lunedì 31 dicembre 2012

BUONA FINE E BUON PRINCIPIO

"Buona fine e buon principio" dicevano tutti, incontrandosi, sorridendo ed offrendo la mano al saluto. Altri tempi, certamente, con cenoni super abbondanti fatti di carne di maiale, salami, salsicce, lenticchia e zampone/ cotechino ( ma i più ci mettevano proprio quello del maiale, una cosa da inorridire, almeno per me). Frutta secca, noci, frutta fresca, vino di casa, castagne arrosto, dolci di mosto ed immancabile tombola già pronta con i fagioli per arrivare alla mezzanotte. Non c'era TV, si stava che era un piacere, al caldo del camino e dei fornelli che durante il giorno andavano a cento, riverberando nei  muri i rossi vivaci delle lingue di fuoco e dei tizzoni ardenti. 
Ultimo dell'anno; i grandi parlavano, parlavano, ridevano, non si  capiva nulla ma i piccoli giocavano tra loro con le costruzioni, i birilli, il piccolo falegname, i burattini. Le donne sfaccendavano ed era tutto un trafficare di pentoloni, di caldai, di immense graticole, di odori che si spandevano per tutta casa ed impregnavano i capelli, i vestiti, tutto. Ma era bello, intimo, familiare; nessuno si sognava di andare a mangiare "fuori", al ristorante o in trattoria che in quella occasione, invece, restavano chiusi per dar modi ai gestori di stare a casa con la famiglia.
Si mangiava molto, bevevano anche di buona misura ma non si sprecava nulla perchè quel che avanzava ( se avanzava) si mangiava ancora nei giorni seguenti fino a che non era sparito tutto. 
Poi i piccoli a letto o a ciondoloni nelle sedie, i grandi a divertirsi con le tombole, con i sottintesi dei numeri  e puntare qualche soldo.
Ma tutto questo, non in tutte le case, c'erano anche le dimore dei ricchi, dei signori del paese. Arrivavano parenti ed amici 
con le grandi auto, parcheggiate ovunque, scendeva gente elegante, signore profumate e cariche di gioielli, signori in scuro, eleganti, ad aprire le porte c'erano i maggiordomi ed a faticare e sudare nelle cucine c'erano i " domestici" ( soprattutto donne)  e le cameriere che servivano a tavola avevano la divisa con il grembiulino bianco e la "crestina" in testa. I toni delle voci erano moderati e contenuti ed i bimbi stavano educatamente a tavola, prigionieri dell'atmosfera.
In alcune case signorili c'era anche il biliardo dove gli uomini giocavano per passare il tempo; le signore si facevano le confidenze o parlavano di questo e di quello.Quasi tutti, però fumavano, dame e cavalieri, prendendo le sigarette da splendidi portasigarette dorati o in argento.
Le auto ripartivano tardi, rombando e svegliando tutto il paese perchè anche i " signori" in quanto  a bere non si risparmiavano, anzi!
Buona fine e buon principio, auguri e calici alzati; poi riprendeva la vita di sempre, per tutti, ricchi e non. 
Queste righe fanno parte dei miei ricordi non dei miei rimpianti; so benissimo che i tempi cambiano, le persone cambiano, la vita cambia, la società è diventata tutt'altra cosa, inimmaginabile anche trent'anni fa. Dunque bisogna-per amore o per forza- camminare con i tempi. 
Buona fine e buon principio si diceva allora, sorridendo e scambiando abbracci; ora c'è il bip bip del cellulare che annuncia l'arrivo del messaggino. Tuttalpiù  una breve telefonata che dura pochi secondi. C'est la vie!!!

domenica 30 dicembre 2012

ANNO NUOVO...NUOVO?

