giovedì 7 aprile 2011

1964 IL MARE NON PERDONA

Giugno 1964, eravamo oramai in estate. Bellissime giornate, caldo, si andava al mare. Il Lido era attrezzato, i bar aperti, le cabine di legno sistemate lungo la spiaggia, i pescatori erano in mare con le loro barche. Credo sia stato un primo pomeriggio di un giorno qualsiasi; il tempo cominciò a cambiare, il cielo a diventare scuro ma senza lasciar presagire niente di preoccupante, si alzò il vento, piano piano e poi sempre più forte. La gente che era al mare prese la strada di casa immaginando l'arrivo di un temporale come ne abbiamo visti tanti anche in questi anni. Ma non fu un temporale. Fu un fortunale di inaudita violenza, terribile, che si abbattè  sul litorale fanese e sul mare Adriatico. Sconquassò terra e mare per diverse ore, facendo tabula rasa di tutto. Dal Lido e dintorni furono spazzati via come se fossero di carta capanni, mosconi, sedie, abbattuti da una mano gigante e folle. Le cabine  distrutte, i mosconi, che erano veramente pesanti allora, "volarono" addirittura oltre la ferrovia. Ma la tragedia più grossa la vissero i pescatori quando tentarono di ritornare a casa ed entrare nel porto oppure provarono ad andare al largo per allontanarsi dal fortunale. Furono ore e ore di angoscia per i familiari che in molti si erano radunati nei pressi delle banchine.  Alcuni pescherecci affondarono e portarono con sè, per sempre,  anche i pescatori a bordo. Fu una cosa terribile, mai vista a Fano  da decenni e pagata a cara prezzo. Il nostro bel mare, dove andiamo sempre a trascorrere ore liete in estate, quel lontano giugno 1964  fece conoscere ai fanesi il suo volto sconosciuto, quello più crudele e cattivo. 
La foto, anche se non eccezionale per qualità, mostra una fila di capanni del Lido praticamente distrutta.

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