A piccoli passi
per mano
avevi pazienza
e aspettavi
che il bimbo
facesse la strada
un poco
per volta
e tu sorridevi
invitandolo
a farsi coraggio;
ne sono
passati di anni
quel bimbo
ha trascorso
una vita
ora è lui
che tende
la mano
e ti guarda
negli occhi
che vede lassù
tra le nuvole
e attende
un sorriso
che inviti
a seguirti.
venerdì 31 maggio 2013
giovedì 30 maggio 2013
RUGIADA
esposta al sole
nel viso abbronzato
minuscole gocce
di sudore
come perle
sopra le labbra
belle e carnose
e un profumo
di crema solare
che sembrava
quello delle rose
appena sbocciate
parlava piano
con espressione
quasi imbronciata
poi all'improvviso
un sorriso
forte e pieno
a scoprire
denti bianchissimi
e le piccole perle
scomparivano
per riformarsi
come rugiada
poco dopo
nel sole
dell'estate.
PICCOLA RIFLESSIONE SULL'AMICIZIA
E' una occasione triste che mi porta a fare questa modesta riflessione-ancora una volta-sull'amicizia ma...tanto vale.
La morte di Bruno Longhini, forse oramai sconosciuto ai più a Fano ( visto che se ne era andato a Roma tantissimi anni fa)ha segnato comunque, per noi pochissimi che gli siamo stati amici soprattutto prima che partisse, un grosso dispiacere, come è facile immaginare. Essersi frequentati per tanti anni, aver avuto molti interessi comuni, gli anni della giovinezza, conoscersi bene, anche se poi uno è lontano, resta per sempre nella memoria e nei sentimenti.
Ebbene, dopo che si è avuta notizia a Fano della sua morte, alcuni conoscenti, con i quali ho avuto modo di parlare perchè sapendo che gli ero amico mi hanno fermato per scambiare alcuni parole, nel discorso hanno continuamente utilizzato il termine " amico" riferito a Bruno.
Persone che, sinceramente, più o meno non sapevano neanche chi fosse, salvo per alcuni lontani ricordi di secoli fa: o ex amici di scuola, o vicini di casa o poco altro.
" L'amico Bruno", ripetevano. Ma quale amico?
Amico vuol dire ben altro e non è necessario che io lo ripeta ancora una volta ma credo che in questa superficiale definizione contribuisca in modo negativo anche FB che oramai -per definizione- ritiene tutti amici, solo perchè hanno cliccato un tasto pur essendo del tutto sconosciuti.
Dammi l'amicizia, siamo amici, ho 5000 amici, vuoi diventare mio amico? Diventa amico di questo e di quello...e via di questo passo. Tanto amici o amiche che in un anno al massimo ti fanno gli auguri di compleanno perchè è FB che glielo ricorda!!! Poi...il silenzio più assoluto.
Nelle amicizie più coinvolgenti ti puoi aspettare al massimo qualche messaggino, poche parole in chat, qualche " mi piace" per farti contento e ...stop!
Ho provato anch'io, ecco perchè ne posso parlare con cognizione di causa. Essere amici su FB è tutto questo: superficialità, nessuna voglia di dialogare, nessun interesse, qualche battuta, molte cazzate, il vuoto.
Quindi: amico dopo essersi frequentati per anni, sapere l'uno dell'altro, avere conoscenza è una cosa( seria);
amico perchè ha battuto un tasto, ha cliccato " mi piace" due o tre volte, ti ha fatto gli auguri ( suggeriti e spesso neanche quelli), oppure ci sei andato a scuola o ci hai parlato qualche volta per strada ma non sai niente di lui... è tutt'altro.
Magari il caso di Bruno è un caso limite; lontano da Fano da tantissimi anni, schivo, riservato, anche quando tornava preferiva fare lunghe passeggiate portando a spasso un bel canelupo, pochissime amicizie, è comprensibile che la sua morte passi sotto silenzio ( per quel che è a mia conoscenza non sono stati fatti neanche manifesti); però, poi, parlarne e definirsi " amici" mi sembra troppo, anche per FB.
La morte di Bruno Longhini, forse oramai sconosciuto ai più a Fano ( visto che se ne era andato a Roma tantissimi anni fa)ha segnato comunque, per noi pochissimi che gli siamo stati amici soprattutto prima che partisse, un grosso dispiacere, come è facile immaginare. Essersi frequentati per tanti anni, aver avuto molti interessi comuni, gli anni della giovinezza, conoscersi bene, anche se poi uno è lontano, resta per sempre nella memoria e nei sentimenti.
Ebbene, dopo che si è avuta notizia a Fano della sua morte, alcuni conoscenti, con i quali ho avuto modo di parlare perchè sapendo che gli ero amico mi hanno fermato per scambiare alcuni parole, nel discorso hanno continuamente utilizzato il termine " amico" riferito a Bruno.
Persone che, sinceramente, più o meno non sapevano neanche chi fosse, salvo per alcuni lontani ricordi di secoli fa: o ex amici di scuola, o vicini di casa o poco altro.
" L'amico Bruno", ripetevano. Ma quale amico?
Amico vuol dire ben altro e non è necessario che io lo ripeta ancora una volta ma credo che in questa superficiale definizione contribuisca in modo negativo anche FB che oramai -per definizione- ritiene tutti amici, solo perchè hanno cliccato un tasto pur essendo del tutto sconosciuti.
Dammi l'amicizia, siamo amici, ho 5000 amici, vuoi diventare mio amico? Diventa amico di questo e di quello...e via di questo passo. Tanto amici o amiche che in un anno al massimo ti fanno gli auguri di compleanno perchè è FB che glielo ricorda!!! Poi...il silenzio più assoluto.
Nelle amicizie più coinvolgenti ti puoi aspettare al massimo qualche messaggino, poche parole in chat, qualche " mi piace" per farti contento e ...stop!
Ho provato anch'io, ecco perchè ne posso parlare con cognizione di causa. Essere amici su FB è tutto questo: superficialità, nessuna voglia di dialogare, nessun interesse, qualche battuta, molte cazzate, il vuoto.
Quindi: amico dopo essersi frequentati per anni, sapere l'uno dell'altro, avere conoscenza è una cosa( seria);
amico perchè ha battuto un tasto, ha cliccato " mi piace" due o tre volte, ti ha fatto gli auguri ( suggeriti e spesso neanche quelli), oppure ci sei andato a scuola o ci hai parlato qualche volta per strada ma non sai niente di lui... è tutt'altro.
Magari il caso di Bruno è un caso limite; lontano da Fano da tantissimi anni, schivo, riservato, anche quando tornava preferiva fare lunghe passeggiate portando a spasso un bel canelupo, pochissime amicizie, è comprensibile che la sua morte passi sotto silenzio ( per quel che è a mia conoscenza non sono stati fatti neanche manifesti); però, poi, parlarne e definirsi " amici" mi sembra troppo, anche per FB.
mercoledì 29 maggio 2013
BRUNO
Ci eravamo conosciuti da ragazzi; abitava nel palazzo antico ad angolo tra via S.Francesco e via Nolfi; il babbo aveva una impresa di legnami nei pressi del deposito autobus di Vitali. Siamo stati nella stessa " compagnia" per diverso tempo, per molti anni frequentandoci sia d'inverno sia d'estate. Andavamo spesso a ballare ed ancor più spesso organizzavamo feste in casa sia dell'uno sia dell'altro a seconda delle disponibilità dei genitori. Ne abbiamo fatte persino nei locali dove il babbo aveva l'impresa, tanto ci piaceva.E poi le interminabili e obbligatorie serate in pizzeria, da Franco, a centinaia sia in città sia al mare. Teneva molto alla persona e vestiva sempre con cura ed i genitori non gli facevano mancare nulla.
