venerdì 28 febbraio 2014

FANO DEI PIANI ALTI

Per molti anni, prima da giovane cronista, poi da cronista " maturo" ho accarezzato l'idea di scrivere la storia di alcune famiglie fanesi che hanno per tantissimi anni primeggiato nel pensiero comune locale.
Sin da ragazzino ho sentito nominare cognomi con molto rispetto e molta ammirazione, mista in molti casi anche a invidia per il ruolo che quelle persone occupavano a Fano.
Famiglie ricche, di peso,che muovevano pedine, soldi, imprese, fabbriche, proprietà terriere, abitavano in villoni, giardini, servitori, auto di lusso, viaggi, università, case sparse in tutta Italia. Lontane, molto, dal nostro vivere comune.
Le sentivo citare in continuazione, anche quando gli anni passavano ed io  avevo il mio piccolo ruolo a Fano, come giornalista del Carlino. E certo erano cognomi che contavano e molto.
Per questo mi sarebbe piaciuto farne la storia, sapere come e quando avevano iniziato, quanta ricchezza avevano, come facevano i soldi, come se la cavavano, se era felici.
Azzardo qualche cognome per farmi capire, senza pretese di ricordarli tutti (c'era sempre l'articolo davanti) : i Solazzi, Gli Adanti, i Petrolati, i Montanari, i Longarini, i Rupoli, Guerrieri...
Famiglie forti perchè il danaro ha sempre fatto andare l'acqua anche verso l'alto, quindi erano presenti  nelle banche, nelle Associazioni importanti, nelle ristrette cerchie dei facoltosi.
Purtroppo un progetto che non è mai andato a buon termine; avrei narrato di famiglia in famiglia, a distanza di qualche tempo ma è sempre rimasto nella mia testa e basta.
Prendo però atto di questo. Oggi, nel 2014 la storia  e la società sono cambiate e di molto; ci saranno certamente gli eredi ma non con il peso e la presenza che avevano a Fano a quei tempi. Molti cognomi sono spariti, dispersi, andati magari lontano; figli, nipoti, cugini hanno cambiato anche attività, mestiere: medici, negozianti, produttori di generi alimentari ed altro. 
E' il tempo che cambia e che ci cambia e la storia scompiglia e cancella.

MARE DI MARE

Mare di mare
sento la tua voce
il vento che suona
strane melodie
e il gabbiano
che risponde
 sfiorando
la cresta dell'onde.
L'aria è salsedine
lascia segni sulla pelle
è ora di riprendere
la strada
prima che faccia sera;
il gabbiano tornerà
sugli scogli
a parlare ancora
con il mare.





mercoledì 26 febbraio 2014

I PASSI DEL TEMPO

Struggente è il desiderio
di rifare la strada del tempo
 andato e perduto per sempre.
Quando per mano si andava
a piccoli passi nei vicoli del paese
dove tutto sembrava grande
e gigantesco, persino il gatto
o il vaso di fiori posto 
negli ingressi delle case.
E l'asilo, il giardino
pieno di alberi 
che toccavano il cielo.
Le vecchie case,
 il selciato sconnesso
gli anziani con il sigaro in bocca
le donne sempre di corsa
e la domenica mattina alla messa
in una chiesa immensa
il coro e l'organo che suonava
facendo sognare il paradiso.
Odori, profumi, sapori, voci
alberi fioriti, dolci fatti in casa,
la legna che brucia nel camino
il caldo e la stanchezza della sera,
ed infine il sonno sereno,
improvviso che faceva ripiegare
il capo sul tavolo, 
con le braccia piegate
a fare da cuscino.
 La mamma che ci portava a letto
e i grandi, finalmente soli,
 che parlavano di cose
che noi non avremmo mai capito.





