martedì 8 novembre 2016

RICORDO DI MAGGIO

RICORDO di MAGGIO
La pergamena

L’iconografia era di quelle classiche: le rondini garrivano nel cielo sereno dell’imbrunire di Piazza XX Settembre, aria mite, alcune mamme osservavano i loro figli giocare, non trascurando di chiacchierare tra loro, tavoli e sedie del Bar Aurora tutti occupati da gente che parlava, beveva, fumava.
La donna attraversava velocemente la piazza per recarsi a casa mentre, nella memoria, annotava gli elementi iconografici di quell’ennesimo maggio, senza tuttavia provare curiosità né voglia di fermarsi a guardare meglio.
Fu un tacco, malevolmente infilatosi tra le fessure del selciato, a bloccarla d’imperio proprio davanti la chiesa di San Silvestro.
Operò con una certa maestria per liberarlo senza togliersi la scarpa, ma ormai si era fermata; lì, davanti alla chiesa.
Fervente cristiana non lo era mai stata. L’ultima volta che era andata a messa fu in occasione di… di che? Non ricordava. Qualcosa la spinse ad entrare. E lo fece.
“El segn d’la Croc se c’mincia da la spalla de destra o da c’l’altra?” si chiese assaporando il rumore attutito che giungeva da fuori. Non ricordava neppure che dentro la chiesa tutto diventa ovattato, il tempo si ferma, lo spirito si libera.
Si segnò come le capitò di fare, dopo aver inumidito le dita nell’acquasantiera.
Due passi avanti, verso l’altare, nel silenzio. Si stava immergendo in un mondo irreale, disertato dai più, dalla popolazione dei distratti.
Fissato al muro, un quadro proteggeva una vecchia pergamena; valeva la pena leggerla?
Con tutti i magoni che aveva, le incombenze, le difficoltà che solo una donna che vive in solitudine può conoscere, ritenne non fosse il caso di prestarle attenzione, neppure per soddisfare una punta di sana curiosità.
Un quadro, nel muro.
“Impara a mantenerti calmo e sereno tra il chiasso e l’agitazione, pensa alla pace che si gode nel silenzio”
“Cazzate” le venne di pensare.
“Evita le persone chiassose e rissose: sono un tormento per lo spirito”
Però: che strano! Quella pergamena la stava attirando irresistibilmente, voleva farsi leggere. Era un caso o piuttosto intendeva comunicarle qualcosa?
“Cerca di essere te stesso, non fingere l’affetto se non l’hai, ma non essere cinico verso l’amore perché anche se esso appassisce e secca, tuttavia rinverdisce sempre, come l’erba”
Ripensò ad una persona che non era più con lei; una persona importante, un giro di boa nella sua esistenza.
“Fa tesoro dell’esperienza che viene dagli anni e rinuncia ai sogni di gioventù”
L’esperienza e gli anni le avevano mostrato unicamente quanta forza deriva dalla serena rassegnazione …
“Tu sei una creatura dell’universo, non meno degli alberi e delle stelle. Hai diritto di restare qui, e non importa se lo sai o meno”
… anche se più di una volta aveva pensato di farla finita con questa vita così avara di soddisfazioni, così prodiga di delusioni ed amarezze.
“Sii in pace con Dio, qualunque sia la concezione che hai di Lui”
In pace con Dio… dovette ammettere a sé stessa che era sempre riuscita nell’intento di ricominciare da capo. Decisamente qualcosa o qualcuno l’aveva sempre aiutata: forse l’idea dell’esistenza di una Volontà superiore, forse la rabbia, forse l’amore.
Forse.
“Con tutte le falsificazioni, le noiose occupazioni ed i sogni spezzati… è pur sempre un bel mondo il nostro, il tuo. Sii prudente. Sforzati di essere felice.”
“… di essere felice…” ripetè automaticamente.
Finito di leggere non risolse di cambiar vita, né di votarsi ad opere pie. Non decise che sarebbe andata a Messa tutte le domeniche, né di scoppiare in uno sproloquio di bestemmie.
Restò a lungo col capo chino, guardando in terra, laddove il pavimento faceva angolo con il muro.
Prima di uscire.
(liberamente tratto da “Desiderata”, di Anonimo)




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