giovedì 29 novembre 2012

MO VIENE NATALE...NUN TENGO DENARE...

Che tristezza, che malinconia camminare per le strade del centro quasi semivuote, con la gente che procede in fretta e passa senza guardarsi intorno; i negozi vuoti dietro le vetrine illuminatissime e le commesse( se ci sono ma spesso a gestire sono solo i proprietari) con le braccia conserte, mute, piazzate dietro la cassa o a riordinare la merce per la decima volta, cambiando qualcosa in vetrina tanto per ammazzare il tempo. Da qualche parte, nelle lunghe e vuote giornate senza clienti, al computer si gioca persino a burraco o si naviga sul Facebook. Tempi bui, tempi di crisi, si svende più che si vende, l'importante è racimolare soldi per pagare i contributi, gli affitti, i fornitori, i dipendenti. E il Natale che arriva? 
Purtroppo, credo non riserverà sorprese e lo sanno tanto bene i negozianti che hanno tirato la cinghia anche negli addobbi e nelle luminarie." Il minimo, vogliamo il minimo" hanno ripetuto più volte a se stessi ed alle Associazioni di categoria e stanno attenti anche a non spendere un euro in più. 
Non so se è stata una coincidenza ma due settimane fa, quindi più o meno a metà novembre, in una buia serata di pioggerellina insistente e fastidiosa, verso le ore 18/ 18,30, mentre camminavo lungo Corso Matteotti, ho sentito distintamente il suono di una cornamusa. Lì per lì ho pensato di avere le visioni, di sognare ad occhi aperti,  mi aspettavo di veder passare il sindaco Agussi vestito tutto di bianco e con le ali che guidava un branchetto di pecorelle tutte con i visi degli assessori ma poi ho capito che era proprio una nuda e cruda realtà, anche perchè lo zampognaro mi veniva incontro a passo veloce per ripararsi sotto le colonne del Gabuccini.
Che miseria!!! Che delusione...
Sono in crisi persino i simboli storici del Natale: uno solo, poveretto e sfigato, a suonare 50 giorni prima di Natale, aspettando oboli che nessuno avrebbe potuto dargli e nessuno infatti gli ha dato. Ma come siamo ridotti?
Mo' vene Natale... nun tengo denare...diceva una vecchia canzone di qualche decennio fa: beh! cosa è cambiato da allora?Niente, salvo qualche impiccio in più che  ci tiriamo dietro e di cui non siamo più capaci di fare a meno.
Racconto anche questa.
Lui è certamente un figo, molto ben vestito,alto sul metro e ottanta, metro e novanta, elegante, sui 35/ 40 anni, borsa di cuoio antico, lo incontro spesso in città; immagino sia o un dirigente bancario o un manager di qualche bella impresa.Cammina sempre con un cellulare  in mano e l'auricolare attaccato e parla e parla e ascolta, con lo sguardo perennemente puntati sull'apparecchio, quasi a volerselo mangiare con gli occhi. Sta di fatto che l'altro ieri, procedeva lungo via Arco d'Augusto a venti, trenta metri da me, naturalmente attaccato al cellulare, testa bassa. E'  tempo di luminarie e sul lato destro della strada c'era un furgoncino con gli operai che stavano montando i festoni con le lampade. Il figo procede passandogli accanto ma non si accorge che dal  cassone posteriore del mezzo sporge una  parte di una scala  metallica sulla quale va a capocciare con forza. Io ci sarei rimasto! Lui, invece, dopo un attimo di sbandamento e qualche passo da ubriaco ha ripreso tranquillamente la marcia senza staccarsi un attimo dal cellulare. 
Siamo proprio diventati degli zombi senza speranza.

mercoledì 28 novembre 2012

FANTASIE INCOMPIUTE

         NON CI RESTA CHE PIANGERE
Corre veloce il tempo e corrono veloci le novità, le scoperte, le tecnologie; sembrava un miracolo andare sulla luna, viaggiare intorno la terra, e adesso, pagando, ci si va in crociera; le nostre nonne lavavano il bucato a mano, nelle "mastelle", ora le lavatrici lavano asciugano, stirano e se lo chiedi ti mettono anche i vestiti addosso; poi non parliamo dei computers, dei cellulari e altre dieci mila diavolerie che ci aiuteranno anche ma prepotentemente ci hanno anche rimbecillito e atrofizzato il cervello. L'auto parcheggia da sola, ti trova automaticamente il posto dove devi andare e ti ci porta, poi ti scarica, ti da gli ultimi consigli e riparte. L'umanità, naturalmente " becca" compera e spende soldi; la scusa è che non abbiamo tempo e ci sottomettiamo volentieri  alla dittatura delle macchine. L'altro ieri in corso Matteotti: un ragazzino di sette, otto anni, con un aggeggio in mano simile ad un telefonino camminava e giocava, vicino a lui il padre; naturalmente per giocare non guardava dove metteva i piedi e soprattutto non sapeva neanche dove andava; insomma procedeva come uno zombi, di qua, di là, addosso alla gente, contro un muro, tutto; il genitore vicino a lui, tranquillo come una pasqua, non ha mai battuto ciglio, non gli ha mai detto nulla, lo ha lasciato andare come se nulla fosse, per tutto il corso; dando per scontato il suo atteggiamento. Indifferente. Questi sono i bravi genitori.
E giù, ci ingozziamo di tutto purchè sia una novità, anche inutile.Insomma: ce la danno da  bere e noi beviamo.
Questa premessa per dire, seppure nel tempo di questi ultimissini decenni, anche a noi fanesi quante ce ne hanno date da bere e quanto abbiamo ingenuamente bevuto credendo alle promesse, ai progetti, ai proclami che via via nel tempo i politici ci hanno fatto balenare davanti agli occhi e che poi non hanno mai visto la luce se non nei sogni dei bugiardoni di turno.
Vado citando a memoria: grande parco giochi" Fantasy world", Torrette o giù di lì; la " spiaggia d'oro": litorale fanese collegato con tutti i centri balneari dell'Adriatico sino a  Venezia; " il treno dell'allegria": sul binario abbandonato della Fano Urbino un servizio turistico di carrozze con cene, feste e baldorie varie; aereoporto con aerei taxi per andare nei centri vacanzieri dell'altra sponda dell'Adriatico; centro turistico a Carignano con alberghi, campi da golf, centri di bellezza, collegamento monte-mare giornaliero per i vacanzieri; strade sopraelevate per andare dal centro città al mare, con percorsi che superavano la ferrovia ed arrivavano alla sassonia e al Lido; circonvallazioni che liberavano Fano dal traffico e rendevano vivibile il centro; iniziata e mai finita e non si sa bene neanche dove finirà perchè.... il terreno è stato occupato da ville private; porto turistico alla Miami beach: centinaia di yacht attraccati ai moli, miliardari in giro per Fano, dollari a pioggia; poi però abbiamo un porto dove toccano il fondo persino i canotti di gomma e le barche da pesca restano miseramente incagliate.
L'elenco potrebbe essere ancora molto più lungo ma mi fermo qui perchè non serve andare oltre. Oramai siamo pronti a mandare giù tutto, salvo poi prendere un digestivo per rimetterci in sesto.

lunedì 26 novembre 2012

MI RICORDO...MI RICORDO...