martedì 25 febbraio 2014

DANNO I NUMERI

Non con me, che conto assai poco ma con altri che magari sono più ascoltati se la sono presi alcuni " operatori dell'informazione" perchè  rei di scherzare troppo sulla sparata dei numeri riferiti alla presenze ai corsi mascherati.
Avendo la coda di paglia...ironizzano e rivoltano la frittata prendendo in giro coloro che fanno notare-da anni-queste ridicole discrepanze. Cinquantamila, settantamila, novantamila, ogni anno, immancabilmente si sparano numeri a casaccio, tanto...chi controlla !!!
Qualcuno ci ha riso e ci ride sopra-compreso il sottoscritto- e questo irrita ed indispone l'operatore che non la manda giù.
" Ci sarebbe ben altro a cui pensare !" qualcuno di loro ha detto, come se ridere su una informazione sbagliata non sia un diritto di tutti. 
Io credo ci sia poco da offendersi e da fare gli sbruffoni; non sono io ( noi che ci ridiamo) a dovermi difendere e sentire in colpa ma tu, CARO OPERATORE DELL'INFORMAZIONE, che avresti il dovere di essere serio se vuoi che chi ti legge e chi ti ascolta ti consideri uno che fa bene il suo dovere, anche nelle sciocchezze come i numeri delle presenze ai corsi mascherati. Se vuoi essere credibile...
Se invece sparare numeri di conforta come sparare notizie che non stanno nè in cielo nè in terra...questi sono affari tuoi.
E poi: sottolineare numeri iperbolici senza un minimo di credibilità, caro operatore dell'informazione, a che cosa ti serve? Per far contenti i dirigenti della Carnevalesca? Va bene, poco male; io preferirei essere serio e credibile con i miei lettori e con i miei ascoltatori...ma questi sono punti di vista.

La foto è solo un banale esempio di ciò che sostengo ...

lunedì 24 febbraio 2014

SERA D'INVERNO

Malinconia di una sera d'inverno
le strade deserte, la pioggia, il vento
le finestre chiuse, gli alberi senza foglie
la voglia di arrivare presto a casa
camminare a testa bassa
con lo sguardo in terra
per evitare pozzanghere e immondizie
illudersi, sfiorando i muri, di stare al coperto
e poi c'è sempre una grondaia rotta
che ti sommerge d'acqua in un attimo.
Le auto passano veloci, 
qualche raro passante cerca
di difendersi dal diluvio
tenendo l'ombrello aperto
ma il vento lo rovescia e lo piega
facendo vela e spingendolo
in una folle corsa  senza scampo.
Sono rimasti gli ultimi metri
e poi finalmente al riparo
tra le mura di casa e mentre assapori
la gioia dell'asciutto e del caldo
c'e' sempre l'ultima auto
che sfreccia veloce e ti affoga
mentre stai aprendo il portone.

(La foto è di Viviana Alessandrini)

sabato 22 febbraio 2014

UOMINI PARLANTI

" Pronto? E' casa Ciuaua? Posso parlare con la signora?" " Ah,è fuori? Chi parla? il gatto siamese, bene. Potrebbe dire alla signora quando torna che...Come? Lei con la signora non ci parla, devo dirlo al cane. Bene allora mi passi il cane. Pronto? Sono il signor xxxx potrebbe dire alla signora quando torna che... Ah! non torna per due giorni perchè partecipa ad un corso di sopravvivenza per gatte in menopausa. Ma era stata lei a chiedermi l'appuntamento, non è che lei potrebbe rintracciarla con il cellulare? ...Voi non usate il cellulare perchè è una schifosa macchina da uomini!!! Ha ragione, è vero ma almeno lasciarle un biglietto scritto? Lei non scrive, parla solo, bene e allora? Benissimo!!! Mi passi pure la bertuccia che sa scrivere. Pronto? Signora bertuccia, potrebbe...niente signora? Va bene, bertuccia potrebbe scrivere questo messaggio ...non può perchè è in pausa pranzo...devo richiamare. Mi scusi, per curiosità signora bertuccia...si si niente signora! Bertuccia mi può dire cosa ha preparato per pranzo, che cosa mangia? Lei non prepara, mangia solo, ho capito, ha fatto tutto la signora Ciuaua, banane e piatti vegani, benissimo. La signora è pagata a ore, niente contributi, dorme nella cuccia che è in giardino, va anche a lezione per imparare a miagolare ed abbaiare. Ottimo! 
Mi saluti tutti, richiamerò.

