domenica 13 gennaio 2013

GUANTANAMERA

Il rumore ed il chiasso lo avevano svegliato improvvisamente, in piena notte; erano grida e risate, sottolineate da una musica non altissima ma fastidiosa dal ritmo amato dai giovani. Si era alzato, insonnolito, per andare alla finestra e guardare fuori: non era la prima volta che la piazzetta difronte al suo condominio veniva occupata da gente non del luogo che si fermava a chiacchierare, a parlare a voce alta, insomma ad infastidire. Aveva alzato appena la serranda ed aveva guardato fuori, sbirciando dalle fessure.  Non si era sbagliato: c'erano ferme due auto, con gli sportelli aperti, la radio accesa e sette od otto tra ragazzi e ragazze; erano in parte appoggiati alle auto e fumavano, gli altri di fronte a sfottere, a stuzzicare e provocare. Quanto erano maleducati, aveva pensato, ed era stato indeciso se alzare del tutto la serranda e gridare improperi oppure attendere ancora qualche minuto con la speranza che se ne andassero, magari dopo aver fumato la sigaretta.
Stava riflettendo sul da farsi quando, dalla radio, erano scaturite le note di una canzone molto famosa e dal ritmo accattivante:Guantanamera. Si era fatto improvvisamente silenzio mentre una delle ragazze si era staccata dall'auto e si era posta al centro del gruppo; avrà avuto sui sedici, diciotto anni, capelli ricci e neri, pelle ambrata, gonna cortissima di jeans ed una maglietta  stretta, abbastanza scollata. Aveva cominciato a muoversi seguendo la musica, ad occhi chiusi, lentamente, assecondando il ritmo con mosse sinuose e provocanti, sembrava un papavero mosso da un vento lieve e  muoveva il capo facendolo ruotare da una spalla all'altra mentre i fianchi disegnavano figure particolarmente sensuali ed i piedi tracciavano segni e parole sfiorando l'asfalto. Non riusciva a crederci: guardava quella ragazza come se fosse una visione. Certe sue movenze gli ricordavano la danza amorosa di alcuni uccelli tropicali che tante volte aveva visto in televisione. Anche i ragazzi che le stavano intorno erano affascinati e rapiti , in silenzio, battendo solo le mani per sottolineare il tempo della canzone.
Poi le note si erano spente e la ragazza aveva riaperto gli occhi ridendo forte; applausi dagli amici e via...tutti in auto erano ripartiti ancor più fragorosamente. Ed era tornato il silenzio della notte.
Ma lui non era riuscito a riprendere sonno per molte ore.

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