Altro luogo, altri tempi, pochi soldi da spendere, praticamente zero. Quindi..tutto fatto in casa o quasi. Il vestito non era un problema perchè tutte le donne sapevano metterci le mani e creare il costume adatto con gli avanzi dell'anno prima o il riadattamento delle creazioni precedenti. L'unica cosa che si comperava era la mascherina di carta di cui non si poteva fare a meno, cioè quella da mettere in viso con le sembianze della strega, dell'indiano, della tigre, di pulcinella e così via.
Si trovavano di solito nelle tabaccherie-cartolerie-edicole ( erano un tutt'uno) in vendita qualche giorno prima del carnevale; non ce n'erano molte e quindi...più tardi si arrivava e peggio era, rimanevano solo quelle più brutte e meno ricercate.
Spesso la festa si faceva all'asilo e a scuola; dolcetti fatti dalle mamme e dalle nonne, maestre e maestri per un giorno disponibili a fare gli stupidini, qualche poesia recitata dai più bravi, chili di coriandoli sparsi ovunque, bidelle ricche di pazienza per pulire il tutto.
Le feste si facevano anche in casa radunando parenti ed amici che avevano in famiglia bimbi piccoli.
Un pomeriggio di allegria, ci si accontentava di poco. Tra l'altro, in Arcevia ai tempi di carnevale c'era spesso ancora la neve ed era anche molto freddo. Per i grandi...ettolitri di vinbrulè offerto nella piazza principale e fatto dentro grandi pentoloni che ne contenevano in abbondanza con sotto il fuoco acceso.
Era tutto, e niente altro.
Eravamo felici? Noi bimbi certo, i grandi non lo so.
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