venerdì 21 febbraio 2014

IL MARE SOTTO IL FICO

Una panchina
sotto una grande 
pianta di fico;
visi bruciati dal sole
e dalla salsedine
che sanno di mare
di pesca, di vita dura;
parlano ancora
il vecchio dialetto
camminano 
a gambe divaricate
come se fossero
sul ponte della barca
che dondola al vento.
Raccontano storie,
avventure di mare,
tempeste e burrasche,
reti e corde
a bruciare le mani
senza dormire
fino al lento ritorno
verso il porto,
a casa, dove le donne
aspettavano
con il cuore in gola
a trattenere il pianto
e ricominciare
ogni volta.
Sotto la pianta di fico
in attesa 
di riprendere il mare,
per sempre.


giovedì 20 febbraio 2014

NELL'ACQUA

Al riparo dal sole, sotto gli alberi
che formavano lunghe file
sulle sponde del fiume,
l'acqua scorreva lenta 
formando ogni tanto piccoli vortici
dove gettavamo l'amo
sperando che qualche pesce,
ingenuo ed affamato,
abboccasse tirando sotto
il galleggiante che non perdevamo
mai di vista.
L'uno vicino all'altro,
prendendo la pesca un pò
per gioco ma anche molto sul serio,
perchè a nessuno di noi
piaceva perdere la sfida.
l'Attesa durava minuti e minuti,
mentre si rideva, si beveva, si mangiava;
poi qualcuno all'improvviso gridava
facendo capire che il pesce
aveva abboccato.Era piccolo?
Era grande? O magari era
qualche rifiuto di passaggio
che aveva agganciato l'amo?
Era bello e divertente,
passare così il tempo,con gli amici,
anche se di pesca
 io non ne sapevo nulla
 e seguivo solo i suggerimenti
di chi aveva più esperienza di me.
Poi ogni tanto cambiavamo posto,
ed arrivava anche il momento
che non ne potevamo più
ed allora distesi sull'erba
 parlavamo e ridevamo
 con mille sciocchezze,
di amiche, di amori, di sogni.
E poi,via di nuovo in bicicletta, 
verso casa
quando il sole annunciava 
il tramonto.

mercoledì 19 febbraio 2014

CAVALLI AL VENTO

Correvano i cavalli,
liberi di andare
sui verdi prati del monte
che sovrasta il mio paese.
Era un lungo andare
prima di arrivare sulla cima
in fila, uno dietro l'altro,
borsa a tracolla con panini
e spremute d'arancio;
sempre in salita,
 passo dopo passo,
sudati e stanchi,
ed alle soste tutti distesi
sull'erba fresca e sui fiori
per riposare.
E poi ancora andare e salire
fino a che, all'improvviso
nel pianoro comparivano
i cavalli belli e forti,
come si vedevano al cinema.
Stavamo fermi, distesi a terra,
a guardare, a bocca aperta,
non so per quanto tempo:
bianchi, pezzati, marrone,
liberi e consapevoli di esserlo.
Poi dovevamo andare
per tornare a casa.
Non avrei mai dimenticato
quei momenti, quelle immagini;
e come si vede, è così.

martedì 18 febbraio 2014

OMBRE E GIGANTI

Erano gigantesche ombre
che si muovevano nella
scarsa luce della sera
andavano e venivano
come nei sogni agitati
dei bimbi che hanno pianto
prima di addormentarsi;
si proiettavano sui muri delle case,
sugli alberi del lungo viale
sulla strada lucida d'asfalto,
andavano oltre il buio
per finire non si sa dove.
C'erano nell'aria profumi
 e odori strani di uomini 
e di animali sconosciuti,
di sudore, di spezie,
di olio fritto e grasso, di vino;
nel giardino, oltre la siepe,
si sentivano risate sguaiate
grida, voci  di donne,
e sporcizia ovunque
a segnare una giornata
che non finiva mai.




