lunedì 4 febbraio 2013

VOLARE

C'era un sole tiepido e aria primaverile in quella mattinata di febbraio. Aveva camminato fino al mare, piano, per assaporare quei bei momenti fuori stagione. Poi si era seduto in una panchina di legno rivolta verso la spiaggia, vedeva le onde, il colore dell'acqua, i gabbiani che volavano. Aveva tirato indietro il vecchio cappello per sentire il calore del sole sul viso, rugoso, segnato dal tempo e dalle vicende spesso amare della vita e aveva acceso il mezzo sigaro che teneva sempre in tasca. Poi aveva chiuso gli occhi e si era lasciato andare ai pensieri. Non c'era nessuno in giro ed il silenzio era rotto solo dall'aspro verso dei gabbiani, sempre in lite tra loro per un boccone.
Ci veniva anche da piccolo in quel tratto di spiaggia, tanti, tanti anni prima, accompagnato dalla madre; altri tempi, altro ambiente, altra età. 
Ora doveva pensare solo a resistere ancora; ...quanto? Giorni, settimane, qualche mese o forse non sarebbe stato meglio chiudere definitivamente quel lungo libro della vita e mettere la parola fine? 
Stava bene, era caldo, a febbraio, gustava la tirata di fumo come non aveva mai fatto, si sentiva leggero e tranquillo, la mente libera, senza pensieri tristi come invece spesso era accaduto prima di allora.
L'azzurro del mare era attraversato da raggi dorati di sole, sembrava quasi che facessero scintille. Volavano piano piano i gabbiani, non gridavano più, c'era silenzio, silenzio, silenzio. Come stava bene, era giunto il tempo di sorridere. Ed aveva sorriso; la cenere del sigaro era caduta posandosi sul cappotto, tracciando una leggera riga grigia .
Poi i gabbiani avevo ripreso a gridare ed il mare a fare scintille.

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