domenica 3 aprile 2011

MARE DI SEMPRE:DI OGGI E DI IERI

Gli anni passano ma la meta primaverile è sempre la stessa:il mare. Bastano un raggio di sole, un pò di caldo, l'aria di un inverno che si allontana ed ecco che tutti corrono e corriamo verso i litorali che sia il Lido, che sia la Sassonia o  Arzilla,o Gimarra o che altro. Si va. E questi giorni di aria buona confermano la regola. Ieri, oggi gran folla lungo tutto il tratto, pienone come non se ne vedeva da tempo. Oggi come ieri, dicevo, perchè anche nel passato, quando gli anni erano diversi e più "popolari" e con meno soldi da spendere, ai primi soli la mèta del mare era scontata e giù tutti a scaldarsi e camminare sulla sabbia. Solo che i confini erano più stretti e più limitati; praticamente c'era solo il Lido. Tutti lì. Perchè l'Arzilla, la Sassonia, Gimarra non erano curate nè tanto meno considerate luogo di sosta e di villeggiatura; erano lasciate al " naturale"  e quindi in verità impraticabili, se non per pochi avventurosi. Oggi si arriva a pochi metri dall'acqua con i SUV, con le macchine lunghe ed ingombranti ( ma fanno tanto figo), con le moto 1000 di cilindrata ed i maxi scooter, con le bici supertecnologiche che pesano 300 grammi, 15 scatti di cambio, con il casco, con le tute di moda, con il telefonino sempre connesso, ecc.Gli stessi bimbi che vengono spinti da giovani genitori super accessoriati, viaggiano a bordo di carrozzelle all'ultima moda, con airbag incorporato, alte due metri, supermolleggiate, oppure passeggini che sembrano astronavi. Ai bei tempi si arrivava o a piedi( anche se si abitava molto lontano) o a bordo di pesanti biciclette, rigorosamente in due, uno o una sulla canna,  o i più fortunati in mosquito, motom, vespa, Garelli, Rumi, lambretta, Benelli, quasi tutti cilindrata 48 senza equivoci. I bimbi viaggiavano su carrozzelle passate di madre in figlia, i vestiti erano quelli che erano e le panchine di legno, distribuite in tutto il lungomare, venivano prese d'assalto per non sedere nei bar e spendere soldi. Però, detto questo- che è inevitabilmente il segno del tempo che passa e su cui non c'è niente da dire- resta il fatto che il sole è sempre il sole ed il mare è sempre il mare per noi fanesi; e quindi...giù tutti a correre verso l'acqua salata e la sabbia. Come sempre è stato e come sempre sarà.

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