mercoledì 25 dicembre 2013

UN RACCONTO DI NEVE.

Scendeva la neve che Dio la mandava, fiocchi grandi e leggeri che coprivano velocemente tutto: le case, le piante, la strada, i lampioni, le auto ferme sul ciglio della strada.
Nevicava forte; aveva iniziato all'improvviso e Mario non si era preparato ad affrontarla, non aveva neanche l'ombrello e ne doveva fare di strada prima di arrivare a casa. Aveva chiuso bottega tardi perchè di clienti ce n'erano stati tanti, portando qualche soldo in più che facevano comodo; ora doveva fare in fretta, molto in fretta. Accellerò il passo tenendo la testa bassa e tenendosi il cappello in testa con una mano.Andava rasentando i muri delle vecchie case del paese ma serviva a ben poco. Cadeva la neve come non ne aveva mai vista in vita sua, persino nel viso, nella bocca, nella barba, ne aveva dalle spalle sino ai piedi. Era anche freddo e le mani, seppur coperta da guanti fatti con grossa lana, servivano a ben poco.
Era costretto ad affrontare una cascata di neve, come se fosse un tunnel senza fine. 
Riusciva a seguire la strada tenendo d'occhio le case che rasentava; le conosceva tutte e quindi mentalmente contava quanta strada gli restava ancora da fare. La luce dei lampioni era fioca e non serviva a nulla. Cercava di tenersi su di morale pensando alla bella serata che lo aspettava in famiglia con la moglie, i figli, i nipoti per il cenone e canticchiava, non sapeva neanche lui cosa, canticchiava mentalmente, tenendo la bocca chiusa.
E la neve scendeva. scendeva, sempre più fitta. Cominciava a perdersi d'animo; sentiva freddo, le gambe si muovevano a fatica, non ci vedeva quasi più e gli restava difficile riconoscere le case. Ad un certo punto immaginò che non ce l'avrebbe fatta e si era messo a piangere piano piano, asciugando le lacrime con i guanti freddi e bagnati.
Sarebbe morto congelato proprio la notte di Natale?
Oramai era alla disperazione: vedeva solo bianco, solo un grande sipario bianco fatto di neve. Forse stava arrivando il momento di cedere per sempre. Nella testa sentiva confusione, suoni indistinti, voci dall'aldilà; e gli sembrava di vedere, lontano, persino le lucciole  
Pensò alla moglie, ai figli, alla sua vita modesta ma alla quale era legato, avrebbe perso tutto questo . Si era fermato, oramai stremato. I rumori si facevano sempre più forti e le lucciole sempre più vicine. Addio a tutti-aveva pensato- appoggiandosi al muro. 
Mario! Mario!!! Lo abbiamo trovato! Si era mobilitato mezzo paese per andarlo a cercare, dopo l'allarme dei suoi familiari. 
Lo avevano subito aiutato, scaldato e coperto con un mantello di lana e portato in casa dove lo aspettavano trepidanti i familiari.
E la neve cadeva ancora, cadeva in tutto il paese.

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