domenica 16 febbraio 2014

CARNEVALE DI PAESE

Altro luogo, altri tempi, pochi soldi da spendere, praticamente zero. Quindi..tutto fatto in casa o quasi. Il vestito non era un problema perchè tutte le donne sapevano metterci le mani e creare il costume adatto con gli avanzi dell'anno prima o il riadattamento delle creazioni precedenti. L'unica cosa che si comperava era la mascherina di carta di cui non si poteva fare a meno, cioè quella da mettere in viso con le sembianze della strega, dell'indiano, della tigre, di pulcinella e così via.
Si trovavano di solito nelle tabaccherie-cartolerie-edicole ( erano un tutt'uno) in vendita qualche giorno prima del carnevale; non ce n'erano molte e quindi...più tardi si arrivava e peggio era, rimanevano solo quelle più brutte e meno ricercate.
Spesso la festa si faceva all'asilo e a scuola; dolcetti fatti  dalle mamme e dalle nonne, maestre e maestri per un giorno disponibili a fare gli stupidini, qualche poesia recitata dai più bravi, chili di coriandoli sparsi ovunque, bidelle ricche di pazienza per pulire il tutto. 
Le feste si facevano anche in casa radunando parenti ed amici che avevano in famiglia bimbi piccoli.
Un pomeriggio di allegria, ci si accontentava di poco. Tra l'altro, in Arcevia ai tempi di carnevale c'era spesso ancora la neve ed era anche molto freddo. Per i grandi...ettolitri di vinbrulè offerto nella piazza principale e fatto dentro grandi pentoloni che ne contenevano in abbondanza con sotto il fuoco acceso. 
Era tutto, e niente altro.
Eravamo felici? Noi bimbi certo, i grandi non lo so. 

venerdì 14 febbraio 2014

OLTRE LA SIEPE

Forse un giorno
riuscirò a guardare
oltre la siepe
che fa da sipario
alla mia vita
al mio mondo
alla strada
che c'è ancora
da percorrere.
Alle mie spalle
vedo storie
e ricordi, immagini
e un sapore
dolce amaro
di errori 
e di cose buone
che si fondono
e si confondono
nella piccola storia
di un passaggio.
Ma oltre,
al di là della siepe
posso sempre
immaginare
che ci sia 
un mare d'incanto
fatto di sorprese
e di felicità
che aspettano solo
di essere colte.

mercoledì 12 febbraio 2014

ANDARE AL VENTO

Camminare andare
senza sapere dove
senza sapere quando,
camminare e andare
facendo volare
pensieri e desideri
spingerli come aquiloni
al vento di montagna
lasciarli liberi
nella luce del cielo
la mente libera
di credere 
solo ai sogni
e vedere il tuo corpo
che si libera
e sfiora la terra
inseguendo gli aquiloni.


lunedì 10 febbraio 2014

NEL TUO VISO

Vorrei ritrovarmi
nel tuo giovane viso
nei tuoi colori
nel profondo
dei tuoi occhi
nei capelli 
in disordine
che ti scendono
in fronte
a mascherare
sguardi maliziosi.
Vorrei ritrovarmi
nei tuoi anni
che volano
come il vento
e seguirti
fino a quando
una folata 
mi porterà in aria
come polvere.



