Rotolavano dolcemente
sui fianchi della collina
i rintocchi delle campane
della piccola chiesa di campagna
e scendevano lontano
sin quasi al mare;
una chiesetta sopra i boschi
in cima, a fianco della grande croce.
Come era bello sentirli
e che pace portava in quei luoghi
cosi lontani dalla modernità.
Lugubri e insistenti,soffocanti
invece, i suoni tristi della sirena
del porto nelle notti di nebbia;
fanno venire i brividi
come se annunciassero sempre
disgrazie o fatti tragici
pur sapendo che servono
a tutt'altro: a salvare vite.
Ma quell'urlo di notte, quel grido
mi ha sempre messo addosso
un senso di inquietudine.
Aspetta l'alba, l'arrivo della prima luce,
l'uccellino che canta tutte le mattine
sul lungo ed esile cipresso
che fronteggia la strada.
E' talmente bravo che sembra un carillon;
gorgheggia ed usa note musicali
variando in continuazione.
Puntuale, preciso, tutte le mattine,
all'alba; si esibisce per alcuni minuti,
come un musicista famoso
e poi se ne va, lasciando il silenzio
che torna a regnare per un pò,
prima che la strada diventi inferno.
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