Sono passati dieci anni da quel giorno...non sono molti ma sempre dieci anni sono: due lustri che abbiamo vissuto a Fano, sotto l'attenta e amorevole guida amministrativa del genio politico Stefano Aguzzi e di tutti gli altri che insieme a lui hanno avuto il merito ( e questo bisogna dirlo) di vincere per due volte le elezioni amministrative contro un ex colosso( dai piedi d'argilla) come il PD.
Mi ricordo...mi ricordo quel giorno: metà novembre del 2002, convocazioni soprattutto orali, un passa parola, telefonate: conferenza stampa nella sala sotterranea del ristorante X ,via Garibaldi, per assistere alla nascita ufficiale dell'associazione politica culturale " La Tua Fano": ostetriche di lusso lo stesso Stefano Aguzzi ( allora molto ruspante, molto genuino, pane al pane e vino al vino) e l'ex sindaco Enzo Cicetti, prima socialista, poi comunista, poi...protestatario convinto.
La definizione "associazione culturale" fece ridere un pò tutti perchè sapevamo benissimo che in verità dietro c'era solo il disegno politico di vincere le elezioni amministrative che si sarebbero tenute l'anno successivo, ma facemmo finta di crederci e andammo, giornalisti e un pò di pubblico, alla conferenza, accolti benissimo, rinfresco compreso.
Mi ricordo...mi ricordo... che in due o tre di noi giornalisti sapevamo da tempo che cosa si stesse preparando perchè la verità vera ( sfido a smentire) che l'idea della lista civica è nata non a Fano, ma in una cena tra  intimi in quel di Senigallia ( se non ricordo male la città) e che alcuni dei "suggeritori" ufficialmente non sono mai comparsi. 
Mi ricordo...mi ricordo..molte le domande, molte le battute, molti i sorrisi, molti i momenti seri quando i relatori hanno spiegato i motivi della nascita della Tua Fano,le intenzioni, le idee ecc.ecc. Poi saluti e arrivederci e via via per strada scambi di opinioni tra amici e colleghi. Torno a dire che in pochi presero all'inizio sul serio questa novità, sbagliando quindi completamente le previsioni.. Perchè fu proprio la novità della lista civica, appoggiata e diretta da vecchi volponi della politica, che attrasse per tanti motivi, persone e voti. Parecchi infatti aderirono provenendo da partiti tradizionali: socialisti, comunisti, repubblicani, le file si ingrossarono e diventarono un bel gruzzolo di presenze. 
Tanto da vincere in modo convincente le successive elezioni amministrative, portando alla ribalta, per ben dieci anni, l'Obama dei poveri, Stefano Aguzzi ( tutt'ora regnante).
Negli anni le cose sono cambiate: Stefano si è raffinato miracolosamente, si è contornato di assessori che qualche volta ha cacciato via, ha cacciato via anche qualche presidente, gli ha dato il giro, come si suol dire ma al di là di tutto è giusto dire che i SUONATI ( PD , Margherita ed altri soci che avevano prima di lui la maggioranza) in questi dieci anni sono stati assai più scarsi di lui tanto da rimanere a bocca asciutta.
E adesso? Nel 2014 cosa accadrà? NELLE DUE PAGINE SOTTO IL MIO ARTICOLO CON IL COMMENTO SUI RISULTATI DELLE ELEZIONI 2014.

domenica 25 novembre 2012

NOVEMBRE 2002: NASCE L'AVVENTURA AGUZZI

In questi giorni La Tua Fano ha festeggiato i primi dieci anni della sua vita politico-amministrativa, alla presenza del Grande Capo Stefano Aguzzi e di tutti i generali in coperta.
Da cronista ho seguito e scritto sulla nascita di questo movimento-che poi lascerà un segno indelebile nella recente storia di Fano- e per ricordare in breve quel che accadde, scrivo oggi qualche riga corredata di due significative foto che sono comparse a corredo dei servizi pubblicati allora.
15 NOVEMBRE 2002 Era nell'aria, se ne parlava da tempo, ma la mossa concreta per rendere pubblica la cosa fu la convocazione di una conferenza stampa, con tanto di rinfresco, in una noto locale che, se non ricordo male, era in via Garibaldi. Due i personaggi più noti e più significativi  del gruppetto che si era presentato per la nascita di quella che allora venne definita ufficialmente " associazione politico-culturale": Enzo Cicetti, ex sindaco di Fano e Stefano Aguzzi, ex presidente dell'Azienda Trasporti AMAF. 
La chiacchierata fu cordiale ma, se devo essere sincero, non aveva convinto molto i presenti che uscirono dalla sala abbastanza scettici, pur sapendo che era in tutto e per tutto una mossa politica in vista delle vicine consultazioni elettorali per nominare il nuovo sindaco e la nuova giunta di Fano.

Comunque, i " soci" fondatori-che invece adesso possiamo dire avevano visto lontano- erano:Domenico Antonucci,Davide Rossi,Giuliano Marino,Enzo Cicetti,Stefano Aguzzi,Graziano Busca, Alessandro Federici. Di questi, strada facendo, due pedine importanti hanno poi lasciato, litigando, La Tua Fano: Davide Rossi ed Enzo Cicetti.
Alle elezioni amministrative la lista  invece fece man bassa di voti e da dieci anni , nel bene o nel male, governa la città.
Vedremo alle prossime del 2014 cosa accadrà.
Scrivendo di questa nuova formazione politica, naturalmente-come è nella mia natura- ho spesso scherzato e preso molto bonariamente in giro personaggi e situazioni. La prima, ad esempio, è stata quella di ribattezzare La Tua Fano  chiamandola " Lista CICAGU",non per offendere ma usando l'inizio dei cognomi dei due fondatori più importanti e conosciuti CIC(etti)/ AGU(zzi).(qui sotto il titolo di un mio articolo)

Poi la storia più o meno la conosciamo tutti: Cicetti ha fatto il presidente ASET per un anno e poi è stato silurato, Davide Rossi ha fatto l'assessore e poi è stato silurato,altri hanno abbandonato strada facendo, ecc.ecc.ecc.e poi via via tutto il resto dei capitoli sino ad oggi.



venerdì 23 novembre 2012

OCCHI AZZURRI

Lasciami andare, ti prego, lasciami andare
diceva piangendo, passando le dita negli occhi
abbassando il capo per nascondere il viso.
Lasciami andare e più lo ripeteva e più la voce
diventava debole e impercettibile
mentre le parole le rimanevano in gola
eppure rimaneva, muovendosi appena di un passo
per poi tornare; i suoi occhi, azzurri come il cielo
parlavano di dolore e di disperazione.
Sapeva che era la fine, sapeva che era un addio
ma non si dava pace e dire lasciami andare
era solo un modo per dire non lasciarmi.
Scendevano le lacrime nel suo viso sino al mento
seguendo le piccole rotondità delle gote
e lei ancora con le dita cercava di asciugarle;
l'azzurro dei suoi occhi era sempre più bello
come il colore del manto di certe Madonne dipinte
e quando alla fine, senza più forze, se n'era andata
si sono spente per sempre anche quelle due stelle.