Ad un certo anno mentre noi andavamo in bicicletta o al massimo in motorino( o vespa o lambretta) lui si presentò al mare dove di solito ci incontravamo, in una primavera di sole,a bordo di una macchina nuova di zecca,decappottabile, color topo, interni di pelle rossa, (750 spider) che lasciò tutti noi di stucco.
Studiava e leggeva molto,appassionato di cinema e di spettacoli, aveva già in mente quel che poi avrebbe fatto " da grande". Salto tutti gli altri particolari per arrivare al momento in cui si mise a scrivere di teatro, vinse premi, si laureò, seguitò a scrivere, spinto anche da altri amici, tentò la grande avventura a Roma. Riuscì ad entrare nel grande giro della televisione e non ci mise molto a farsi valere. Fu autore di grandi servizi di successo su personaggi famosi nel mondo, di teatro, di cinema, viaggiò in America, in Inghilterra,in Francia ed in altri paesi.
Collaborò per molto tempo con Pippo Baudo nelle sue fortunatissime trasmissioni, poi con la Venier ed altri.
Ed era ancora presente anche di questi tempi, collaborando per le trasmissioni di Giletti.
Era un mondo che conosceva bene,quello della TV e quando, raramente, tornava a Fano me ne parlava non sempre in tono lusinghiero.
Credo, comunque che abbia fatto la vita che gli piaceva; è stato un'anima un po' inquieta, non sempre fortunato con la sua salute ma non mi aspettavo di certo la sua morte che è avvenuta forse per infarto.
Un paio di volte si propose per venire a Fano a dare un suo contributo alla vita culturale della città, soprattutto nel teatro ma...come si sa, da noi i cervelli non fumano( e si preferisce usare i mediocri locali purchè dicano sempre sì e portino anche voti )e lui rimase tranquillamente a Roma.
Lascia a Fano alcuni amici, questo è certo.
Secondo le sue volontà, verrà cremato e le sue ceneri resteranno a Roma.
Ad un certo anno mentre noi andavamo in bicicletta o al massimo in motorino( o vespa o lambretta) lui si presentò al mare dove di solito ci incontravamo, in una primavera di sole,a bordo di una macchina nuova di zecca,decappottabile, color topo, interni di pelle rossa, (750 spider) che lasciò tutti noi di stucco.
Studiava e leggeva molto,appassionato di cinema e di spettacoli, aveva già in mente quel che poi avrebbe fatto " da grande". Salto tutti gli altri particolari per arrivare al momento in cui si mise a scrivere di teatro, vinse premi, si laureò, seguitò a scrivere, spinto anche da altri amici, tentò la grande avventura a Roma. Riuscì ad entrare nel grande giro della televisione e non ci mise molto a farsi valere. Fu autore di grandi servizi di successo su personaggi famosi nel mondo, di teatro, di cinema, viaggiò in America, in Inghilterra,in Francia ed in altri paesi.
Collaborò per molto tempo con Pippo Baudo nelle sue fortunatissime trasmissioni, poi con la Venier ed altri.
Ed era ancora presente anche di questi tempi, collaborando per le trasmissioni di Giletti.
Era un mondo che conosceva bene,quello della TV e quando, raramente, tornava a Fano me ne parlava non sempre in tono lusinghiero.
Credo, comunque che abbia fatto la vita che gli piaceva; è stato un'anima un po' inquieta, non sempre fortunato con la sua salute ma non mi aspettavo di certo la sua morte che è avvenuta forse per infarto.
Un paio di volte si propose per venire a Fano a dare un suo contributo alla vita culturale della città, soprattutto nel teatro ma...come si sa, da noi i cervelli non fumano( e si preferisce usare i mediocri locali purchè dicano sempre sì e portino anche voti )e lui rimase tranquillamente a Roma.
Lascia a Fano alcuni amici, questo è certo.
Secondo le sue volontà, verrà cremato e le sue ceneri resteranno a Roma.
martedì 28 maggio 2013
IL VIAGGIO
Diceva con un dolce sorriso:
per il viaggio mi basta
una piccola borsa,
ho già preparato
quel poco che porterò
con me e di cui, credo
non potrò fare a meno.
Una manciata di ricordi,
il sorriso di mia madre,
la fede nell'amore vero,
lo sguardo dei figli,
il bacio di chi
non è più tornato,
la croce d'oro
che ho sempre
tenuto al collo,
alcune lettere
che mi hanno tenuto
compagnia
per tutta la vita.
E nella borsa
non porterò rimpianti.
per il viaggio mi basta
una piccola borsa,
ho già preparato
quel poco che porterò
con me e di cui, credo
non potrò fare a meno.
il sorriso di mia madre,
la fede nell'amore vero,
lo sguardo dei figli,
il bacio di chi
non è più tornato,
la croce d'oro
che ho sempre
tenuto al collo,
alcune lettere
che mi hanno tenuto
compagnia
per tutta la vita.
E nella borsa
non porterò rimpianti.
LA LUNA
Dietro la luna
il mondo che gira
l'universo
di stelle e pianeti
appare sulla cima
di un cipresso
come una corona
di luce
e nella notte
sembra sorridere
chissà perchè
immagino
che rida di noi
affannati
nelle nostro
piccolo essere
che non è nulla
e la luna
per non ridere
ancora
guarda altrove.
il mondo che gira
l'universo
di stelle e pianeti
appare sulla cima
di un cipresso
come una corona
di luce
e nella notte
sembra sorridere
chissà perchè
immagino
che rida di noi
affannati
nelle nostro
piccolo essere
che non è nulla
e la luna
per non ridere
ancora
guarda altrove.
lunedì 27 maggio 2013
GIRA GIRA..RITORNO SEMPRE QUI...
Lo so, è un argomento che ho già affrontato ma tornarci mi piace perchè sta veramente diventando un fatto di costume sociale con il quale bisogna oramai fare i conti tutti i giorni seppure, salvo occasioni, siano solo espressioni, quasi innocenti, di una società che guarda esclusivamente " all'apparire" invece che ai valori personali ed interiori.
Eccoli, dunque, fighetti e fighette, sfrecciare sui loro SUV, sulle loro minicooper, sui loro maggioloni decapotabili, con i Ray ban da sole sulla fronte, cellulare ultima generazione, tablet, vestiti all'ultima moda, abbronzatissimi, lampade e sole naturale, happy hour puntuale, cene e feste sempre fuori casa. Poi ci sono quelli/quelle che hanno i soldi per davvero e allora hanno il SUV da 65.000 euro e quelli che lo acquistano con il mutuo, modesto seppur appariscente, 15.000 euro tutto compreso, ma tanto basta.
