venerdì 28 marzo 2014

L'UOMO DALL'ORECCHINO AL LOBO SINISTRO.

Piccola premessa. Come accade spesso, nel rimettere mano in vecchi cassetti tenuti chiusi per decenni, sotto tante altre cose di tutt'altro genere, sono venute alla luce, in questi giorni, delle " bustone" gonfie di pagine scritte da me dagli anni '60 agli anni '90.
Ho aperto e guardato: mi ha fatto molto piacere leggere quel che scrivevo-come faccio oggi-in quegli anni. Tra queste ho ritrovato una poesia che avevo scritto dopo aver appreso della morte di un amico, artista di spessore importante, scomparso giovane e non apprezzato quanto avrebbe meritato.
Questo sono le righe del mio pensiero per lui:

Portava l'orecchino al lobo sinistro/
beveva vino rosso, spremuto nei campi/
e fumava l'erba.

Negli occhi aperti e sognanti/
esplosioni di luce e colori/
immagini intense di gnomi e folletti/
di gialli, di verdi, di azzurri.

Gli tornava alla mente un ricordo/
battendo le ali a farfalla/
sullo sfondo di pietre e ginestre.

All'ombra di un magico tronco/
nei giorni di un agosto assolato/
Sulle gambe del nonno paziente/
un verso di filastrocca:

" dormi felice  dolce bimbetto/
che ti sta a fianco un angioletto/
dormi e riposa sino al mattino/
come se fossi Gesù bambino".

Portava l'orecchino al lobo sinistro/
beveva vino rosso spremuto nei campi/
e fumava l'erba.

Sapeva dove andare con passo sicuro/
sfiorando le antiche pietre di rocche e palazzi/
e nell'angolo un Cristo di tufo.

Avrebbe trovato di nuovo quel sogno/
la musica dolce del canto/
il sole accecante, il magico tronco?

Un viaggio veloce nel nulla/
tra gnomi, folletti e colori impazziti/
un viaggio/
su limpide acque, nuvole e cielo.

Portava l'orecchino al lobo sinistro/
beveva vino rosso spremuto nei campi/
e fumava l'erba con gli angeli.

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