OMBRE

Nella luce fioca del lampione, sotto la pioggia,
l'ombra che aveva visto passare veloce, a testa bassa,
aveva riportate nella sua memoria, per un attimo,
i contorni di un viso conosciuto e perso da tempo:
era lei? Non era lei? Era stato tentato
di andarle dietro, di chiamarla per nome, il desiderio
di rivedere i contorni del suo viso, bello e delicato,
ma in quell'attimo di esitazione, in quei pochi secondi
persi nell'indecisione, l'ombra era sparita nel buio.
Quanto tempo era passato dall'ultima volta
che erano stati insieme, in un giorno pieno di gioia,
di divertimenti, di musica, di sentimenti.
Poi lei se n'era andata in un'altra città e velocemente,
così come era nata, la loro amicizia era finita.
Che strano effetto gli aveva fatto quell'incontro,
pur nel dubbio della conoscenza, come un brivido
di freddo che, improvviso, corre lungo la schiena.
La pioggia cadeva ancora forte e per ripararsi 
camminava veloce rasente al muro, sopra un marciapiede
sconnesso e pieno di buche colme d'acqua
non riusciva a dimenticare la scena che aveva vissuto
poco prima pur dicendo a se stesso che,in fondo, era stato
solo un colpo di flash in una serata buia e piovosa.
Era giunto oramai nella piazzetta dove aveva lasciato
lasciato l'auto e finalmente poteva tirare un sospiro 
di sollievo al pensiero di andare veloce a casa 
per chiudersi alle spalle quel bagno di pioggia
e di disagi ed indossare vestiti asciutti e caldi.
Aveva messo in moto l'auto, accesi i fari ed in funzione
il tergicristallo, ingranando la marcia. Solo allora 
si era accorto che in un'altra auto, vicina alla sua,
qualcuno aveva fatto la stessa manovra.
Era stato naturale che si girasse per guardare
ed alla luce dei fari gli era sembrato di vedere
anzi! ne era sicuro, che al volante ci fosse la stessa
 persona che aveva incontrato sotto la pioggia poco prima:l'amica di tempi passati.Che strana coincidenza
perchè anche questa volta, per colpa dell'acqua
che scendeva sui vetri e l'appannarsi di questi
non aveva potuto vedere bene il suo viso.
 La stessa domanda: era lei? Non era lei?Ma  di nuovo non ci sarebbe stata risposta perchè l'altra auto era partita in fretta e prima che lui si muovesse era già lontana, persa nell'oscurità.
I giorni seguenti aveva interrogato amici ed amiche di un tempo, chiedendo se, per caso, avessero saputo che quella persona, per una qualche ragione, fosse tornata in città. Nessuno aveva dato risposta positiva; unica cosa certa era che non la vedevano da secoli e che le ultime notizie la davano residente in un paese sudamericano dove era andata ad abitare dopo il matrimonio.
Eppure gli sarebbe piaciuto rivederla e parlarci, magari solo per qualche attimo. Era stato un sogno? Un equivoco, qualcuna che le somigliava? Forse ma non lo avrebbe mai saputo.




martedì 20 novembre 2012

VIVA IL NOSTRO TERRITORIO!!!

Buongiorno amiche ed amici...anche oggi leggiamo insieme in TV la rassegna stampa con i giornali del nostro territorio, ma prima vediamo il calendario che segna come santo San Pancrazio, un falegname nato nel nostro territorio. Per primo guardiamo il nostro Carlino: nella pagine di Pesaro si parla di un incidente accaduto proprio all'incrocio di due strade che purtroppo sono nel nostro territorio, per fortuna non ci sono stati feriti ma il nostro territorio è sempre molto pericoloso. Il presidente della Provincia-vi leggo un altro titolo- è preoccupato per i problemi del nostro territorio e quindi nel bilancio del 2013 ha previsto somme ingenti per affrontare tutti questi problemi del territorio che qui potete leggere se vi comperate il giornale tutti elencati territorio per territorio. Anche il presidente della Camera di Commercio Drudi è molto preoccupato, lui però non per il territorio ma per la sua permanenza sulla poltrona di presidente; però tutti i consiglieri del territorio gli hanno fatto sapere che sono con lui. Nella pagina di Fano invece si parla delle violente mareggiate che hanno distrutto quasi tutto il litorale del nostro territorio; ebbene sì! molta acqua e poca terra. Peccato! Però il sindaco Aguzzi, che è molto legato al nostro territorio, ha fatto sapere che è andato in Ancona per sottoporre tutti i problemi del nostro territorio, ha parlato con il presidente Spacca che lo ha assicurato che quanto prima lo manderà...a zappare la terra nel nostro territorio. 
Vediamo ancora la pagina di Fano: è stata inaugurata la mostra sapori e amori d'autunno , no! sapori e AROMI d'autunno; migliaia di persone all'inaugurazione dove sono stati degustati e mangiati tutti i prodotti del nostro territorio, a cominciare dall'assessore Minardi- che li ha degustati tutti- all'assessore Del Vecchio, all'assessore Santorelli  che prevedono per la prossima estate una diminuzione di presenze turistiche nel nostro territorio ma un forte aumento di zanzare tigri e moscerini. Ebbene si!Le solite problematiche del nostro territorio.
Torniamo alle pagine di Pesaro. Si è tenuta una riunione per affrontare il problema della prossima neve invernale che ricoprirà e metterà in difficoltà tutto, ma tutto ma tutto tutto il nostro territorio. L'inferno bianco- come ha titolato il giornale-però, non metterà più paura. E sapete perchè? Perchè non c'è più l'assessora M.A.C.( Maria Antonia Cucuzza) ma ad interessarsene sarà il più importante personaggio del nostro territorio, Santorelli. Con lui, per difendere il territorio ed anche la poltrona ci sarà l'assessore regionale Mirco Carlino...pardon! Mirco Carloni, figlio del nostro territorio e da sempre impegnato nella soluzione delle problematiche del nostro territorio.
Infine la cronaca: preso albanese quarantenne che deteneva in tasca 5 grammi di hascisc e venti grammi di maggiorana e basilico, già divisi in bustine; i primi erano per i giovani che tirano cannoni nel nostro territorio, gli altri per la moglie che doveva preparare il brodetto.
Come vedete, gentili ascoltatori, il nostro territorio è sempre in fermento. Meglio cosi. Arrivederci a tutti e ci sentiamo e ci vediamo in TV domani con le ultime notizie provenienti...indovinate un pò da dove? Ma dal nostro territorio!!!

