martedì 25 dicembre 2012

NATALE SENZA MIRACOLO

Erano anni che attendeva il miracolo, il miracolo di Natale.
Questa poteva essere finalmente la volta buona; c'erano tutte le premesse e le disponibilità. Non chiedeva molto:trascorrere la notte del 24 dicembre non con la solita, avvizzita, consunta, logorroica ed insopportabile moglie ma con una prosperosa ed ancora tosta, giovane, amabile donna per rifarsi di tanti anni di noia e di carestia.
Ed il miracolo quest'anno era veramente a portata di mano.
Albanese, badante, quarantenne( ma ne dimostrava anche di meno), dalle curve come una pista di formula 1, sorridente,simpatica, perfetta conoscenza della lingua italiana e soprattutto perfetta certezza di ciò che lui-da lei-desiderava.
Ci stava? Ci stava...ci stava...aveva pensato lui;all'inizio qualche parola,qualche scambio,poi sorrisini e sottintesi, e poi ancora caffè al bar, pastarelle, numero di cellulare, telefonatine,messaggini,due o tre regalini dal profumiere,qualche euro per la corriera, alcune ricariche; non sarebbe stato proprio tutto gratis ma, insomma...ci poteva stare.
E lei aveva promesso: la notte del 24 si sarebbe resa libera e l'avrebbe passata con lui. Dove? Lui lo sapeva già.
E sognava e sognava e immaginava e preparava pasticchine rosa e blu( non si sa mai...) e mangiava peperoncino e  ancora sognava. E la moglie? Eheheheheh!!! aveva sistemato anche quello con una scusa che non ammetteva repliche: lui l'avrebbe trascorsa con l'anziana mamma residente in un paese dell'interno urbinate; " forse per l'ultima volta" aveva detto alla moglie tra le(finte)lacrime; e lei aveva abbozzato, non dopo averlo sommerso di chiacchiere e di discorsi assolutamente inutili.
Il miracolo di Natale! Per quanti anni l'aveva aspettato...
Ed ecco giungere il giorno fatale.Non sta più nella pelle, riesce persino a sopportare la consorte, l'accarezza, la bacia sulle guance, fa finta di ascoltarla e le dà sempre ragione,anche questo un miracolo.
E intanto si prepara: doccia profumata, biancheria immacolata comperata alla svendita, pasticchette blu in tasca, soldi, regalino per l'albanese.
Ok! Ci siamo.Saluti a casa e partenza; appuntamento con la prosperosa bambola dell'est alla fermata dell'autobus alle porte della città, verso Gimarra. E' comprensibilmente emozionato: un'avventura coi fiocchi e controfiocchi. Non vede l'ora, sudacchia un po', si spruzza il deodorante a tutta birra.E attende. Attende...attende...attende.
Passa mezz'ora, passa un'ora, ne passano due. Tutto crolla nella sua mente e non solo.Si sgonfia sul sedile dell'auto come un pallone bucato. 
E' disperato ma capisce che non può fare altro: tornare malinconicamente a casa.Vorrebbe suicidarsi. Apre la porta d'ingresso piano piano e va in camera da letto. La moglie, che sapeva di essere sola, era andata a dormire conciata come un pupo di carnevale: crema bianca nel viso, bigodini, sciallino rosa sulle spalle, brutta come non l'aveva mai vista, vecchia ed avvizzita. Fa piano ma lei si sveglia, chiede spiegazioni per quel ritorno, interroga,vuol sapere, lo travolge con una valanga di domande e di chiacchiere, lo annienta. Lui balbetta qualcosa e va in bagno: Si chiude dentro e piange come un bimbo. Si addormenta dopo molto tempo seduto sul water  mentre la moglie russa come un treno.
E il giorno di Natale, con le occhiaie sino ai piedi, è costretto ad andare a spasso sottobraccio alla moglie che parla..parla.E deve anche sorridere mentre ogni due passi dice con la faccia da ebete:" Buon Natale, buon Natale, buon Natale" come i pupi del supermercato.
E anche quest'anno...niente miracolo.

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