Ce lo invidiavano tutti, persino gli amici-cugini pesaresi e gli amici senigalliesi: lo struscio lungo il corso, soprattutto serale. Era un rito al quale nessuno di noi voleva mancare perchè era una delle poche ,pochissime occasioni per incontrare amichette, compagne di scuola o ragazze sconosciute ma che avremmo voluto ardentemente conoscere.Il percorso era sempre lo stesso perchè il "centro" città, il cuore pulsante di Fano era tutto lì: negozi, bar importanti,librerie, rivendite di dischi, abbigliamento di lusso e cioè: dal Caffè centrale- frequentato da persone abbastanza facoltose e gioventù con soldi in tasca ( i famosi figli di papà)- verso piazza XX settembre e quindi sino all'incrocio con via Garibaldi e...dietro front per rifare il percorso all'inverso. Quanti i chilometri percorsi? Non saprei dire ma tanti, tanti. Avanti e indietro senza fine, sino a quando , per tutti noi giovani, non suonava l'ora della ritirata che coincideva, naturalmente, con l'ora di cena. Le ragazze, però, andavano via prima perchè mamma e babbo ( o papà) pretendevano prima i doveri di scuola ( devi prendere il diploma!) poi concedevano lo svago ma breve. Anche noi dovevamo prendere il diploma, sia chiaro ma eravamo più liberi. E allora su e giù, su e giù all'infinito, ridendo e scherzando, parlando più forte quando si stava per incrociare le fanciulle, per attirare l'attenzione, per farci vedere. Era una scelta precisa del percorso: incrociare le amiche per vederle in viso, mai andare nella stessa direzione. Così si potevano incrociare gli sguardi, si poteva scambiare un sorriso, si poteva mandare qualche segnale.Questo nei mesi autunnali ed invernali, d'estate le cose cambiavamo totalmente e cambiava anche la sede della passeggiata.
Ma lo struscio, seppure con i tempi così follemente trasformati e con le abitudini ed i mezzi totalmente diversi , in molti è rimasta ancora una sana e tranquilla abitudine anche adesso. Forse si sono allungati i percorsi:si arriva sino al Pinobar ma, dall'altra parte, è ancora l'incrocio con via Garibaldi a segnare il confine.Sciocchezze, dirà qualcuno.No, sono solo piccoli ricordi di gioventù ma belli. E chi non li ha non può capire e non sa che cosa si è perso della vita.
La foto è una immagine d'epoca di Corso Matteotti.Sotto il palazzo Gabuccini c'era un bar con il juxebox.
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