sabato 17 novembre 2012

TACCO E PUNTA

E' sabato sera, non bisogna perdere tempo nè occasioni, il tempo passa veloce e gli anni,purtroppo, lasciano il segno.
Le fanciulle, le fighette cittadine e periferiche si sono preparate per tempo, tutto il pomeriggio a lustrare, spalmare, profumare, cremare, smalti, ricci, parrucchiera, fai da te, lustrare, truccare, stirare, vaporizzare, indossare, guardarsi allo specchio,contattare, telefonare, chattare, messaggiare,
avanti e indietro sino all'ora di uscita, con le amiche, con la Smart, con la Mini ( le fighette), con la cinquecento le più purtine, tutte verso bar e locali per il tradizionale ed inevitabile happy hour, tutt'intorno ai tavoli, con la musica di sottofondo, risate vere e finte, salutini con la mano, lo sfiorarsi appena con le guance per un saluto ( piano sennò addio trucco), sguardi infuocati ai maschietti che arrivano uno dietro l'altro, anch'essi conciati per la festa. Si beve, si mangia di tutto, di solito roba salata e piccante, ma soprattutto si ride, si ride, si ride.Gli argomenti di conversazione non sono eccezionali ma servono solo per far passare il tempo, in attesa della mezzanotte per andare nelle discoteche per scatenarsi e magari dare anche qualche tiro, magari un cannoncino, tanto per tenersi su.
Nell'altro emisfero dell'età, quello assai più maturo, c'è ugualmente fermento: si esce per andare a ballare al Tris o qualche altro locale simile: si va dal liscio alla bachata, senza nessuno distinguo. Ma i ritmi sono molto, molto più lenti perchè le signore maturette hanno lavorato sino alle 20, poi hanno preparato la cena, si sono dovute stirare i vestitini, portare a spasso il cane per i bisogni notturni, hanno fatto la doccia e giù bagno schiuma per far sparire tutti i segni della fatica e del sudore. Il trucco poi è una fatica di Ercole, copri qui, scurisce là, strappa i peluzzi dal mento, tire le righe che vanno tutte storte,fondo tinta a bidoni su viso e corpo e spalle e braccia,su tutto ciò che resta scoperto dal vestito, e tira i jeans con gli strappi che non vogliono entrare... e tira e tira ed anche se sono elasticizzati non vogliono proprio entrare e se ci sta la pancia non ci sta il sedere e se ci sta il sedere non ci stanno i rotolini dei fianchi. Poi gli stivaletti...eheheheh gli stivaletti sono una tortura e quando finalmente sono entrati nei piedi gonfi stringono come una morsa. Comunque, ci siamo. Richiamo alle amiche vedove, single, divise, divorziate, zitelle, ...si vaaaaaa!!  Si strombazza sotto le case, di solito passa una per tutte e poi si fa il turno: automobili senza pretese, anonime, capaci, magari diesel. Mentre si va si fuma una sigaretta, si chiacchiera, si formulano speranze:" magari questa sera...quello lì di Senigallia si farà più intraprendente. Si decidesse!! " e giù si spera di agganciare qualche fessacchiotto pieno anche lui di problemi e di complessi, in una vita sprecata o andata per il verso storto. Si balla, si ride, ci si guarda intorno ma raramente il pesce abbocca. Comunque è un sabato che in qualche modo se ne va.Poi... domani è un altro giorno.

venerdì 16 novembre 2012

FIORI E PETALI

La mia rosa,la tua rosa, 
il mio fiore, il tuo fiore
a contare i minuti che passano
 il bocciolo che si apre
e il tempo che sfiora i petali.
Il pallido sole illumina il giorno
ma non è ancora inverno
e qualche piccolo insetto
cerca ancora tra le foglie
il profumo che inebria.
Farà in tempo ad aprirsi
del tutto il bocciolo 
per donarsi ancora 
o un freddo improvviso
brucerà la sua vita,
per sempre?
Allora la sua anima cadrà
insieme alle foglie
a ricoprire la terra
di un modesto vaso
che è stato
tutto il suo mondo.

nella foto:l'ultima rosa, ieri, nel mio terrazzo.

mercoledì 14 novembre 2012

CINGUETTII ...DA PASSEROTTO

 LEI.
Ha in  mano il cellulare ultimo modello, quello che costa di più e che non è più un telefono ma un kit di foto, video, computer, internet, bluetooth, insomma un tutto extragalattico, è seduta al bar, sullo sgabello alto, gambe accavallate, belle, gonna corta, abbronzata, indosso è tutta una firma ( poi magari comperata dai vu cumprà), parla , anzi! cinguetta nella sua scatoletta ultrapiatta bianco latte, ciu ciu ciu ciu, sorride, è tutta un brodo, con la mano sinistra si accarezza le chiome lunghe, qualche volta arrotola tra le dita un ciuffo di capelli, con eleganza, con sensualità, sicuramente pensa di accarezzare il suo "lui" che è dall'altra parte in ascolto. Ogni tanto sorseggia un intruglio colorato di rosso, sicuramente per rinfrescare la sua ugola da passerotto ma anche per fare scena. Ciu ciu ciu, e sorride un po' ebete, agita il capo a sinistra e a destra facendo ondeggiare la morbida chioma e sorride ancora, ride, parla sottovoce per non farsi sentire da coloro che sono seduti vicino a lei. Lei pensa che nessuno abbia capito con chi parla!!! Noooo!!!
Sbircia anche l'orologio, i minuti passano in fretta, l'ora del caffè è quasi giunta al termine, deve tornare in ufficio, uffaaaa!!! Il cinguettìo negli ultimi minuti diventa sempre più miagolìo, fa le fusa, sospira nell'ultrapiatto, lui dall'altra parte sente il suo caldo alito nell'orecchio ( oggi i cellulari fanno miracoli) , allunga la bella gamba nuda per scendere dallo sgabello, poi l'altra, è in piedi ma non molla l'apparecchio, sembra un moribondo all'ultimo respiro, soffia un bacio e finalmente chiude la conversazione. E' triste, deve tornare a lavorare, potrà richiamare l'amico solo all'ora di pranzo ma non è sicura; se con lui ci sarà anche la moglie...meglio non rischiare. E allora l'attesa sarà più lunga e dura. Meglio non pensarci. Si accende una sigaretta e va.
LUI
E' seduto al bar con un amico, sorseggia un intruglio colorato, sul tavolo due quotidiani uno dei quali è 24 Ore,parla al cellulare, ultimissima generazione, nero; ogni tanto, tra una parola e l'altra sbircia i giornali e legge; sorride
con la bocca leggermente tirata da un lato ( alla Clark Gable), cinguetta con voce a toni bassi, suadenti, è sicuro di sè, anche troppo, scambia occhiate con l'amico, fa cenni chiarissimi con la mano libera, improvvisamente scoppia a ridere gorgogliando di gola evidentemente per una spiritosata detta dall'altra parte, poi ancora a voce bassa, sembra quasi leccare il cellulare, tanto è preso nella sua funzione di sessualinterlocutore. La conversazione prosegue per diversi minuti, lui si muove sulla sedia, beve, legge, fa lo scocciato e lo lascia capire bene al collega che gli sta di fianco ma la sua voce resta suadente e intrigante.
E' vestito da fighetto: jeans strettissimi blu, scarpe nere a punta, camicia a righe e giacca blu, abbronzato, occhiali da sole sulla fronte, orologio di grandi dimensioni al polso, forse falso Rolex, alcuni bracciali colorati escono dai polsini, è un figurino. L'amico fa cenno di guardare l'ora, si sta facendo tardi, devono tornare in ufficio,a lavorare. Lui bisbiglia qualcosa nel cellulare, fa capire a LEI che deve troncare quel cinguettìo amoroso, sussurra piani piano un " ciao ciao ma questa sera non posso"; chiude ed alza gli occhi al cielo:" non ne potevo più" dice rivolto  al collega. "  Non mi da pace, cacchio! se si accorge mia moglie sono fottuto!" e ride contento. In fondo la situazione gli fa molto piacere. E' bella la vita! 

