venerdì 1 febbraio 2013

LA RUOTA...DEI SOGNI

Non era niente di speciale, credo: una grande ruota di ferro con un manico per spingerla e farla ruotare e quindi "pompare" l'acqua in superficie per farla uscire dal rubinetto. Ce n'erano due nel paese: una vicina casa mia in una piazzetta e l'altra in cima al corso principale del paese, detta " la ruota di San Francesco", forse perchè c'era una chiesetta nei pressi. La prima portava acqua di scarsissima qualità ( chissà dov'era il pozzo...) l'altra invece-si diceva in paese- faceva sgorgare acqua purissima e di grandi qualità, forse persino miracolose( forse) e quasi tutti usavano questa per riempire bottiglie o piccole damigiane da tenere in casa.
Insomma, quella vicino casa mia era di seconda categoria e veniva usata solo per servizi  non domestici.
Ma a noi ragazzetti di pochi anni a che cosa servisse l'acqua non ce ne interessava nulla perchè, della ruota, facevamo ben altro uso e assai più divertente: la utilizzavamo per fare il "dondolo" avanti e indietro, seduti o a cavalcioni sul lunga barra di legno che serviva per farla girare. A turno salivamo e gli altri mettevano in movimento la ruota( senza farla girare del tutto, naturalmente sennò ci saremmo rovesciati pesantemente in terra): avanti e indietro, proprio come un dondolo. Quante ore ho e abbiamo passato vicino a quel marchingegno, divertendoci come matti, con poco o nulla. "State attenti!" gridavano le mamme dalle finestre; " state attenti che vi fate male!" ci diceva un meccanico che aveva l'officina proprio a pochi passi e che veniva alla pompa per rifornirsi d'acqua per i suoi lavori.
Ma noi non stavamo attenti, badavamo solo a divertirci.
Spesso ho provato anche a fare il dondolo da solo, visto che abitavo lì vicino e arrivavo in un attimo ma non sono mai riuscito a far muovere la ruota: troppo pesante e seduto sulla barra i miei piedi non arrivavano a terra, magari per tentare di darmi una spinta.
Allora stavo seduto, fermo, senza riuscire a far nulla ma non volevo mollare. E non mollavo.
Ora in Arcevia di ruota ne è rimasta una sola, come reperto antico ed amato dagli abitanti: quella detta di San Francesco; l'altra, vicino casa mia, che era più grande, è stata tolta da tanti anni.
E' il tempo che passa inesorabile e porta via tutto ma non cancella i nostri ricordi.


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