Recentemente si è aggiunto un optional costoso ma inevitabile per i tempi che corrono: il cane( cani) di razza e costosi. Non si può vivere senza! Bau bau si affacciano dal finestrino, tutti tirati a lucido, educati, scendono dalle auto ed anch'essi hanno imparato a pavoneggiarsi come i padroni perchè la stupidità non ha mai limiti. Sanno come comportarsi al bar, mettersi accucciati ai piedi del capo quando questi sono al tavolo a prendere l'aperitivo, non chiedono nulla, fanno le belle statuine, come chi ce li ha portati.
Le fighette pretendono di andare con il SUV ovunque, anche dove non si potrebbe: salgono sui marciapiedi, sostano in curva, entrano quasi dentro le scuole quando vanno a prendere i figli, parcheggiano davanti a cancelli, scivoli, ingressi, senza nessuna educazione perchè:" io tengo il SUV" !!!!
Dicevo, i raffinati/e ora mostrano le minicooper, costosissime e brutte( oltre il SUV naturalmente); servono per i tragitti brevi, per andare in palestra, o a correre in pista, o al centro estetico per gli ultimi ritocchi prima della prova costume.
Fa figo la minicooper, molto figo.
Ma non finisce qui. Recentissimamente qualche fighetta più coraggiosa si è buttata anche sulle due ruote: non scuteroni che fanno miseria ma...moto vere e proprie. Arrivano rombando, vestite come nelle riviste specializzate, persino con il foulard al collo come vogliono le mode. Non stanno nelle pelle, quando parcheggiano perchè molti si girano a guardare. Si tolgono il casco, con telefonino incorporato, piano piano, come se facessero lo spogliarello. Ed una volta tolto...giù una cascata di capelli biondi da far impazzire, oppure...caschetto con taglio cortissimo, molto comodo nei mesi caldi e suderecci. Purtroppo, in questo caso, senza cane. Ma rimedieranno in altra occasione, ne sono certo.
E vaiiiiiiiiiii!!!!!!!!
Eccoli, dunque, fighetti e fighette, sfrecciare sui loro SUV, sulle loro minicooper, sui loro maggioloni decapotabili, con i Ray ban da sole sulla fronte, cellulare ultima generazione, tablet, vestiti all'ultima moda, abbronzatissimi, lampade e sole naturale, happy hour puntuale, cene e feste sempre fuori casa. Poi ci sono quelli/quelle che hanno i soldi per davvero e allora hanno il SUV da 65.000 euro e quelli che lo acquistano con il mutuo, modesto seppur appariscente, 15.000 euro tutto compreso, ma tanto basta.
Recentemente si è aggiunto un optional costoso ma inevitabile per i tempi che corrono: il cane( cani) di razza e costosi. Non si può vivere senza! Bau bau si affacciano dal finestrino, tutti tirati a lucido, educati, scendono dalle auto ed anch'essi hanno imparato a pavoneggiarsi come i padroni perchè la stupidità non ha mai limiti. Sanno come comportarsi al bar, mettersi accucciati ai piedi del capo quando questi sono al tavolo a prendere l'aperitivo, non chiedono nulla, fanno le belle statuine, come chi ce li ha portati.
Le fighette pretendono di andare con il SUV ovunque, anche dove non si potrebbe: salgono sui marciapiedi, sostano in curva, entrano quasi dentro le scuole quando vanno a prendere i figli, parcheggiano davanti a cancelli, scivoli, ingressi, senza nessuna educazione perchè:" io tengo il SUV" !!!!
Dicevo, i raffinati/e ora mostrano le minicooper, costosissime e brutte( oltre il SUV naturalmente); servono per i tragitti brevi, per andare in palestra, o a correre in pista, o al centro estetico per gli ultimi ritocchi prima della prova costume.
Fa figo la minicooper, molto figo.
Ma non finisce qui. Recentissimamente qualche fighetta più coraggiosa si è buttata anche sulle due ruote: non scuteroni che fanno miseria ma...moto vere e proprie. Arrivano rombando, vestite come nelle riviste specializzate, persino con il foulard al collo come vogliono le mode. Non stanno nelle pelle, quando parcheggiano perchè molti si girano a guardare. Si tolgono il casco, con telefonino incorporato, piano piano, come se facessero lo spogliarello. Ed una volta tolto...giù una cascata di capelli biondi da far impazzire, oppure...caschetto con taglio cortissimo, molto comodo nei mesi caldi e suderecci. Purtroppo, in questo caso, senza cane. Ma rimedieranno in altra occasione, ne sono certo.
E vaiiiiiiiiiii!!!!!!!!
domenica 26 maggio 2013
IL MARE
Accarezzava i miei piedi nudi
l'acqua del mare
che andava e veniva
a piccole onde
e sulla sabbia posava
piccole conchiglie
e resti di vita lontana
al raggio di sole
brillanti come pietre preziose.
Stranamente
non c'erano gabbiani
e nel silenzio
solo il sommesso
mormorare del mare
mi teneva compagnia.
l'acqua del mare
che andava e veniva
a piccole onde
e sulla sabbia posava
piccole conchiglie
e resti di vita lontana
al raggio di sole
brillanti come pietre preziose.
Stranamente
non c'erano gabbiani
e nel silenzio
solo il sommesso
mormorare del mare
mi teneva compagnia.
sabato 25 maggio 2013
NEVE D'ESTATE
In giro, visi contrariati, arrabbiati, tesi, scocciati, espressioni di rabbia e di nervosismo; nessuno avrebbe mai potuto immaginare una maggio più simile all'invero che alla primavera.Intirizziti dal freddo, in casa sono stati recuperati i "vestiti pesanti"-accuratamente riposto solo poche settimane fa- e lasciato da parte quel che era ( e sarebbe stato) normale in queste giornate. Freddo e pioggia come non si ricorda da decenni, neve dappertutto nel nord Italia, tappe del Giro cambiate, sospese, accorciale per evitare bufere e tormente; in città la gente ritorna ad affollare i bar per stare al caldo ed invece di ordinare gelati beve morette e latte caldo.
Verso il mare, i bagnini smoccolano a tutta birra; all'Arzilla la mareggiata dell'altro ieri ha cancellato lavoro ed ombrelloni, costringendo i gestori a tirar su le maniche e rifare tutto daccapo.
Insomma, un fine primavera-inizio estate mai visto, da tremare ed accendere di nuovo il riscaldamento per la gioia di chi ce lo vende a peso d'oro e con bollette da capogiro.
Nel pomeriggio, lungo la nazionale, all'altezza dell'Istituto commerciale, un corteo di matrimonio: davanti una Citroen due cavalli ( quanto era geniale decenni fa !) con dentro gli sposi e tutta infiocchettata all'esterno, sul marciapiede di sinistra tutti gli amici che seguivano gridando, cantando e salutando, tutti naturalmente vestiti da fighi. Blu classico per gli uomini; le femminucce, purtroppo per loro, tutte rigorosamente con gonne cortissime e spalle scoperte. Da morire congelate: e si vedeva bene!!! Intirizzite e color viola acceso, procedevano tremando cercando di scaldarsi abbracciando gli accompagnatori che con tutta probabilità avevano più freddo di loro e per questo, forse, cercavano di farsi coraggio gridando e cantando.
Matrimonio sfigato!
Ma quanto durerà questa condanna?