martedì 13 novembre 2012

DISPERESCION...

Amiche mie, che in questi giorni siete piene di disperazione, di pensieri, che non sapete dove sbattere la testa,che siete preoccupate per tutto e di tutto,che ogni cosa che vi si presenta davanti è come un macigno che non sapete come evitare o rimuovere, che girate a vuoto in casa, per strada, al lavoro, con lo sguardo perso nel nulla, che vi ponete domande senza avere risposte; amiche mie, tirate il fiato e cercate di trovare la calma, non dico di essere ottimiste perchè sarebbe chiedere troppo ma...lasciatevi andare ad un pensiero bello che vi faccia distrarre un poco dall'uragano che c'è dentro di voi.
Di primo impatto direi che l'unico adatto a questo scopo sarebbe quello di pensare a me( e già vi passerebbe tutto) ma poi capisco che forse è un po' troppo e allora vi suggerisco di cercare dentro voi stesse, nella vostra mente, nei vostri ricordi, nelle vostre amicizie, di scovare in un angolo qualsiasi del vostro animo, del vostro intimo, trovarlo e riportarlo nel vostro cuore come se stesse accadendo adesso. Avrete pure qualcosa che vale la pena!
Disperescion!
Piove da matti, si gira solo in auto, si cammina in strada a passo d'uomo, anche se ho fretta, devo avere pazienza ed anche in questi momenti, tu che sei alla guida, devi trovare qualcosa che ti tenga tranquillo, magari qualche bella canzone alla radio. E procedo piano piano...zum..zum...zum...fanno le spazzole del tergicristallo, pulisco il vetro appannato, canticchio la canzoncina, ogni tanto smoccolo, mi guardo intorno, pioggia e ancora pioggia. Finalmente lascio la nazionale ed infilo la strada secondaria che tra un giro e l'altro mi porta a casa. Il traffico sparisce di botto, sono solo io e davanti a me, a cinquanta metri, un mastodontico SUV di colore scuro . Spingo sul pedale e vado per recuperare il tempo perso: cinquanta metri, quaranta, trenta, venti, dieci...raggiungo il mostro e quando sono sotto mi accorgo che sta procedendo a passo di lumaca. Ma come! Pneumatici da carrarmato, quattro ruote motrici, cinquemila di cilindrata... e vai a quaranta all'ora su una strada senza traffico? Lungo respiro per ritrovare la calma, tromba con discrezione, un colpetto; niente da fare, il SUV occupa tutta la carreggiata e non lascia spazio. Piano, piano, piano... comincio ad incazzarmi, zum...zum..zumm. fanno le spazzole che ho l'impressione mi prendano in giro. Lampeggio, lampeggio, due colpi di tromba e un vaffanc... che però non servono a nulla. Trenta all'ora. Per fortuna sta per arrivare un tratto di strada completamente diritto che conosco benissimo e che mi permetterà di sorpassare il mostro, comunque sia. Ed infatti... a tromba spiegata, lampeggio, supero e con un dito alzato mi rivolgo al "pilota" del Suv perchè intenda. E guardo per capire chi è. 
Da rimanerci secco! Ben oltre gli ottanta anni,cellulare con la mano destra nell'orecchio e parla come se fosse a casa, sigaretta nella mano sinistra, appoggiata al volante e dalla quale immagino ogni tanto dia una tirata,  aria serafica come se stesse all'osteria a godere un bel bicchierotto di rosso; il Suv come salotto, insomma.
Disperescion!

lunedì 12 novembre 2012

SCARPE PIENE DI PIOGGIA

Fa finta di non sentire i richiami della madre
e il piccolo continua a camminare sotto la pioggia,
i piedi bagnati passano da una pozzanghera all'altra
e schizzano acqua da tutte le parti
ride felice e si diverte mentre la voce dalla finestra
si fa sempre più severa e forte.
Ma il bimbo non dà ascolto, segue un istinto
che viene oltre il tempo, oltre gli affetti,
è l'uomo che sfida la natura e cerca l'avventura,
nel suo piccolo mondo è come affrontare
un fiume in piena o un mare in tempesta.
Procede ancora, a margine della strada
dove la pioggia ha formato un piccolo torrente
ed i suoi piedini sono oramai completamente sommersi.
Quando si accorge di essere in difficoltà
non sa più cosa fare, si ferma impaurito,
guarda verso casa, la finestra dove c'era la mamma
non c'è nessuno intorni a lui, comincia a piangere
e le lacrime nel suo viso si confondono con la pioggia.
E' ancora più piccolo, un passerotto inzuppato d'acqua,
si sente perso ma per poco. Arriva la mamma di corsa
lo prende, lo abbraccia, lo copre con l'ombrello
e lui si lascia andare in un pianto dirotto
mentre tornano di corsa verso casa.
Come è bello lasciarsi andare al calore della mamma
ed il pianto si trasforma in sorriso,con gli occhi chiusi.



