giovedì 6 giugno 2013

IL SOGNO,L'INCUBO

Sul finire dell'alba ho fatto un sogno che è rimasto ben impresso nella mia mente e mi sono svegliato quando è finito.
Ero con la mia immagine attuale, per strada, con il mazzo di chiavi di casa in una mano e nell'altra quella dell'auto; mentre sto per attraversare la strada dall'altra parte c'è una vecchia signora che mi fa un cenno, chiamandomi. E' molto anziana distinta e signorile, magra, un pò curva, capelli bianchi coperti da una veletta nera, vestita di scuro come solevano fare una volta, borsetta nera infilata nel braccio. E' sicuramente una persona che conosco e quindi mi sento in dovere di andare verso di lei; da vicino noto che ha i lineamenti di una mia cara amica( che a dire il vero ora non ha neanche cinquant'anni)- trasformati dal tempo ma che lasciano intravedere i segni di una passata bellezza- e si appoggia ad un elegante bastone che non avevo notato. La saluto chiedendole il perchè del richiamo; mi risponde che ha bisogno di aiuto e se per favore l'accompagno sino ad un negozio che è distante  poco più di cinquanta metri. Seppure  con pochissimo tempo a disposizione, le rispondo di sì; lei si avvinghia letteralmente al mio braccio e comincia a camminare, sbattacchiandomi addosso la borsetta che tiene ancora da quel lato mentre con l'altro manovra il bastone. Niente di che, dunque, se non fosse stato che la vecchietta ogni cinque o sei passi trova modo di fermarsi a parlare con qualcuno, o guardare una vetrina; procediamo come due lumache mentre la mia pazienza se ne andava metro dopo metro. E si ferma, e chiacchiera di cose inutili, sembra che conosce tutto il mondo; e sorride e chiede e risponde, avvinghiandosi sempre di più al mio braccio, stringendo forte con le magre dita, facendomi un dolore terribile. Io ho anche le mani occupate dalle chiavi e non so proprio cosa fare, l'unico mio pensiero è quello di liberarmi al più presto di quel tormento. Ma non riesco a trovare una soluzione ed il negozio è ancora lontano; a me sembra quasi alla fine del mondo. Sono convinto che lei lo faccia anche apposta a tormentarmi in quel modo; non ce la faccio più. Sudo, ho le lacrime agli occhi, un dolore terribile al braccio, una rabbia dentro da scoppiare e lei..ride, parla, cammina piano, ferma tutti muovendo il bastone. 
Ho lo sguardo annebbiato e le gambe che non mi reggono più; decido di farla finita, mi rivolgo alla signora e le dico che la pianto lì perchè non ho altro tempo da perdere, che chiedesse a qualche altro di farsi aiutare.
Non l'avessi mai detto! Mi si rivolta contro e con il bastone comincia a picchiarmi come una forsennata. Io scappo e corro via e lei sempre dietro che scarica il bastone sulla mia schiena; e più corro e più lei mi sta dietro. Ma allora... non aveva bisogno di aiuto? E giù a correre senza riuscire a mollarla. 
Per fortuna mi sono svegliato in tempo. Che incubo!
Credo che da oggi guarderò la mia amica- di cui la vecchia aveva le sembianze- se mai la incontrerò, con un pò di sospetto e di timore, con molto timore.
le due vecchiette della foto sono incolpevoli. 

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