A sentire gli esperti ne avremo ancora per diversi giorni, e non solo. Anche l'estate non sarà un gran che, hanno detto.
Che estate sfigata!!! Speriamo che non sia vero.
Intanto...si trema!!!
Verso il mare, i bagnini smoccolano a tutta birra; all'Arzilla la mareggiata dell'altro ieri ha cancellato lavoro ed ombrelloni, costringendo i gestori a tirar su le maniche e rifare tutto daccapo.
Insomma, un fine primavera-inizio estate mai visto, da tremare ed accendere di nuovo il riscaldamento per la gioia di chi ce lo vende a peso d'oro e con bollette da capogiro.
Nel pomeriggio, lungo la nazionale, all'altezza dell'Istituto commerciale, un corteo di matrimonio: davanti una Citroen due cavalli ( quanto era geniale decenni fa !) con dentro gli sposi e tutta infiocchettata all'esterno, sul marciapiede di sinistra tutti gli amici che seguivano gridando, cantando e salutando, tutti naturalmente vestiti da fighi. Blu classico per gli uomini; le femminucce, purtroppo per loro, tutte rigorosamente con gonne cortissime e spalle scoperte. Da morire congelate: e si vedeva bene!!! Intirizzite e color viola acceso, procedevano tremando cercando di scaldarsi abbracciando gli accompagnatori che con tutta probabilità avevano più freddo di loro e per questo, forse, cercavano di farsi coraggio gridando e cantando.
Matrimonio sfigato!
Ma quanto durerà questa condanna?
A sentire gli esperti ne avremo ancora per diversi giorni, e non solo. Anche l'estate non sarà un gran che, hanno detto.
Che estate sfigata!!! Speriamo che non sia vero.
Intanto...si trema!!!
venerdì 24 maggio 2013
INSIEME
Se tu ora
prendessi
la mia mano
potremmo
camminare
insieme
sull'azzurro
del mare
e sul verde
dei prati
volare
sulle onde
e sfiorare
le cime
degli alberi
e non fermarci
mai
sino alla fine
dei giorni
e sopra
le nuvole
potremmo
a riposare
per riprendere
fiato
mentre
la terra gira
senza di noi
e quando
riapriremo
gli occhi
saremo già
oltre
l'universo.
prendessi
la mia mano
potremmo
camminare
insieme
sull'azzurro
del mare
e sul verde
dei prati
volare
sulle onde
e sfiorare
le cime
degli alberi
e non fermarci
mai
sino alla fine
dei giorni
e sopra
le nuvole
potremmo
a riposare
per riprendere
fiato
mentre
la terra gira
senza di noi
e quando
riapriremo
gli occhi
saremo già
oltre
l'universo.
giovedì 23 maggio 2013
VIA DELLA LIBERTA'
Via della Libertà: la strada della mia fanciullezza,
della mia giovinezza; arrivato in questo nuovo
quartiere di Fano ( Piano Fanfani) fatto di
palazzoni e di strade ( stranamente) piccole
e limitate, tutte a scacchiera cosi che ogni
venti metri c'era e c'è un incrocio. Qualche
albero a lato della vie, appena messi a dimora,
pochissimi negozi perchè allora era periferia-
campagna, tantissime famiglie, decine e decine di
bimbi, tutti a giocare sulla strada e nei campi
visto che di traffico ce n'era poco o nulla.
D'estate, a pochi metri dalle case-per chi confinava
come noi con i campi- si vedevano di notte le
lucciole, a decine: era uno spettacolo affascinante
e che non costava nulla.
Gli anni che passano, le amicizie con gli altri ragazzi
e ragazze, qualcuno anche compagno di scuola
e poi via via tutta la trafila della vita.
Con qualcuno e qualcuna ci rivediamo ancora, facciamo
chiacchierate e non ci siamo persi di vista ma per la
maggior parte non so assolutamente dove siano andati a
finire.
Io, per mia fortuna, sono rimasto ad abitare più o meno
in questa zona e quindi Via della Libertà è ancora una
strada che percorro e che guardo sempre con
nostalgia e di solito,se non ho fretta, procedo lentamente
e mi guardi intorno.
Qui ci abitava questa famiglia...qui ci abitava il professore,
qui la mia amica, qui il mio compagno di scuola...
ripasso il passato ed i ricordi.
In questi ultimi tempi il passaggio è diventato amaro
anche se inevitabile. In molti appartamenti, dove
ci stavano i miei conoscenti di una volta, sono appesi
cartelli con su scritto " VENDESI", ma molti, molti, quasi
in successione, nei diversi piani dei palazzi.
Forse traggo conclusioni affrettate ma dentro di me
immagino che siano messi in vendita dagli eredi,
dai figli, dai nipoti, da coloro che sono andati a vivere
fuori Fano e che non hanno nessuna intenzione
di tornare. Quindi: cancello dal mio quaderno dei
ricordi le famiglie e le persone che ci abitavano ai miei
tempi.
Di qualcuno lo so per certo: qualche amico vende
perchè i genitori anziani sono scomparsi e loro abitano
da decenni in altre case assai più confortevoli o fuori
Fano, di altri non ho notizie se non quegli anonimi
cartelli messi dalle agenzie.
Il segno del tempo che passa; ma è sempre triste
prenderne atto.
della mia giovinezza; arrivato in questo nuovo
quartiere di Fano ( Piano Fanfani) fatto di
palazzoni e di strade ( stranamente) piccole
e limitate, tutte a scacchiera cosi che ogni
venti metri c'era e c'è un incrocio. Qualche
albero a lato della vie, appena messi a dimora,
pochissimi negozi perchè allora era periferia-
campagna, tantissime famiglie, decine e decine di
bimbi, tutti a giocare sulla strada e nei campi
visto che di traffico ce n'era poco o nulla.
D'estate, a pochi metri dalle case-per chi confinava
come noi con i campi- si vedevano di notte le
lucciole, a decine: era uno spettacolo affascinante
e che non costava nulla.
Gli anni che passano, le amicizie con gli altri ragazzi
e ragazze, qualcuno anche compagno di scuola
e poi via via tutta la trafila della vita.
Con qualcuno e qualcuna ci rivediamo ancora, facciamo
chiacchierate e non ci siamo persi di vista ma per la
maggior parte non so assolutamente dove siano andati a
finire.
Io, per mia fortuna, sono rimasto ad abitare più o meno
in questa zona e quindi Via della Libertà è ancora una
strada che percorro e che guardo sempre con
nostalgia e di solito,se non ho fretta, procedo lentamente
e mi guardi intorno.
Qui ci abitava questa famiglia...qui ci abitava il professore,
qui la mia amica, qui il mio compagno di scuola...
ripasso il passato ed i ricordi.
In questi ultimi tempi il passaggio è diventato amaro
anche se inevitabile. In molti appartamenti, dove
ci stavano i miei conoscenti di una volta, sono appesi
cartelli con su scritto " VENDESI", ma molti, molti, quasi
in successione, nei diversi piani dei palazzi.
Forse traggo conclusioni affrettate ma dentro di me
immagino che siano messi in vendita dagli eredi,
dai figli, dai nipoti, da coloro che sono andati a vivere
fuori Fano e che non hanno nessuna intenzione
di tornare. Quindi: cancello dal mio quaderno dei
ricordi le famiglie e le persone che ci abitavano ai miei
tempi.