domenica 11 novembre 2012

IL VIAGGIO

Nel treno della fantasia, ad ogni stazione uno sguardo
gente che arriva e gente che parte, senza bagagli
in fila a salire nei vagoni, forse non sanno dove vanno
prendono posto in silenzio e guardano fuori dai finestrini
al segnale si muove lento il treno come se facesse fatica
a lasciare il luogo dove si era fermato poco prima
e poi via via  prende velocità e scorre sui binari
tirati a lucido dal tempo, dal rincorrersi delle ruote.
Si susseguono dietro i vetri paesi e campagne
alberi, strade, tratti di mare, traffico di auto e di mezzi
spicchi di cielo e nuvole, uccelli che volano e lontano
colline e lunghe file di alberi che tracciano curve linee
sopra l'orizzonte che appare e scompare come per magia.
E di nuovo una stazione, il treno perde velocità, rallenta
uomini, donne,bambini si preparano a scendere, aspettano
che i vagoni siano fermi del tutto e che si aprano le porte
poi comincia l'uscita, uno dietro l'altro, in fila senza guardarsi
e dall'altra parte si incrociano con quelli in partenza.
Avanti e indietro, indietro e avanti, stazione dopo stazione
quelli che vanno e quelli che vengono senza conoscersi
e senza sapere mai chi hanno avuto vicino
 lungo tutto il viaggio, figure anonime senza volto.
Quanto è durato il tragitto, da quando è partito   
a quando è arrivato?Nessuno lo sa, nessuno vuol sapere.
Il tempo, è stato il tempo necessario e non serve chiedere.
Le stazioni sono tutte uguali, anonime, fredde,senza segnali
e la gente va e viene, sale e prende posto,senza bagagli,
in attesa di scendere quando è giunta a destinazione,
per tutta la vita a cercare una meta,senza sapere il perchè.




mercoledì 7 novembre 2012

INCUBO

Succede, magari dopo aver mangiato qualche peperoncino ripieno ,di quelli che fanno venire le vertigini, di origine controllata; dicevo:succede avere sogni agitati, inquieti, stancanti, e così è accaduto anche a me.
Ero-credo di ricordare- in una specie di panchina di ferro, di quelle di tantissimi anni fa, scomode ma di sapore antico, sistemata sotto un grande albero, tra luci ed ombre ed io ero seduto o forse leggermente di traverso, in una posizione non comoda, tanto da essere costretto a cambiare continuamente posizione. Ogni tanto chiudevo gli occhi, in una specie di dormiveglia  e non appena stavo per essere rapito dal sonno, accadeva sempre qualcosa che mi risvegliava all'improvviso e in un modo quasi violento, fastidioso, irritante.
La prima cosa che ricordo, il primo avvertimento del sonno inquieto è stato il vedere una scena di questo tipo: lo squillare irritante e continuo di un telefono cui
correva a rispondere una bella fanciulla che aveva più o meno le sembianze di una famosa e formosa attrice italiana Sabrina Ferilli e nel mentre lei sollevava la cornetta, passavano davanti ai miei occhi, in fila indiana, tutti i componenti della giunta comunale, dal sindaco Agussi, agli assessori e ad ogni passaggio di uno di loro la godibile Ferilli diceva ad alta voce:" meno di euro, meno di euro, meno di un euro!". Una sofferenza insopportabile!
La seconda invece, forse ancor più allucinante aveva come luogo di svolgimento una grande cucina attrezzata di tutto punto come erano quelle di una volta: pentole di tutti i tipi attaccate alle pareti, padelle e padelloni sparsi ovunque, grande camino acceso sul quale bolliva un immenso caldaio di rame dal quale uscivano vapori, odori e sapori stranissimi. Poi, da questo uscivano all'improvviso due immensi peperoni rossi, dalle sembianze identiche a quelle di due mie care amiche che, procedendo verso di me al ritmo di una notissima musichetta andata di moda questa estate " Il pulcino Pio, il pulcino Pio", mi si avvicinavano imitando con le mani il chiudersi ed il riaprirsi di un becca da papera e davano inizio ad un assalto alla mia persona, in  modo lascivo e provocante, pretendendo che io mi assoggettassi a loro come uno schiavo, senza fermarmi mai.
Terribile!!! Terribile!!!
E l'ultima che è rimasta nel mio ricordo infernale ha coinvolto nell'incubo le tre teste pellegrine+ busti relativi, che sono state sistemate nei giardini della Memo. Certamente io ero seduto in una delle panchine che sono proprio di fronte a quelle capocce e me ne stavo tranquillo a pensare ed a godere del passaggio di giovani e belle fanciulle che mi sorridevano e mi facevano l'occhiolino lasciandomi intendere chissà che cosa. Stavo bene,proprio bene. Poi c'è stato una specie di suono di tromba e allora, su quel segnale, le teste di finto bronzo hanno cominciato a muoversi e poi a cadere e poi...a camminare e mentre andavano si moltiplicavano e da tre diventavano 9,18,27,45,56, e via via sempre di più sempre di più ed invadevano il giardino, Corso Matteotti, il caffè centrale, il Cantinone, la Memo ed ogni testa aveva le sembianze di un personaggio politico fanese, passato, presente e futuro. E cento e mille ed occupavano tutto, e coprivano tutto, e si impossessavano di tutto. E il fiume ha invaso piazza XX settembre, il Teatro.... e ancora...e ancora...
Da suicidio: vi immaginate ( tanto per fare un esempio innocente) un assessore Santorelli moltiplicato per cento?
Na tragedia!!!
Per fortuna è stato solo un terribile sogno, un incubo ma me la sono vista brutta,molto brutta, bruttissima.

OH FANCIULLA...

Oh fanciulla dagli occhi di mare
vieni a mangiare vieni a mangiare
pronti già sono i peperoncini
per affrontar sogni divini
musica dolce, vino rosato
e sopra un ciel tutto stellato.
 Ci  siam già dati l'appuntamento
per darci baci a cento e a cento
ed ogni bacio un peperoncino
che ci darà forza sino al mattino.

Oh pia fanciulla dagli occhi neri
sogno di un sogno di desideri
vieni anche tu al mio banchetto
per degustare ciò che ho già detto:
rossi essi sono come cerase
ma il cioccolato hanno di base
dolce e piccante come sei tu
niente a fermarci potrà mai  più.
Questo è l'invito per la serata
che sarà tutta un'abbuffata
ma io già penso che andrà così:
che a mangiare sarò sol ji! ( alla fanese)



martedì 6 novembre 2012

GEMELLINE AL PEPERONCINO

Dicono, tenendosi su l'una con l'altra:
" Il peperoncino è un mangiar sano/
altro che mangiar vegano
dai! prepara una cenetta/
che veniamo in tutta fretta.

