con un impeccabile completo, baffi curatissimi e voce di tonalità bassa- c’era lui, il simil-Nicolò Carosio. Invitava tutti a comperare le lamette della “Super Inox Bolzano” che, aggiungeva con puntigliosa competenza “sono le uniche a garantire mille rasature, tutte perfette”.
Super Inox Bolzano: colui aveva anche il pregio di non essere esterofilo!
L’auto lentamente si spostava facendosi largo tra la gente, quasi tutta di estrazione contadina, che animavano il mercato del sabato. I capoccia venivano da soli, spesso col motorino; le donne arrivavano in gruppo e con la bicicletta, la stessa che al ritorno quasi scompariva sotto il carico di enormi pacchi di merce comperata.
La difficoltà nel progredire non lo irritava affatto l’uomo della Super Inox Bolzano perché sapeva bene che l’andatura lenta favoriva l’acquisto. Gli uomini si fermavano, sceglievano la merce esposta sul cofano dell’auto e poi si chinavano verso il finestrino, con gli spiccioli in mano. Lui riscuoteva e ringraziava, senza staccare mai il microfono dalla bocca, cosicché tutti potevano ascoltare anche i minimi particolari della transazione.
Ah, dimenticavo: non si contrattava. Anche se non lo diceva, con lui i prezzi erano fissi.
Il bimbo non capiva cosa l’attirasse di più: l’auto? L’altoparlante? La merce in vendita? … o piuttosto lui, il Nicolò Carosio della situazione? Capiva solo che qualsiasi gioco stesse facendo doveva interrompersi, per andare a vedere quello della “Fiat Topolino” o, forse, per ascoltare la sua magica voce da basso lirico, mentre scherzava all’insegna di una commessa che passava veloce o discuteva, con un compratore un po’ tardo in matematica, circa la precisione del resto in danaro che gli aveva appena consegnato.
Solo quando pioveva l’uomo della Fiat Topolino non veniva al mercato, ed allora il bambino si chiedeva dove potesse essere andato, quel giorno.
Chissà: forse è ancora lì che aspetta il bel tempo, per tornare negli occhi del bambino.




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