Di qualcuno lo so per certo: qualche amico vende
perchè i genitori anziani sono scomparsi e loro abitano
da decenni in altre case assai più confortevoli o fuori
Fano, di altri non ho notizie se non quegli anonimi
cartelli messi dalle agenzie.
Il segno del tempo che passa; ma è sempre triste
prenderne atto.
mercoledì 22 maggio 2013
LA VOCE DEL MARE
Avevo certezza che il mare
volesse dirmi qualcosa,
quel fruscìo lento sulla sabbia
appena percettibile
seppur chiaro
erano parole e suoni
come una sommessa cantilena
che mi riportava alla mente
la ninna nanna che le mamme
sussurravano ai bambini
in campagna, sull'aia
nella calda estate
sotto l'ombra di olmi secolari.
Forse messaggi, forse domande
l'acqua a segnare la riva,
andare e poi tornare,
provare a capire quei suoni
immaginare il pensiero
sempre uguale nei secoli
eppure nuovo se hai voglia
di ascoltare.
volesse dirmi qualcosa,
quel fruscìo lento sulla sabbia
appena percettibile
seppur chiaro
erano parole e suoni
come una sommessa cantilena
che mi riportava alla mente
la ninna nanna che le mamme
sussurravano ai bambini
in campagna, sull'aia
nella calda estate
sotto l'ombra di olmi secolari.
Forse messaggi, forse domande
l'acqua a segnare la riva,
andare e poi tornare,
provare a capire quei suoni
immaginare il pensiero
sempre uguale nei secoli
eppure nuovo se hai voglia
di ascoltare.
martedì 21 maggio 2013
FINCHE' CI SARA'...
Finchè ci sarà...
un alito di vento
che mi sfiora
una goccia di pioggia
che mi bagna
un raggio di sole
che mi scalda
un fiore che sboccia
nel mio terrazzo
il mare che mi aspetta
un'amica che mi saluta
mia figlia che mi sorride
io amerò la vita.
un alito di vento
che mi sfiora
una goccia di pioggia
che mi bagna
un raggio di sole
che mi scalda
un fiore che sboccia
nel mio terrazzo
il mare che mi aspetta
un'amica che mi saluta
mia figlia che mi sorride
io amerò la vita.
lunedì 20 maggio 2013
IL TAVOLO D'OSTERIA
Sulla piana di marmo bianco
tracciava con le dita strani
geroglifici usando le gocce
del vino versato dalla bottiglia
parlava da solo e scriveva
parole incomprensibili
aveva i capelli bianchi, lunghi
e le mani che tremavano
era l'ultimo ad uscire
barcollando
il cappello sporco
messo traverso
apriva la porta a fatica
e salutava l'oste
borbottando.
Poi un giorno
il tavolo restò vuoto.
tracciava con le dita strani
geroglifici usando le gocce
del vino versato dalla bottiglia
parlava da solo e scriveva
parole incomprensibili
aveva i capelli bianchi, lunghi
e le mani che tremavano
era l'ultimo ad uscire
barcollando
il cappello sporco
messo traverso
apriva la porta a fatica
e salutava l'oste
borbottando.
Poi un giorno
il tavolo restò vuoto.
domenica 19 maggio 2013
L'ANTICO MURO
Nell'antico muro
di pietra
i segni del tempo
come graffi
e lacrime
eppure
nei leggeri solchi
la vita di piccole
piantine verdi
e qualche fiore
formiche
e lucertole
che guizzano veloci.
Le pietre bianche
consumate
dai secoli
a segnare
un viottolo di sassi
e dietro
piccole case
che sembrano
dimore di fate
e di gnomi.
Un luogo di mistero
come nelle favole.
di pietra
i segni del tempo
come graffi
e lacrime
eppure
nei leggeri solchi
la vita di piccole
piantine verdi
e qualche fiore
formiche
e lucertole
che guizzano veloci.
Le pietre bianche
consumate
dai secoli
a segnare
un viottolo di sassi
e dietro
piccole case
che sembrano
dimore di fate
e di gnomi.
Un luogo di mistero
come nelle favole.
sabato 18 maggio 2013
I GIORNI
Con il passare dei giorni
svanisce lentamente
anche il ricordo
del tuo sorriso;
il tuo viso diventerà
come una vecchia,
sbiadita fotografia?
svanisce lentamente
anche il ricordo
del tuo sorriso;
il tuo viso diventerà
come una vecchia,
sbiadita fotografia?
venerdì 17 maggio 2013
IL MARE
A piedi nudi, dalla casa dove abitavo ( vicino a viale Carducci) al lido, al mare, alla scoperta di sabbia e onde, che avevo visto solo per pochi giorni, negli anni precedenti, durante le vacanze a Senigallia, dove andavano quasi tutti gli arceviesi.
A piedi nudi perchè tutti i miei amichetti della zona, fanesi da sempre, avevano questa bella abitudine ed io mi ero, per forza, adeguato. Ammetto che i primi giorni sono stati duri, anche se cercavo di non darlo a vedere; i sassolini che erano in terra facevano un male del diavolo ed io procedevo come se camminassi sulle uova. Poi, arrivati sulla sabbia, era tutta un'altra cosa e potevo finalmente scoprire un mondo tutto nuovo e splendido. Il mare, gli scogli, i granchi, le cozze, i cavallucci, i paguri; sugli scogli, pericolosissimi se si scivolava ma andavamo tutti tranquilli e sereni come se fosse nulla. Qualche volta non tutto andava liscio e si tornava a casa con qualche ferita, per lo più di piccole dimensioni. E' strano ma noto questa differenza rispetto ai giorni nostri. Seppure di età infantile( 7/8 anni)i nostri genitori ci lasciavano andare con una certa libertà, pur sapendo che andavamo al mare, da sempre ricco di pericoli se non hai molto sale in zucca.
Oggi, babbi e mamme corrono dietro, tallonano, li tengono d'occhio, hanno la corda tirata e lasciano poca libertà. Magari è giusto, con i tempi che corrono ma bisogna pur dare qualche senso di responsabilità ai figli.
Per me, i primi due, tre anni,abitando a pochi passi dal mare, è stata tutta una magnifica scoperta di luoghi di novità, di odori, di situazioni, il piacere del bagno nel mare, il sole, i giochi sulla riva, le piste per le palline di vetro, i castelli, il "vulcano" di sabbia con il cratere dal quale facevamo uscire il fumo dopo aver acceso un foglio di carta. E poi ancor più emozionante, andare in moscone, con i grandi che remavano,le gambe a penzoloni nell'acqua o in un buco quadrato che era al centro del moscone. Remi pesantissimi, duri da manovrare, non certo fatti per i bambini.
La caccia ai granchi, dal guscio chiaro quelli in mare, dal guscio marron quelli sugli scogli ( non ripeto come venivano chiamati...); difficili da catturare, le chele in alto per mordere le dita e qualche volta erano veramente dolori.
Gironzolare in piena libertà, sulla spiaggia ancora vuota prima che si riempisse di villeggianti e bagnanti.
Qualche volta mio padre mi portava sulla cima del porto per vedere il rientro dei pescherecci; venivano piano, seguiti sa decine di gabbiani, i pescatori che facevano le ultime pulizie a bordo, gettando secchi di acqua di mare. Era bello, vedere, seguirli mentre facevano manovra, gente in attesa sulla banchina.