Sono amiche, le conosco da diverso tempo, sono fondamentalmente delle "raccontaballe" ma cosa faccio? Rispondo di no? La pulcina Pio Pio e la cucciolotta Bri Bri
in fondo mi fanno tenerezza, hanno pochi passatempi, sono sempre molto impegnate, hanno un carico di lavoro da far paura, hanno pochissime distrazioni,quasi niente,....e allora...dico di si.
Il mio raccolto di peperoncini campanella sta andando alla grande, ce ne sono per due cene ed anche oltre, mi farà piacere averle a casa mia per uno spuntino a base di questi piccantini bocconcini messicani
Mi do da fare, tengo d'occhio il raccolto, accarezzo i peperoncini uno ad uno sulla pianta per visionare, soppesare, giudicare e nello stesso tempo studio da mattina e sera libroni di cucina italo messicana e italoperuviana per trovare il meglio da offrire come leccornie.
Le due gemelline, Pio Pio e Bri Bri nel contempo fanno promesse, lusinghe, fanno balenare serate al fulmicotone, abbigliamenti sexy, vestimenti da bagordi romani e berlusconiani, insomma da farmi girare letteralmente la testa. Sogno incontri come dico io e come, immagino, dicono loro.  E parlano e parlano e parlano, ad ogni mia sollecitazione a datare in modo preciso l'incontro ( che deve essere assolutamente singolo e cioè una alla volta)rispondono in modo vago, evasivo, fregnaccette che non portano a nulla.
Però ogni volta favoleggiano sull'incontro, si fanno sempre più insistenti, promettono ben oltre il lecito:" noi, qui, noi là, abbiamo già scelto la biancheria, ti facciamo vedere, guarda che roba!" ecc. 
Siccome " a ca' nisciuno è fesso!" come si diceva una volta, io faccio sempre finta di crederci o- meglio- vorrei tanto crederci perchè sono certo che la miscela: peperoncino-musica come si deve- bere sopraffino-grandi capacità del sottoscritto, porterebbe a serate veramente da strafigo.
Ma, ahimè! le conosco troppo bene, soprattutto la pulcina Pio Pio che nel giro di qualche mese mi ha rifilato una serie di bidoni che mi sembrava di essere diventato una raffineria di petrolio. Quindi...cenetta o scherzetto erano e sono state la stessa precisa identica cosa. Il bello è, però, che le due gemelline ancora insistono e favoleggiano di cene penso( e immagino) a questo punto parlando in trance.
Come andrà a finire?
" Dai, cucina il peperone
che verremo al tuo cenone
E' da tempo che aspettiamo
per mangiare un cibo sano
sarà folle, sarà bello
mangeremo anche Marcello.

domenica 4 novembre 2012

CARA AMICA TI SCRIVO...

Cara amica 
ti scrivo perchè ho tante cose da dirti ma preferisco mettere -come si suol dire- nero su bianco piuttosto che parlarne a quattr'occhi con te nel caso in cui dovessi incontrarti una prossima, sfortunata volta.
Dunque ci siamo rivisti al mare, in questa mattinata autunnale per purissimo caso, avendoti io perso di vista da tanti tantissimi anni; da quando, direi più o meno, dopo aver fatto due o tre figli praticamente di fila, hai giustamente abbandonato la nostra " compagnia" per fare la mamma e la sposa.Quindi...parliamo di decenni. Eri una bella, gustosa ragazza, e credo di poter dire-senza essere smentito- che più o meno piacevi a tutti i maschietti del gruppo ma uno solo era stato il privilegiato che è poi stato per sempre tuo fidanzato. Noi, comunque avevamo le nostre e quindi non c'è mai stato conflitto. Abbiamo passato tanto,tanto tempo insieme, mesi e mesi se non addirittura qualche anno. Andavamo d'accordo, eravamo affiatati, tutti simpatici, pieni di voglia di vivere e quindi: pranzi, cene, feste da ballo, cinema, puntate a Pesaro, dischi e musica, giocate alle carte e quanto altro per trascorrere felicemente le giornate di festa perchè, per il resto, tutti avevamo lavoro e quindi...
Bene.
Dunque, camminando per il lungo mare e poi sul moletto di levante, ci veniamo incontro senza rendercene conto. Praticamente solo quando ci troviamo di fronte l'uno all'altro, ci siamo guardati di sfuggita, poi con un pochino più di attenzione e poi-riconoscendoci- ci siamo calorosamente salutati con un bell'abbraccio.
Devo dire, con tutta sincerità che, in definitiva, ti mantieni ancora bene, sei una bella signora, elegante-sportiva( come eri allora), bel sorriso e viso assolutamente non segnato dal tempo. Insomma: tutto ok!. Ci scambiamo i soliti convenevoli,  tuo marito, i tuoi figli, dove abiti, cosa fai, lavori; e tu mi chiedi più o meno le stesse cose: tua figlia, cosa fai, ancora lavori, ancora scrivi nei giornali ecc. Tu rispondi: tuo marito ti ha lasciato da tempo per una più giovane, i figli sono fuori  per lavoro, abiti  a qualche chilometro da Fano, in città vieni raramente, non lavori.Io ti dò le mie risposte e poi, ahimè! tanto per concludere il giro mi viene educatamente di chiederti:" e come stai?". Non l'avessi mai fatto! Era proprio ciò che ti aspettavi da me per trascorrere la mattinata. 
Ti sei piantata bene sui piedi, viso a viso a distanza ravvicinata e aprendo le cascate del Niagara mi hai inchiodato sul terreno del Lido per più di un'ora descrivendomi per filo e per segno con sintomi, disturbi, impicci, medicine, dosi, orari, ricoveri, corse al pronto soccorso, una lunga e tragica sequela di malanni ( alcuni dei quali anche un pò schifosetti) che ti affliggono  da anni.
Ed ogni volta che ho tentato di arginare l'uragano con " ti ricordi quanto ci divertivamo a..." tu hai fatto finta di niente, massacrandomi sino all'ultimo secondo. Ho conosciuto cosi malattie per me sconosciute, sintomi da rabbrividire(  " e non ti dico niente quando ho certi momenti intimi!") medicine africane, alternative, erbario,disgrazie fisiche da medioevo. 
E' stato solo quando, all'improvviso, mancandoti il fiato per qualche attimo, sono riuscito finalmente a scappar via di corsa salutandoti con la mano mentre il colore del tuo viso stava passando dal bianco latte al rosso fuoco per mancanza di ossigeno.
Non mi hai risposto perchè non potevi; ti giuro che non importa ma voglio fartelo sapere con questa mia. 
Cara amica, spero proprio di non incontrarti mai più. Mai più!Ma nel caso dovesse, per disgrazia, succedere ancora, ti prego gira alla larga da me, cambia strada o torna indietro, te ne sarò grato per tutta la vita. Addio!!!

sabato 3 novembre 2012

SCONFORTO, DOVE TI PORTO?

