A piedi nudi, dalla casa dove abitavo ( vicino a viale Carducci) al lido, al mare, alla scoperta di sabbia e onde, che avevo visto solo per pochi giorni, negli anni precedenti, durante le vacanze a Senigallia, dove andavano quasi tutti gli arceviesi.
A piedi nudi perchè tutti i miei amichetti della zona, fanesi da sempre, avevano questa bella abitudine ed io mi ero, per forza, adeguato. Ammetto che i primi giorni sono stati duri, anche se cercavo di non darlo a vedere; i sassolini che erano in terra facevano un male del diavolo ed io procedevo come se camminassi sulle uova. Poi, arrivati sulla sabbia, era tutta un'altra cosa e potevo finalmente scoprire un mondo tutto nuovo e splendido. Il mare, gli scogli, i granchi, le cozze, i cavallucci, i paguri; sugli scogli, pericolosissimi se si scivolava ma andavamo tutti tranquilli e sereni come se fosse nulla. Qualche volta non tutto andava liscio e si tornava a casa con qualche ferita, per lo più di piccole dimensioni. E' strano ma noto questa differenza rispetto ai giorni nostri. Seppure di età infantile( 7/8 anni)i nostri genitori ci lasciavano andare con una certa libertà, pur sapendo che andavamo al mare, da sempre ricco di pericoli se non hai molto sale in zucca.
Oggi, babbi e mamme corrono dietro, tallonano, li tengono d'occhio, hanno la corda tirata e lasciano poca libertà. Magari è giusto, con i tempi che corrono ma bisogna pur dare qualche senso di responsabilità ai figli.
Per me, i primi due, tre anni,abitando a pochi passi dal mare, è stata tutta una magnifica scoperta di luoghi di novità, di odori, di situazioni, il piacere del bagno nel mare, il sole, i giochi sulla riva, le piste per le palline di vetro, i castelli, il "vulcano" di sabbia con il cratere dal quale facevamo uscire il fumo dopo aver acceso un foglio di carta. E poi ancor più emozionante, andare in moscone, con i grandi che remavano,le gambe a penzoloni nell'acqua o in un buco quadrato che era al centro del moscone. Remi pesantissimi, duri da manovrare, non certo fatti per i bambini.
La caccia ai granchi, dal guscio chiaro quelli in mare, dal guscio marron quelli sugli scogli ( non ripeto come venivano chiamati...); difficili da catturare, le chele in alto per mordere le dita e qualche volta erano veramente dolori.
Gironzolare in piena libertà, sulla spiaggia ancora vuota prima che si riempisse di villeggianti e bagnanti.
Qualche volta mio padre mi portava sulla cima del porto per vedere il rientro dei pescherecci; venivano piano, seguiti sa decine di gabbiani, i pescatori che facevano le ultime pulizie a bordo, gettando secchi di acqua di mare. Era bello, vedere, seguirli mentre facevano manovra, gente in attesa sulla banchina.
Dopo cena, con tutta la famiglia, si andava al lido per prendere il gelato, piccolo ma delizioso e riposino sulle panchine di legno, sotto gli alberi, se si trovava posto, sennò... su e giù per il lungomare sino all'ora del rientro.
Altri tempi.
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