Dopo cena, con tutta la famiglia, si andava al lido per prendere il gelato, piccolo ma delizioso e riposino sulle panchine di legno, sotto gli alberi, se si trovava posto, sennò... su e giù per il lungomare sino all'ora del rientro.
Altri tempi.
A piedi nudi perchè tutti i miei amichetti della zona, fanesi da sempre, avevano questa bella abitudine ed io mi ero, per forza, adeguato. Ammetto che i primi giorni sono stati duri, anche se cercavo di non darlo a vedere; i sassolini che erano in terra facevano un male del diavolo ed io procedevo come se camminassi sulle uova. Poi, arrivati sulla sabbia, era tutta un'altra cosa e potevo finalmente scoprire un mondo tutto nuovo e splendido. Il mare, gli scogli, i granchi, le cozze, i cavallucci, i paguri; sugli scogli, pericolosissimi se si scivolava ma andavamo tutti tranquilli e sereni come se fosse nulla. Qualche volta non tutto andava liscio e si tornava a casa con qualche ferita, per lo più di piccole dimensioni. E' strano ma noto questa differenza rispetto ai giorni nostri. Seppure di età infantile( 7/8 anni)i nostri genitori ci lasciavano andare con una certa libertà, pur sapendo che andavamo al mare, da sempre ricco di pericoli se non hai molto sale in zucca.
Oggi, babbi e mamme corrono dietro, tallonano, li tengono d'occhio, hanno la corda tirata e lasciano poca libertà. Magari è giusto, con i tempi che corrono ma bisogna pur dare qualche senso di responsabilità ai figli.
Per me, i primi due, tre anni,abitando a pochi passi dal mare, è stata tutta una magnifica scoperta di luoghi di novità, di odori, di situazioni, il piacere del bagno nel mare, il sole, i giochi sulla riva, le piste per le palline di vetro, i castelli, il "vulcano" di sabbia con il cratere dal quale facevamo uscire il fumo dopo aver acceso un foglio di carta. E poi ancor più emozionante, andare in moscone, con i grandi che remavano,le gambe a penzoloni nell'acqua o in un buco quadrato che era al centro del moscone. Remi pesantissimi, duri da manovrare, non certo fatti per i bambini.
La caccia ai granchi, dal guscio chiaro quelli in mare, dal guscio marron quelli sugli scogli ( non ripeto come venivano chiamati...); difficili da catturare, le chele in alto per mordere le dita e qualche volta erano veramente dolori.
Gironzolare in piena libertà, sulla spiaggia ancora vuota prima che si riempisse di villeggianti e bagnanti.
Qualche volta mio padre mi portava sulla cima del porto per vedere il rientro dei pescherecci; venivano piano, seguiti sa decine di gabbiani, i pescatori che facevano le ultime pulizie a bordo, gettando secchi di acqua di mare. Era bello, vedere, seguirli mentre facevano manovra, gente in attesa sulla banchina.
Dopo cena, con tutta la famiglia, si andava al lido per prendere il gelato, piccolo ma delizioso e riposino sulle panchine di legno, sotto gli alberi, se si trovava posto, sennò... su e giù per il lungomare sino all'ora del rientro.
Altri tempi.
mercoledì 15 maggio 2013
NELLA MANO
Nella mano
i segni della vita
le linee
che si allungano
si incontrano
si spezzano,
fili di ragnatela
che convergono
e si dividono
sembrano
lo scarabocchio
a matita
di un bimbo.
Dovrei credere
che in questa
pagina
c'è tutta
la mia vita,
il mio destino
e come
andrà a finire?
Tutto nel palmo
di una mano
dalla vita
alla morte.
C'era un tempo
in cui le zingare,
nelle fiere,
offrivano
la lettura
per pochi soldi;
io ho sempre
preferito
non sapere
perchè la vita
deve seguire
il suo destino
senza
anticipazioni.
Che sarà,
sarà.
i segni della vita
le linee
che si allungano
si incontrano
si spezzano,
fili di ragnatela
che convergono
e si dividono
sembrano
lo scarabocchio
a matita
di un bimbo.
Dovrei credere
che in questa
pagina
c'è tutta
la mia vita,
il mio destino
e come
andrà a finire?
Tutto nel palmo
di una mano
dalla vita
alla morte.
C'era un tempo
in cui le zingare,
nelle fiere,
offrivano
la lettura
per pochi soldi;
io ho sempre
preferito
non sapere
perchè la vita
deve seguire
il suo destino
senza
anticipazioni.
Che sarà,
sarà.
INCONTRI DI MERCATO
Mercoledi, giorno di mercato; in centro si cammina a passo d'uomo ed anche più lenti.Donne anziane con la bici a mano, ostruiscono il passaggio, chiacchierando senza nessun problema; così fanno le mamme con le carrozzine e quindi si procede...a lumaca. Avanti e dietro, se ne sentono di tutti i colori; passerebbero inosservate ma non posso fare a meno di ascoltare e qui mi diverto a riferire.
In piazza, vicino la tabaccheria: barriera umana, due donne con la bici a mano parlano, una racconta all'altra parlando in dialetto ( tradotto in italiano perchè non vorrei fare errori...)." e' un pezzo che non mi vedi perchè mi sono operata al pollice "vago" !!!!!
E racconta tutto ,attimo dopo attimo.
Sorpasso e vado oltre. Neanche dieci metri, verso centro piazza; in successione due signore, che parlano in italiano, anch'esse raccontano dei loro malanni ad altrettante, pazienti amiche che stanno ad ascoltare. Una è mancata alle serate ( qualche circolo femminile?) perchè ha avuto la sciatica che " mi ha reso a pezzi", l'altra poco più avanti parla invece di allergie e di raffreddori mortaccini che.... ed illustra tutti i particolari legati al naso,ai fazzoletti, alle lacrime... ed altro. Spingo e spintono per allontanarmi: ma oggi sono tutte reduci di ospedale?
Finalmente arrivo al bar dove quotidianamente prendo e degusto il mio caffè, salvo in questi giorni che bevo in fretta perchè c'è ressa ed attesa anche lì.
Trovo un buchino al bancone, vicino ad una signora ed un signore che attendono anche loro. Parlano ( anzi, parla! perchè è solo lei in voce) della situazione generale del nostro paese. Lei è scontenta e si butta a ruota libera a fare paragoni con il passato regime fascista. Cita situazioni, personaggi, vita quotidiana del ventennio... e giù a panzane. Non ne imbrocca una: parla a vanvera sbaglia nomi ed incarichi, momenti politici e situazioni nazionali, una ignorante da mettere dietro la lavagna con le orecchie d'asino.
Lui, che immagino sia più ignorate di lei, annuisce in continuazione, le dà ragione, dice sempre si e ripete :" brava..brava..brava!!!"
Uno dei peggiori caffè della mia vita.
Riprovo sabato ma forse vado al Bon Bon...
In piazza, vicino la tabaccheria: barriera umana, due donne con la bici a mano parlano, una racconta all'altra parlando in dialetto ( tradotto in italiano perchè non vorrei fare errori...)." e' un pezzo che non mi vedi perchè mi sono operata al pollice "vago" !!!!!