Lo noto e lo avverto: anche tra i miei amici, tra le mie amiche regna ( non tanto stranamente) una vena di sconforto mista a rabbia e rassegnazione. E non credo sia tutta colpa di questo mese, nota e scontata anteprima di un inverno che non sappiamo come sarà ma certamente freddo, nero, e senza quattrini. No! Non è colpa di novembre; eppure non vedo volti allegri in giro, i discorsi sono quasi tutti improntati al pessimismo e a poco serve tirarsi su con qualche paliativo( ognuno ha il suo) perchè tanto, poco dopo, stai peggio di prima. Certo il mondo non se la sta passando troppo bene ( uragani, guerre, miserie, elezioni importanti, scontri e oriente che bolle che una lava infernale) e questo sicuramente sotto certi aspetti condiziona anche la nostra vita in questa Italietta che è da una parte tutto un carnevale di maschere e di pupi e dell'altra una tragedia di ladri e di misfatti che portano ad avere l'umore nero anche quando vorresti essere, per qualche attimo, felice.
C'è sconforto in giro, anche a Fano, in questa cittadina marchigiana che avrebbe potuto avere molto ma che ha, invece, poco o nulla per l'insipienza e la incapacità di molti -presenti e passati-assommate spesso alla tradizionale indifferenza dei fanesi che si fanno sentire solo quando l'impiccio gli arriva proprio davanti alla porta di casa, sennò... 
Le amiche e gli amici non sanno più a che santo rivolgersi, sia per risolvere i problemi di casa e di famiglia, sia per quelli più generali della vita quotidiana e del buon vivere.
Sorvolo sulla situazione di Fano in generale ( strade, buche, servizi, verde, traffico, viale Ruggeri, piste ciclabili, ospedale. ecc.) ma immagino che il pessimismo e l'acredine sia dovuti alla impossibilità di poter in qualche modo incidere personalmente ed intervenire per essere ascoltati e nei limiti del possibile soddisfatti.
Nessuno ti ascolta, nessuno propone e chiede il tuo parere, il tuo consenso o dissenso, nessuno tiene conto della tua necessità e delle necessità della comunità. Solo chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere tra maggioranza e minoranza, tra i partiti che "comandano" e quelli che sperano di comandare la prossima volta. A sentirli sono loro sempre i più bravi, sempre e comunque. E allora perchè Fano é ridotta cosi? La sinistra ha amministrato per tanto tempo, poi è arrivato il fenomeno Aguzzi, ex comunista e poi capo di una lista civica( La tua Fano) cui si sono aggregati berlusconiani, casiniani, Lega si Lega no,  e altro. Dunque: non si venga a predicare, nè da sinistra nè da destra, prego.
Guardiamoci intorno: io parlo dei luoghi che conosco meglio: centro città con negozi che chiudono in continuazione seppure in parte sostituiti ma con merci in vendita assai più modeste e insignificanti; il mercato di piazza con le bancarelle per la quasi totalità in mano extra comunitari, cinesi compresi( che hanno preso anche la gestione di bar, supermercati ecc.), la mostra dell'antiquariato diventata una specie di fiera, dove la metà degli espositori hanno a che fare con l'antiquariato come io con la Fano dei Cesari, isola pedonale percorsa da auto e moto come se i divieti non esistessero, controlli zero, non parliamo poi nella immediata periferia. E via di questo passo.
Insomma è la Fano che conosciamo tutti e che lo sconforto aiuta solo a peggiorare, tenendo anche presente che per migliorare questa situazione- ammesso che avvengano miracoli- ci vorranno decenni.
Ma intanto i palloni volano, lasciando noi nella tristezza e nell'abbandono. Sconforto: dove ti porto?

venerdì 2 novembre 2012

IL GIORNO DEI VIVI

I morti sono con noi, i morti, sono dentro di noi e vicini a noi, i morti non sono morti ( come genericamente si pensa) ma sono solo andati in un'altra dimensione che, per fortuna nostra, noi non conosciamo ma c'è. E sono lì, a guardarci, a seguirci, a penare per noi, a sorridere, a farci coraggio. Se sono persone amate, parenti, di famiglia, magari soffrono anche nel vederci tirare avanti in questo piccolo mondo così meschino ( e che loro conoscono bene), dove arranchiamo, sudiamo, litighiamo, sgomitiamo, ci distruggiamo per arrivare al nulla e che invece noi consideriamo il tutto.
Io non ci credo che con la morte terrena finisce per sempre una storia umana; non ne faccio una questione di religione, di conoscenza, di convinzioni medianiche o di illusioni  di sopravvivenza oltre la materia; non ci credo e basta.
E' per questo che da sempre, da sempre, non ho mai condiviso questa giornata( per convenzione) dedicata ai morti, il due di novembre. Un corri corri in giro per il paese, per la città, a comperare fiori, a pulire vasi e lapidi, a dare una " spolveratina " alle immagini dei cari cosi freddamente ritratti e soprattutto a darsi una bella lavata di coscienza dopo averli dimenticati per 12 mesi. 
Si ritrovano tutti nelle stesse ore e nello stesso luogo a decine, a centinaia, a fare la fila per l'acqua, a buttare i rami secchi e mettere fiori freschi o, meglio ancora, ottime imitazioni in plastica. C'è chi ha anche risolto il problema mettendo direttamente in terra i vasi con le piante, come se fosse il giardinetto di casa. Se non si secca durante le calure estive, riesce buona per tutto l'anno.
C'è anche motivo e occasione per fare bellissime chiacchierate con persone che non si incontrano da tanto tempo, magari addirittura parenti che abitano in paesi diversi. C'è tempo anche per qualche rimpatriata e qualche risatina.
Il sacerdote che dice messa nella cappella del nostro cimitero, oggi si è lamentato pubblicamente dicendo che  ci va sempre meno gente, sempre più distratta, sempre più di fretta. E se lo dice il frate...
Perchè? Molto probabilmente perchè c'è il week end  di festa, tre giorni di fila da utilizzare al massimo; magari andare fuori, fare un viaggetto, una puntatina sulla neve.
Io, che sono nessuno, preferisco andare al cimitero in tutt'altre date, quando me lo sento ma comunque diverse volte l'anno. E ne conosco tanta di gente che la pensa come me. Naturalmente non lo ritengo un obbligo, tutt'altro, proprio per le ragioni che ho detto all'inizio. Ma andare al cimitero credo sia come darsi appuntamento in un luogo conosciuto e quindi incontrarsi con chi, della famiglia, ha lasciato questa terra. Diciamo un incontro un pò più ufficiale, come quando si dice ad un amico" dai ci vediamo in piazza".
Ma sono certo che la loro presenza è costante e continua e non solo il 2 di novembre; anzi! mi piace immaginare che proprio in questo giorno siano loro ad andarsene per trascorrere un bel fine settimana da un'altra parte.