domenica 9 febbraio 2014

IL BALLO...DA FERMI

Giradischi portatile, ultima novità della tecnologia, con caduta automatica del disco e musica a ripetizione per molti, molti minuti. La casa messa a disposizione da qualche amico che aveva la fortuna di avere i genitori " o generosi o comprensivi o impegnati altrove". Dolcetti e bibite ( paste e aranciate) acquistate in una pizzeria-forno che stava in cima al corso, dove costavano di meno; tam tam tra noi amici e le ragazze che di solito formavano la compagnia ma benvenute erano le novità che venivano perchè amiche delle amiche, lingua di fuori e occhi sbarrati se erano anche carine e simpatiche. Arrivavamo nel luogo dell'incontro a piccoli gruppi, per non farci notare troppo, le fanciulle in due o tre per volta, in certi casi anche per farsi coraggio, perchè erano venute rigorosamente di nascosto senza dire nulla ai genitori. Ora  pomeridiana: 15,30 / 16 l'ora del cinema. Quando eravamo un numero accettabile, dopo le chiacchiere, si mettevano su i dischi e si cominciava a ballare.
Quasi sempre le coppie erano belle e formate pur senza niente di ufficiale ma magari solo per simpatia. Cadevano i vinili sul piatto, andavano i ritmi veloci ed i passi di moda, come ieri, come oggi, come domani.
Pastarella? Si grazie, aranciata, battute, risatine, occhiatine, il leggero trucco delle fanciulle che andava ogni tanto rinfrescato. Noi  amici  in attesa che passasse il tempo e si facesse buio. Poi arrivava il momento giusto. Si accendeva la luce e si cominciava a mettere sul giradischi ritmi più lenti e canzoni romantiche: Endrigo, Gino Paoli, Mina,Vanoni, qualche americano. Le coppie si formavano, i passi erano impercettibili, la classica mattonella. Guancia a guancia, infuocate, mano nella mano, occhi chiusi e, finalmente, una mano ruffiana che spegneva la luce. E si andava nel mondo dei sogni, per tanto tempo sperando che non finisse mai.
Una delle canzoni che mi piaceva di più era" I cant help folling in love vith you" ( spero di aver scritto bene) di Elvis Presley. Che momenti fantastici! 
Non bisogna vivere di ricordi, dice giustamente qualcuno ma i ricordi aiutano a vivere, dico io. Eccome!

Strana coincidenza!!! Ne La vecchia Fano è stata postata ieri la foto che compare in questo blog. E si vede proprio la pizzeria-pasticceria che cito  sopra. Pizzeria da Pietro!!!

sabato 8 febbraio 2014

LA LUNA

Guardava la luna,
sognava la luna
cantava alla luna
pregava la luna
quando di notte
la vedeva spuntare
tra i rami contorti
del vecchio albero
che stava da un secolo
nel grande giardino
del cadente seminario.
Parlava alla luna,
le confidava i suoi sogni
le sue speranze
i suoi desideri.
Poi, dopo un temporale
il vecchio albero
ha perso le forze,
si è inclinato a terra
 e in poco tempo gli uomini
 lo hanno abbattuto.
La stessa notte
dalla finestra aperta
ha potuto vedere 
che non c'era più la luna
a starlo ad ascoltare 
tra i rami della quercia
ma un triste lampione
posto ai margini
della bianca strada.
Aveva sognato
pensando alla luna.
E non sarebbe stata
l'ultima volta.





giovedì 6 febbraio 2014

STATUE DI CERA

Al tempo e alle stagioni 
che passano
si sciolgono in un pianto
 inarrestabile
le pallide statue di cera,
colano rivoli dagli occhi,
dalla fronte, dai capelli,
i volti che erano stati belli
e modellati con cura
perdono consistenza
e si sfaldano piano piano
in un'opera di distruzione
che avrà fine solo quando
la cera, tutta,sarà colata.
I volti diventano maschere,
i corpi come tronchi contorti,
le cere colorate si mescolano
in un grigiore uniforme,
rigagnoli di tinte
nere, rosa, azzurre
si amalgamano
e l'immagine di una beltà
quasi soprannaturale
ora suscita pietà e indifferenza.
E' la fine naturale
della statue di cera.




martedì 4 febbraio 2014

DAGLI AL VOTO !!!

