giovedì 24 marzo 2011

LA PUPA DI PEZZA

Era stato proprio un  giorno fortunato, aveva pensato lei, quel  cinque gennaio, giorno prima dell'epifania. Perchè la vecchia proprietaria di quel negozietto di periferia era riuscita a vendere il trenino di latta ed aveva messo al suo posto, in vetrina, alcuni soldatini di piombo. Lei, all'inizio, non li aveva guardati per timidezza, solo qualche sbirciatina con i suoi occhietti azzurri dipinti ad acquerello ma poi aveva preso coraggio. Erano tutti disposti di fronte a lei, sul piano di quella vetrina sporca e polverosa, e quindi aveva potuto guardare bene, senza farsi notare troppo. Erano sette, con le divise blu e rosse, il cappello alto, e con certi baffoni lunghi e neri da far spavento. No...SEI erano così: il settimo le aveva provocato un tuffo nel suo cuore di segatura;era il tamburino, con i capelli gialli, il viso chiaro ed il tamburo di latta appoggiato sulle gambe. Quant'era bello! Lei lo guardava in continuazione, naturalmente, e avrebbe voluto che la vecchia padrone almeno una volta avesse ripulito la vetrina, dando magari anche una spazzolata ai suoi capelli di stoppa e avesse tolto quelle piccole ragnatele che pendevano a pochi centimetri dal suo capo. Cosa pensava di lei il bel tamburino? Le piaceva? Avrebbe fatto qualcosa per farsi capire? Un  giorno, ad esempio, le era sembrato che lui avesse mosso il capo come per dire si.Ma, forse, era stato solo quel gran colpo di vento che aveva fatto tremare la vetrina.Chissà. Con il passare dei giorni si erano abituati a stare insieme e lei era felice,felice come non mai. Si era innamorata perdutamente del tamburino, perdutamente. Se invece di essere una pupa di pezza e segatura fosse stata una ragazza in carne ed ossa avrebbe saputo bene come conquistarlo e farsi amare. Comunque, andava bene così. E lo guardava sempre, sin dal primo momeno in cui la padrona toglieva gli scuri alla vetrina e faceva entrare la luce,fino a sera, quando chiudeva il negozio. Purtroppo, però, era arrivato anche il giorno maledetto. Sbattendo la porta e facendo traballare tutta la vetrina,erano entrati insieme alla mamma, due bimbi, chiassosi e capricciosi che dopo aver cercato dappertutto alla fine aveva deciso di comperare i soldatini di legno. Ad uno ad uno la proprietaria li aveva presi e messi in un sacchetto di carta; per ultimo proprio il tamburino. Che dolore! Che dolore per la pupa di pezza. Se avesse potuto piangere avrebbe allagato il negozio. Come avrebbe potuto andare avanti senza di lui? Il suo grande amore. I bimbi e la mamma avevano riaperto la porta per andarsene e la avevano rinchiusa con forza, facendo traballare di nuovo la vetrina. Era stato un attimo; lei si era lasciata cadere in terra proprio lì dove l'anziana negoziante teneva il braciere per scaldare il locale.Un  attimo, solo un pò di fumo, una piccola fiamma ed un briciolo di cenere.

Nessun commento:

Posta un commento