lunedì 21 gennaio 2013

IL ROMPIBALLE

Domenica senza lode e senza infamia; una giornata invernale che sta per concludersi.
Tardo pomeriggio ( 18,30 più o meno) , ha appena smesso di piovere, faccio una puntatina in centro per fare due passi e prendere il caffè. 
Poca gente in giro, pochissimi passanti che aspettano, come me, di chiudere la giornata; preso il caffè mi incammino su corso Matteotti andando verso piazza XX settembre, guardo qua e là le vetrine, passo dopo passo, senza fretta, penso anche ai fatti miei, tanto per non perdere l'abitudine.
" Marcello! " sento, da lontano, gridare il mio nome; penso" non è possibile che chiamino me" e seguito dunque la passeggiata. " Marcelloooooo!" Mi fermo, adesso sono certo, il richiamo è rivolto al sottoscritto, mi giro: ad  una ventina di metri vedo arrivare a passo veloce un conoscente che, per fortuna mia, vedo si e no tre, quattro volte l'anno. Non posso far finta di nulla, in strada  non c'è nessuno e non ho vie di fuga. " Oh, ciao, non ti avevo visto" dico senza troppo entusiasmo perchè il personaggio è un noto rompiballe che in molti sfuggono quando possono. " Hai visto? dice lui, en c'è nisciun!!!"  Purtroppo!, penso dentro di me senza esternare, per educazione. E da qui, mentre procediamo lungo il corso, sino in cima e poi di ritorno in senso inverso, mi attacca un bottone parlando quasi sempre lui, dei più svariati temi( assolutamente noiosi) della politica locale e nazionale, della televisione, della Cina, della Germania, sparando giudizi e conclusioni, massime e suggerimenti, tirando a caso, perchè spesso sbaglia, personaggi, luoghi, avvenimenti, situazioni, riversandomi addosso una cascata di parole e di chiacchiere che fanno precipitare il mio spirito ed il mio essere sotto la suola delle scarpe. Mi guardo in giro fiducioso, ci fosse qualcuno che conosco e che posso agganciare in qualche modo per salvarmi dal tritapalle ma il destino non mi aiuta. Nessuno. Seguitiamo a camminare sempre più lentamente anche perchè il conoscente ha la brutta abitudine di fermarsi ogni due passi, fare sosta per diversi secondi e poi ripartire per poi rifare la stessa cosa dieci metri più avanti. Non so cosa fare, non so cosa dire, il mio cervello non riesce neanche ad elaborare una scusa plausibile per tagliare la corda; non ce la faccio più. Sembrerà strano ma questa mia impotenza di fronte al suo dilagare di baggianate mi fa salire le lacrime agli occhi e qualcuna scende lungo le gote. Siccome ogni  dieci passi ci fermiamo e lui mi si mette anche di fronte per parlare meglio, non riesco a nascondere il mio pianto e cerco di asciugarmi veloce per non farmi accorgere ma " Vedi ? stasera è propri fredd!!! Ti lacrimano gli occhi" mi dice. " eheheheheheh" rispondo ebete e tiro avanti. All'altezza del caffè centrale prendo una drastica decisione, guardo l'orologio e dico" accidenti! si è fatto tardi, devo andare, ciao". Neanche per le mille! E mi dice:" per me è ancora prest, du c'hai la machina che t'acumpagn?". Una botta in testa sarebbe stata più gradita. Balbetto, dico qualcosa " è lontana, verso la Sassonia"..." bene, bene. vengo con te". Altre decine e decine di metri di sofferenza mentre lui sentenzia sui prossimi risultati elettorali che lui conosce già ( ???) e che non può sbagliare. Arriviamo all'auto che sono praticamente distrutto ma ci arriviamo, finalmente. Tiro un sospiro di sollievo, prende la chiave dalla tasca, mi torna il sorriso sulle labbra e:" ciao ciao, a presto!" dico mentre con una mano in tasca faccia le corna; apro la portiera ma non c'è fine al peggio" Ma te-mi dice- abiti ancora al Poderino?"  Certo rispondo io che-ottenebrato e confuso lì per lì non capisco- " alora veng sa te che tant ormai ... la serata è finita" e mi aggiunge il luogo in cui abita anche lui, effettivamente sulla strada per andare a casa. 
Sale e parla ancora mentre le lacrime mi riempono gli occhi e cadono fitte sulle mie ginocchia mentre guido in trance.
Arrivo a casa distrutto...e pensare che ero uscito per prendere il caffè e fare due passi. 
E questa storiella, purtroppo, è proprio vera...

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