Come era sin troppo facile immaginare, la guerriglia urbana a caccia di voti si è ufficialmente aperta e senza esclusioni di colpi. Ora tutto è brodo e tutto fa brodo per farsi pubblicità, per farsi propaganda, per trovare spazi e megafoni. Figurarsi poi adesso che con l'era internet, Facebook, twitter , non c'è scampo a meno che tu non chiuda per qualche mese il tuo computer. Adesso tutti ti vogliono bene, tutti portano avanti le " tue istanze", le tue necessità, il tuo desiderio di vivere in un " territorio" vivibile: ospedale a due passi da casa, strade come biliardi, mare pulito, niente burocrazia, impianti sportivi, teatro, cinema e discoteche per tutte le età. Insomma, tutti sparano grosso per attrarre l'elettore.
Quello che più mi colpisce, però è l'intromissione dei diretti interessati o dei loro fans nei gruppi di FB che sono nati e vivono veramente per ricordare le belle cose della città, del suo passato, il suo patrimonio artistico e culturale, la sua vena cittadina e la sua storia. 
E' talmente forte la voglia di metterci lo zampino che...magari per scherzo ma ci mettono il naso e si fanno pubblicità. Ci sono supporter che non resistono, sbragano, fanno complimenti al loro idolo, battono le mani a parole, enfatizzano e pompano anche le minime sciocchezze. 
Io nella mia pagina posso fare quello che voglio e chiunque, nella sua può fare ciò che vuole e dire quel che vuole ma trovo estremamente inopportuno e goffo approfittare dei gruppi per infilarci cose che nulla hanno a che vedere con le intenzioni di coloro che lo hanno fondato.
C'è chi giustamente ha protestato. Ma immagino che nessun amministratore  avrà la forza di mettere freno a questa euforica voglia di leccare i barattoli del capo.
Peccato.

domenica 2 febbraio 2014

UN PASSEGGERO

Sono un passeggero di seconda classe
in questo lungo treno della vita
con scarso bagaglio e poche storie
da raccontare: 
quel che vedo dal finestrino,
qualche incontro
 tra i presenti nel vagone,
alcuni interessanti, altri
da dimenticare subito 
mentre sui binari corre
il lungo serpente di ferro
che mi porterà chissà dove.
Non ricordo neanche
se ho pagato il biglietto.

MALATO DI STAGIONE

E' uno scotto che più o meno paghiamo tutti quando arriva l'inverno: il raffreddore se ti va bene, l'influenza se ti va male.
E' il periodo in cui le farmacie fanno affari d'oro, rimpinguando le casse di euro a chili con la vendita di prodotti che " dovrebbero" curarti", farti passare la tosse, il mal di gola, ma che in verità fanno bene solo alle case farmaceutiche.
Non dico poi delle cure omeopatiche che lascio a chi crede.
Io adotto un mio metodo personale che qualche anno mi ha dato buoni risultati ( forse è stata solo fortuna...): tenermi lontano il più possibile alle persone che sono palesemente raffreddate, che tossiscono, che hanno perennemente il fazzolettino di carta in  mano, che starnutiscono il continuazione,  oltre che frequentare pochissimo-necessità permettendolo- i locali affollati e chiusi.
Ma quest'anno credo sia proprio l'anno della maledizione. Gli "ammalati" sono a migliaia, nascosti, mimetizzati in ogni dove, sbucano all'ultimo secondo dietro l'angolo e starnutiscono proprio quando sono a venti centimetri da te, al bancone del bar cerchi un angolino tranquillo, ti tieni un passo indietro, pronto a fuggire subito dopo aver bevuto il caffè, sorseggi, gusti e degusti e dietro a te...c'è l'implacabile che ti tossisce nel collo, che spara virus da tutte le parti, ti fa la doccia al bacillus di aloa, e insiste per venire ancora più vicino, sgomita per conquistare la prima fila e intanto continua a tossire senza neanche mettere la mano davanti la bocca. E poi, quando vai a pagare, la cassiera prima di darti il resto fa un bello starnuto sulle monetine che poi ti passa tranquillamente e che tu non puoi fare a meno di prendere. Cosa fai? Usi un fazzolettino di carta per prendere le monete, cosi fai ridere tutto il mondo? E allora abbozzi e speri che tutto vada bene. E cosi capita nei supermercati, nei negozi, dal fruttivendolo. Ovunque. Sino alla scena comica di coloro che incontri per strada e che, educatamente ti salutano porgendoti la mano sulla quale pochi secondo prima ( e tu l'hai visto!) ha sonoramente starnutito tre volte di fila. Cosa fai? Fai finta di non vedere? Tentenni, prendi tempo, ma quello/a insiste con il braccio allungato e teso verso di te.Rapida riflessione: lascio il guanto? Meglio di niente...;
lascio il guanto e chi si è visto si è visto! Ma è una dura battaglia. Ma poi...via amuchina a tutta birra per disinfettarci una volta che siamo a casa. Ma Basterà? Mah...