E racconta tutto ,attimo dopo attimo.
Sorpasso e vado oltre. Neanche dieci metri, verso centro piazza; in successione due signore, che parlano in italiano, anch'esse raccontano dei loro malanni ad altrettante, pazienti amiche che stanno ad ascoltare. Una è mancata alle serate ( qualche circolo femminile?) perchè ha avuto la sciatica che " mi ha reso a pezzi", l'altra poco più avanti parla invece di allergie e di raffreddori mortaccini che.... ed illustra tutti i particolari legati al naso,ai fazzoletti, alle lacrime... ed altro. Spingo e spintono per allontanarmi: ma oggi sono tutte reduci di ospedale?
Finalmente arrivo al bar dove quotidianamente prendo e degusto il mio caffè, salvo in questi giorni che bevo in fretta perchè c'è ressa ed attesa anche lì.
Trovo un buchino al bancone, vicino ad una signora ed un signore che attendono anche loro. Parlano ( anzi, parla! perchè è solo lei in voce) della situazione generale del nostro paese. Lei è scontenta e si butta a ruota libera a fare paragoni con il passato regime fascista. Cita situazioni, personaggi, vita quotidiana del ventennio... e giù a panzane. Non ne imbrocca una: parla a vanvera sbaglia nomi ed incarichi, momenti politici e situazioni nazionali, una ignorante da mettere dietro la lavagna con le orecchie d'asino.
Lui, che immagino sia più ignorate di lei, annuisce in continuazione, le dà ragione, dice sempre si e ripete :" brava..brava..brava!!!"
Uno dei peggiori caffè della mia vita.
Riprovo sabato ma forse vado al Bon Bon...
lunedì 13 maggio 2013
RIFLESSI DEL TEMPO
Perso, nel passare dei giorni,
il tic tac dell'orologio del tempo
che non si ferma mai, mai
ti specchi nello sguardo degli altri,
delle persone che conosci
misuri gli anni che son passati
per un attimo guardi la vetrina
che riflette la tua immagine
non hai certezze ma dubbi
forse per te il fiume della vita
ha camminato più lento
verso il mare, forse è così
vorresti che fosse così;
ma poi ti passa vicino
il vecchio amico di scuola
lo guardi per avere conferma
lo segui con lo sguardo
e ti viene da piangere.
nella foto marcello, 8/10 anni.
il tic tac dell'orologio del tempo
che non si ferma mai, mai
ti specchi nello sguardo degli altri,
delle persone che conosci
misuri gli anni che son passati
per un attimo guardi la vetrina
che riflette la tua immagine
non hai certezze ma dubbi
forse per te il fiume della vita
ha camminato più lento
verso il mare, forse è così
vorresti che fosse così;
ma poi ti passa vicino
il vecchio amico di scuola
lo guardi per avere conferma
lo segui con lo sguardo
e ti viene da piangere.
nella foto marcello, 8/10 anni.
domenica 12 maggio 2013
SOGNO
Sogno il tuo viso
dipinto in un fiore
le labbra come petali
e i capelli d'oro
nella luce
di un raggio di sole.
Un'ape dispettosa
volteggia su di te
e i petali
si aprono al sorriso.
la foto è di Vivi
dipinto in un fiore
le labbra come petali
e i capelli d'oro
nella luce
di un raggio di sole.
Un'ape dispettosa
volteggia su di te
e i petali
si aprono al sorriso.
la foto è di Vivi
IL TOUR DELLA MONDEZZA
Nel mio condominio, seppure piccolo, c'è nervosismo, preoccupazione, emozione palpabile per l'avvento del grande giorno: 13 maggio, inizio raccolta differenziata dei rifiuti. Niente più cassonetti giganti a 30 metri da casa ma...mondezza personalizzata a due metri dall'edificio, utilizzando piccoli contenitori da Biancaneve e i sette nani.
Sono giorni che gli inquilini, soprattutto anziani, passano e ripassano la lezione, si consigliano, suonano ai vicini quando hanno dubbi, non sanno che pesci prendere.
Le indicazioni date dall'Aset sarebbero anche comprensibili ma si sa, quando non c'è esperienza si ha sempre paura di sbagliare, di fare brutta figura anche con gli amici.
Secco, umido, organico, secco non riciclabile, umido ventoso,plastica, carta, vetro si ma porcellana no, verde, imballaggi, cartone, nonna in carriola, sfalcio, : non è facile districarsi, bisogna ammetterlo. E poi ci sono orari e giorni:" i rifiuti organici e il secco non riciclabile dovranno essere esposti dalla sera prima entro le ore 6"; panico! Qualcuno ha pensato che dovesse mettere la sveglia, alzarsi di notte, uscire in ore impossibili, girovagare sotto il condominio come un fantasma, magari inseguito da branchi di cani e di gatti famelici. Un incubo.
In questi ultimi giorni di attesa, quando ci si incontra per le scale o di fuori non ci diciamo più " buongiorno, buonasera " ma " dove metti i tappi dello champagne? E le teste di pollo?
Ed il caviale? E gli occhiali? ( perchè si sa, come indica l'Aset, tutti i giorni gettiamo via un paio di occhiali) e le fotografie? ( perchè anche queste ne buttiamo via a chili tutti i giorni). E se le risposte sono sbagliate...lavate di testa.
Insomma, il mio condominio è in subbuglio, l'aria è tesa.
E sarà ancora più cupa quando si organizzeranno viaggi comuni per andare all'isola ecologica per eliminare nei relativi cassonetti, tutti ben colorati, plastica, vetro, carta, alluminio, vestiti, mutande, calzini, giacche, soprabiti, impermeabili, maglie ecc.
Il "Tour della mondezza" raccoglierà i viaggiatori in ore prestabilite, tutti ben carichi di sporte, e si andrà nell'isola, non del sole, ma dei rifiuti.
Che ci vuoi fare? questi sono i tempi.
p.s.
per pudore-immagino- nel catalogo che ha distribuito agli utenti, l'Aset non ha indicato dove devono essere depositati i preservativi. O forse non ne avevano minimamente idea neanche loro: umido o secco? Riciclabili o imballaggio di plastica?
Sono giorni che gli inquilini, soprattutto anziani, passano e ripassano la lezione, si consigliano, suonano ai vicini quando hanno dubbi, non sanno che pesci prendere.
Le indicazioni date dall'Aset sarebbero anche comprensibili ma si sa, quando non c'è esperienza si ha sempre paura di sbagliare, di fare brutta figura anche con gli amici.
Secco, umido, organico, secco non riciclabile, umido ventoso,plastica, carta, vetro si ma porcellana no, verde, imballaggi, cartone, nonna in carriola, sfalcio, : non è facile districarsi, bisogna ammetterlo. E poi ci sono orari e giorni:" i rifiuti organici e il secco non riciclabile dovranno essere esposti dalla sera prima entro le ore 6"; panico! Qualcuno ha pensato che dovesse mettere la sveglia, alzarsi di notte, uscire in ore impossibili, girovagare sotto il condominio come un fantasma, magari inseguito da branchi di cani e di gatti famelici. Un incubo.
In questi ultimi giorni di attesa, quando ci si incontra per le scale o di fuori non ci diciamo più " buongiorno, buonasera " ma " dove metti i tappi dello champagne? E le teste di pollo?
