venerdì 28 giugno 2013

CONFESSIONE

( è notte, si entra nella chiesa, la foto di cui parlo è già stata scattata).
Posso confessare ai miei amici-che tanto sono pochi e se mi seguono vuol dire che mi conoscono anche, almeno dalla mia pagina e dal blog- che ho le dita che mi prudono, mi fremono, non riescono a stare ferme; vorrebbero battere sui tasti, scrivere, scherzare, buttarla un po' lì, a puttana come si suol dire. Le foto che l'amico Lorenzo mi ha mandato, quelle riguardanti la visita notturna di Sgarbi, sono troppo appetitose, troppo stuzzicanti, troppo provocatorie: hanno tutto il condimento ed il contenuto per provocare in me il gusto dello scherzetto e della battuta. C'è tutto, tutto: come in certi piatti di raffinata cucina, non chiederti cosa c'è quando li mangi, quando li gusti, devi assaporare e basta. C'è il pesce? C'è la cannella? Ci sono le spezie? C'è un retrogusto di pera?
Di fico? Non devi chiederti nulla. Gusta e sogna.
C'è una foto che è una poesia, un tocco di alta pittura, una suonatina d'archi. Davanti al portone della chiesa, quasi all'una di notte, i tre magnifici in posa, il portone spalancato lascia intravedere le magnifiche opere  del Reni, c'è luce all'interno e buio all'esterno; il flash rompe la notte ( e non solo), gli occhi dei tre , per reazione, si aprono quasi in un moto di spavento e di meraviglia nello stesso tempo: Sgarbi, abituato ai paparazzi notturni, è quello che resiste meglio, gli altri due "smorfiano " il viso, tentano di sorridere ma l'operazione non riesce bene,è piuttosto quasi una smorfia di dolore. 
E' già stata dura restare svegli sino a quell'ora, sopportare il critico sarà stato altrettanto difficile. E la foto, devo dire la verità, non è riuscita bene. Se non fosse per il suo contenuto storico, andrebbe distrutta e cancellata immediatamente ma...è troppo preziosa per la storia fanese ed il documento dovrà resistere ai cattivi pensieri ed ai distruttori di prove.
Non è da tutti farsi riprendere vicino al magnifico e dunque...
Che notte, quella notte, mi verrebbe da dire mentre un diavoletto scatenato mi suggerisce nell'orecchio:" anghingò tre civette sul comò..."  ma io non gli do ascolto e chiudo.

Nessun commento:

Posta un commento