Io arrivavo nei paraggi in cinquecento,bianca, parcheggiavo, gironzolavo, guardavo, ascoltavo e...scrivevo già allora alcune mie piccole e modeste riflessioni.
Mi arrampicavo anche nella Rocca, salivo sino in cima e guardavo lontano, gli orizzonti splendidi dell'Umbria. Ci passavo qualche ora poi tornavo ad Assisi.
Avevo più o meno sempre gli stessi orari, di solito andavo sulla tarda mattinata.
Qualche giorno dopo che avevo scoperto quel bellissimo luogo ho avuto una specie di visione: mentre gironzolavo curiosando ho visto avanzare in uno stradino dei prati circostanti un bellissimo cavallo color cioccolata montato da una ragazza dai lunghi capelli castani, vestita in modo normalissimo con jeans, camicetta e maglietta, niente di accademico insomma.Se ne veniva tranquilla, mi è passata accanto, sorridendo appena e se ne è andata.
Siccome procedeva lentamente ( anzi,penso che fosse il cavallo a decidere tutto, anche l'andatura) avevo avuto modo di guardarla bene: bella, viso interessante, sui diciotto, venti anni, quindi quattro o cinque meno di me.
Un episodio da nulla, ben presto dimenticato.
Se non che il giorno dopo è accaduta la stessa cosa ed il giorno successivo ancora: sembrava quasi ci fossimo dati appuntamento. In verità ero incuriosito ma lei non dava segni di confidenza ed io evitavo di fare qualche approccio. Però ogni volta la osservavo con più attenzione: certo faceva una gran bella figura. A cavallo, bella, incedere da gran premio ippico...mi incuriosiva non poco.
Poi le cose sono cambiate: nei giorni successivi qualche sorrisetto, qualche parola, abbiamo cominciato a conoscersi. Lei si fermava, smontava da cavallo, lo lasciava e cominciavamo a chiacchierare del più e del meno.Ci siamo conosciuti meglio, era in vacanza da parenti, sarebbe andata via il mese successivo; io invece avevo davanti a me solo due settimane prima di tornare a Fano.
Era molto simpatica, cordiale e sinceramente interessante.
Ma vorrei raccontare altro. Un giorno, dopo essere appena scesa da cavallo mi fa" perchè non provi? E' buono buono e docile, prova a montare...". Ero molto perplesso, non mi fidavo...sarà buono ma se "sgroppa" dove vado a finire? Ma non volevo fare neanche la figura del codardo e allora, con un sorriso storto in bocca, dopo qualche indicazione che lei mi ha dato, mi sono deciso. In groppa. Non eravamo in un maneggio, eravamo in una collina con prati e alberi,insomma un posto scomodo.Confesso: appena salito mi sono guardato intorno: mi sembrava di stare al terzo piano di una casa; in alto, lontano dalla terra sicura,con qualche brivido alla schiena. Non faceva per me ma lei aveva preso le redini e faceva camminare il cavallo lanciandomi ogni tanto sguardi maliziosi e sorrisi da presa in giro. Aveva capito benissimo ma non voleva darmi ragione. E così abbiamo" camminato" per un po' mentre io non vedevo l'ora di scendere.
Poi, finalmente, ho potuto rimettere piede sulla terra sicura.
E allora ho anche riso. Non devo aver fatto una grande figura ma...
Ma non sono più risalito e lei non me lo ha più chiesto.
Però è stata una bella storia.
Lei andava spavalda a cavallo...io no!
Nelle foto: io sulla Rocca nella foto che mi ha scattato lei; mio padre che invece sapeva andare a cavallo e spero non si sia vergognato troppo di me.
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