Ed il caviale? E gli occhiali? ( perchè si sa, come indica l'Aset, tutti i giorni gettiamo via un paio di occhiali) e le fotografie? ( perchè anche queste ne buttiamo via a chili tutti i giorni). E se le risposte sono sbagliate...lavate di testa.
Insomma, il mio condominio è in subbuglio, l'aria è tesa.
E sarà ancora più cupa quando si organizzeranno viaggi comuni per andare all'isola ecologica per eliminare nei relativi cassonetti, tutti ben colorati, plastica, vetro, carta, alluminio, vestiti, mutande, calzini, giacche, soprabiti, impermeabili, maglie ecc.
Il "Tour della mondezza" raccoglierà i viaggiatori in ore prestabilite, tutti ben carichi di sporte, e si andrà nell'isola, non del sole, ma dei rifiuti.
Che ci vuoi fare? questi sono i tempi.
p.s.
per pudore-immagino- nel catalogo che ha distribuito agli utenti, l'Aset non ha indicato dove devono essere depositati i preservativi. O forse non ne avevano minimamente idea neanche loro: umido o secco? Riciclabili o imballaggio di plastica?
sabato 11 maggio 2013
NUVOLE
Guardare le nuvole
in un giorno di luci e ombre
giganteschi battufoli
di cotone
e il sole che insegue
nelle strade del cielo
forme che si rispecchiano
e si formano
figure e visi, contorni
e immagini
non è necessario
farsi portare dalla fantasia
sono lì davanti a te
come se fosse festa
nella piazza del paese.
Io li riconosco
posso dirne i nomi
aspetto di stringere
una mano, fare un sorriso
dare un saluto,
forse sono usciti
dopo la pioggia
per scaldarsi
ai raggi del sole
e il cielo si popola
di personaggi
mentre il tuono
rotola lontano.
Poi se ne vanno
dalla porta
dell'arcobaleno
spinti dal vento
ma torneranno
a farsi vedere
al prossimo temporale.
la foto è di Vivi Alessandrini
in un giorno di luci e ombre
giganteschi battufoli
di cotone
e il sole che insegue
nelle strade del cielo
forme che si rispecchiano
e si formano
figure e visi, contorni
e immagini
non è necessario
farsi portare dalla fantasia
sono lì davanti a te
come se fosse festa
nella piazza del paese.
Io li riconosco
posso dirne i nomi
aspetto di stringere
una mano, fare un sorriso
dare un saluto,
forse sono usciti
dopo la pioggia
per scaldarsi
ai raggi del sole
e il cielo si popola
di personaggi
mentre il tuono
rotola lontano.
Poi se ne vanno
dalla porta
dell'arcobaleno
spinti dal vento
ma torneranno
a farsi vedere
al prossimo temporale.
la foto è di Vivi Alessandrini
SE MAGNA!!!!!!!!!
Fanesi di terra, di cielo, di mare, di città, di periferia!
L'ora delle decisioni irrevocabili bussa alle porte della nostra città!
Non vi prometto strade asfaltate, non vi prometto ospedale sicuro, non vi prometto bollette e tasse più basse, niente che possa rendere la vostra vita migliore!
Prima abbiamo distrutto Fano, adesso distruggiamo anche i fanesi.
Non voglio sentir parlare di benessere, di pesaresi che stanno meglio dei fanesi, che a Senigallia si cammina bene per le strade e a Fano no! Basta con queste parentele bastarde!!!
Noi, a noi! resta una cosa importante da fare e la FAREMO!!!!
( applausi da tutti i leccabarattoli della città)
La parola d'ordine dei prossimi anni SARA ' : DOVETE MAGNA' !!!
Troverete sagre, feste e stands gastronomici in ogni angolo del territorio ( applausi scroscianti della lettrice della rassegna stampa di una TV locale); motori, sapori e dolori; poesia della porchetta; grano e salumi; maratona e brodetto; teatro e pesce azzurro; agricoltura e piadine; prodotti tipici in ogni dove... che dovrete mangiare, comperare, ingurgitare sino a scoppiare.
MARCIARE E NON MARCIRE !!!
MANGIARE SINO A MORIRE.
Ne sarete voi degni?
Siiiiiiiiiii!!!!!!
Da domani, ripeto da domani, la parola d'ordine sarà: DOVETE MAGNA!!!
L'ora delle decisioni irrevocabili bussa alle porte della nostra città!
Non vi prometto strade asfaltate, non vi prometto ospedale sicuro, non vi prometto bollette e tasse più basse, niente che possa rendere la vostra vita migliore!
Prima abbiamo distrutto Fano, adesso distruggiamo anche i fanesi.
Non voglio sentir parlare di benessere, di pesaresi che stanno meglio dei fanesi, che a Senigallia si cammina bene per le strade e a Fano no! Basta con queste parentele bastarde!!!
Noi, a noi! resta una cosa importante da fare e la FAREMO!!!!
( applausi da tutti i leccabarattoli della città)
La parola d'ordine dei prossimi anni SARA ' : DOVETE MAGNA' !!!
Troverete sagre, feste e stands gastronomici in ogni angolo del territorio ( applausi scroscianti della lettrice della rassegna stampa di una TV locale); motori, sapori e dolori; poesia della porchetta; grano e salumi; maratona e brodetto; teatro e pesce azzurro; agricoltura e piadine; prodotti tipici in ogni dove... che dovrete mangiare, comperare, ingurgitare sino a scoppiare.
MARCIARE E NON MARCIRE !!!
MANGIARE SINO A MORIRE.
Ne sarete voi degni?
Siiiiiiiiiii!!!!!!
Da domani, ripeto da domani, la parola d'ordine sarà: DOVETE MAGNA!!!
giovedì 9 maggio 2013
MALINCONICA PIOGGIA
Camminare lentamente
sotto la pioggia
in un malinconico
pomeriggio di primavera
riparati da un inutile ombrello
che lascia cadere acqua
sulle nostre spalle
bagnando i vestiti
e le tue braccia nude.
Andiamo senza parlare
attenti a dove mettiamo i piedi
lo sguardo verso terra
ognuno di noi preso
dai suoi pensieri.
Le pietre della piazza
lucide e brillanti
sembrano indicarci
la strada da seguire.
Dovremmo andare in fretta
eppure ad ogni passo
impercettibilmente
rallentiamo,
sappiamo che arrivati
all'auto le nostre strade
si divideranno
e per noi sarà
maledetta pioggia,
per sempre.
la foto è di Vivi Alessandrini
sotto la pioggia
in un malinconico
pomeriggio di primavera
riparati da un inutile ombrello
che lascia cadere acqua
sulle nostre spalle
bagnando i vestiti
e le tue braccia nude.
Andiamo senza parlare
attenti a dove mettiamo i piedi
lo sguardo verso terra
ognuno di noi preso
dai suoi pensieri.
Le pietre della piazza
lucide e brillanti
sembrano indicarci
la strada da seguire.
Dovremmo andare in fretta
eppure ad ogni passo
impercettibilmente
rallentiamo,
sappiamo che arrivati
all'auto le nostre strade
si divideranno
e per noi sarà
maledetta pioggia,
per sempre.
la foto è di Vivi Alessandrini
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