Sulla piana di marmo bianco
tracciava con le dita strani
geroglifici usando le gocce
del vino versato dalla bottiglia
parlava da solo e scriveva
parole incomprensibili
aveva i capelli bianchi, lunghi
e le mani che tremavano
era l'ultimo ad uscire
barcollando
il cappello sporco
messo traverso
apriva la porta a fatica
e salutava l'oste
borbottando.
Poi un giorno
il tavolo restò vuoto.
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