Un piccolo vialetto di sassi bianchi
molto ripido e stretto
correva sotto l'antico muro di cinta
ed era difficile da percorrere
perchè le piccole pietre
sfuggivano da sotto i piedi
ed era un attimo cadere a terra
e farsi male.
Si andava, quindi, lentamente
e con molto timore, appoggiando
una mano sul muro, coperto
di erba e piccoli cespugli.
Al termine della stradina
c'era una grande pineta,
così fitta di alberi che la luce
del sole, in estate, entrava a fatica.
In terra uno spesso strato di aghi,
di rami secchi e di pigne;
e proprio le pigne venivamo a prendere
dopo quello spericolata discesa,
per riporle nelle borse
e portarle a casa;
sceglievamo le più belle, le più grosse,
poi le mettevamo
sulla fiamma del camino,
aspettando che si aprissero
e togliere, una dopo l'altra,
con le dita nere di fumo
le gustose mandorle che avremmo
poi aperto per prendere i pinoli
e mangiarli subito, di corsa.
Non costavano nulla
ed era una piccola avventura.
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