mercoledì 23 marzo 2011

ASCOLTA

Camminava lentamente, le braccia dietro la schiena, trascinava i piedi come se facesse fatica, portava le stesse scarpe di para e finto camoscio oramai logore e rotte in più punti. Il viso era sempre rivolto verso terra,barba lunga, espressione seria e triste, la stessa in ogni momento della giornata.Percorreva chilometri, senza fermarsi mai, senza riposare un pò, sia d'estate sia d'inverno. Non parlava con nessuno come se non fosse di questa città, come se non avesse amici, conoscenti, parenti, nessuno. Mangiava? Dormiva?Aveva un  tetto sotto il quale ripararsi? Aveva qualche soldo per mantenersi? Perchè era così? Tragedie familiari, forse, o malattia mentale o solitudine, sentirsi solo e basta. Incrociandolo per strada, qualche volte al Lido o in Sassonia, su percorsi spesso deserti, mi era venuta voglia di seguirlo, di fermarlo e chiedergli qualcosa, magari una banalità, una informazione, tanto per sentire la sua voce , per rendermi conto se era persona con la quale si poteva aprire un minimo di dialogo. Poi ho sempre desistito, ho sempre avuto paura di violare in qualche modo la sua riservatezza. Perchè, mi dicevo, questo atteggiamento potrebbe anche essere il frutto di una scelta precisa di vita: essere solo con se stesso, non badare agli altri, non curarsi degli altri come sovente gli altri non si curano di te. Voler vivere con le proprie idee senza doversi confrontare, senza dover subire o imporre,lontano dalle chiacchiere e dalle parole usate tanto per fare rumore, per aprire bocca.Eppoi...tanto nessuno ti ascolta. Un filosofo, e perchè no? A me pareva però che a tradire questa supposizione fosse l'espressione del viso. Un viso scarno, segnato da molte rughe, ciglia aggrottate e la bocca atteggiata ad una smorfia non tanto di dolore quanto di tristezza infinita. Allora, quando lo incontravo, soprattutto al mare, lo seguivo con lo sguardo per diverso tempo fino a che  non spariva dal mio orizzonte. E pensavo, cercavo di immaginare, ma non ne ho cavato fuori mai nulla. Chi era? da dove veniva? Come aveva vissuto la sua vita, era mai stato giovane? Era mai stato felice? In fondo , erano sempre le stesse domande cui non potevo che dare le stesse risposte. L'ho incontrato e visto per qualche anno direi, comunque per molto tempo. Poi, all'improvviso, qualche mese fa, ho notato la sua mancanza. Nè in città, nè al mare, nè in periferia, mai, in nessuna ora della giornata. Mai più. Ho chiesto in giro, a qualche amico ma nessuno ne aveva notato la presenza e quindi, tanto meno l'assenza. Dove era andato. Aveva forse cambiato città, oppure aveva cambiato vita. Era  morto? Si era ucciso? Ho letto  per qualche tempo le cronache locali ma non ho mai trovato nulla. Era semplicemente sparito. Lo so, non era nessuno eppure a me sembra di aver perso un amico.

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