Lo so,alla fine di ogni anno, immancabilmente, facciamo sempre gli stessi discorsi, ascoltiamo sempre le stesse favole, gli stessi bilanci ed i medesimi propositi " positivi" che immancabilmente si smentiscono poche ore dopo.
Non ne possiamo più delle ripetitive trasmissioni televisive,dei servizi di Natale, di fine anno e di capodanno fotocopia, domande stupide dei giornalisti ed ancor più stupide risposte dei poveretti che vengono fermati per strada senza preavviso. Tutti siamo stanchi, tutti siamo pronti a farne a meno eppure ogni fine anno è sempre la stessa tiritera. 
Però, io credo ci sia un piccolo angolo nel quale possiamo rifugiarci per vivere un "nostro" fine anno senza essere disturbati: e questo angolo è dentro di noi. Perchè non possiamo sognare un po'? Perchè  non immaginare per qualche ora,per pochissimi giorni, un futuro diverso, migliore, più umano, più vicino alla nostra natura.
Meno cura all'apparire e più interessi per le idee, per i pensieri, per le normalità che oramai non esistono più.
Ora le normalità sono praticamente pazzie, se lette con semplicità. Cellulari a gogo, gente che parla da sola in ogni angolo delle strade e di ogni età, compresi i ragazzini delle elementari, auto guidate mentre si mandano messaggini, si risponde al telefono, si manovrano tablet ed altri aggeggi di moda, famiglie che camminano in fila indiana con in testa la mamma, poi il babbo, poi i figli, tutti occupati a manovrare macchinette telefoniche o per giochi. Ognuno per sè, a testa bassa, con il brusìo che aumenta sempre di più come se fosse in volo un intero alveare. Tutti chiacchierano e tutti sono costretti ad ascoltare i fatti degli altri. non c'è scampo perchè- purtroppo- sono molti quelli che non parlano al cellulare ma gridano pensando di farsi sentire viva voce.
Come siamo messi male! Non c'è  più niente di umano, stiamo diventando schiavi delle macchine come prevedevano certi film di mezzo secolo fa. Televisori, tom tom, tablet, computer, cellulari, accessori, elettrodomestici robot che fanno tutto da soli; utensili che girano nei pavimenti di casa girando in tutti gli angoli per togliere la polvere e pulire i pavimenti da soli, senza fili e guida umana, ti leggono anche nel pensiero e fanno il loro lavoro prima ancora che tu abbia formulato il proposito. Non riusciamo a stargli dietro ma siamo costretti ad arrancare perchè corriamo il rischio di apparire " fuori tempo". Persino i giochi-passatempo, che andavo piano, con calma, per le lunghe, tanto per ammazzare il tempo, per occupare la giornata: carte, tombola, lotto, ora sono diventati tecnologici, corrono come il vento, ogni quarto d'ora si cambia, si spende, si perde, si ricomincia. I grattini sono milioni e milioni venduti dappertutto, ci inseguono, ci perseguitano, ci vengono incontro, ci fanno sperare e ci fanno puntualmente fessi. Hanno nomi suadenti: miliardario, turista per sempre, festa per tutta la vita, compleanno ma l'unico a guadagnarci è lo Stato che scortica tutti gli italiani senza dare praticamente nulla. Gratti in pochi secondi, non hai neanche l'emozione di capire che già hai perso soldi e speranze. Eppure tutta l'Italia gratta. Anche i politici, anche gli amministratori pubblici grattano...ma in un altro modo, molto più sicuro.
BUON ANNO A TUTTI.

sabato 29 dicembre 2012

PICCOLO PAESE, GRANDI SOGNI

Piccolo paese, piccole strade, piccoli vicoli,
pochi passi per percorrere il corso, pochi minuti
per attraversarlo tutto.
In alto, nelle notti chiare, la luna grande
sembrava ancora più grande, quasi
a poterla sfiorare con le dita.
Immensi i sogni da bambino
fatti di piccole cose impossibili
a seguire nei muri le lucertole
e nei campi i grilli e le farfalle.
Volare, superare i monti,
spingersi verso il cielo 
per toccare le nuvole e scivolare
sui raggi di sole per arrivare al mare.
Andare per mano a spasso con il nonno,
camminando piano, piano
e arrivare in quel muro antico
fatte di bianche pietre  e guardare oltre
per vedere un mondo tutto nuovo,
sollevato in braccio per sgranare gli occhi
e sognare case e paesi lontani
distesi tra verdi colline e prati infiniti.
Piccolo il  paese ma grandi i sogni
che hanno poi preso il volo come farfalle
per andare dove non li avrei più ritrovati.

I PAVONI VAN GRACCHIANDO...

Fanno la ruota i pavoni, mostrando la loro bellezza agli occhi mortali del popolo minuto; si muovono lentamente ad intendere" guardate bene come siamo belli" e si danno ai fotografi, alle telecamere, ai microfoni; il mondo intero deve vedere e sapere...magari non tutto il mondo, magari una parte...magari solo il nostro territorio dove loro sono indiscussi protagonisti del territorio per il bene loro e del nostro territorio.
Girano il capino qua e là, aprono il mantello per suscitare grida di ammirazione; perchè dei pavoni si puo dire tutto: che hanno la testa piccola ed ancor più piccolo il cervello, che vedono solo e soltanto se stessi e null'altro, che sotto quei colori da favola c'è solo il nulla ma... le piume, le piume, i riflessi, le tonalità di quel caledoscopio di immagini sono effettivamente unici. 
Ed i pavoni lo sanno e fanno la ruota, e si gonfiano, e si ammirano da soli, se lo dicono anche " son bello! son bello! son bello! son più bello del bello!" ed incedono con fare regale, avanti e indietro, indietro e avanti. E' uno spettacolo, decisamente unico.
Ed il fine dell'anno è proprio il periodo in cui i pavoni fanno la ruota ancor più volentieri; ecco perchè se ne vedono tanti in giro, ecco perchè siamo costretti a guardarli ed a sentirli. 
E' vero: ci sono purtroppo anche pavoni e pavoncelle che sono un po' più spelacchiati, un pochino meno attrezzati, le penne cadenti ed i colori sbiaditi, insomma un po'" roba pursìa" ma... sempre l'animo del pavone hanno e quindi-abito scolorito a parte- recitano la loro parte come se fossero normali, come gli altri.
Fanno la ruota, alzano le penne al cielo come per sfidarlo:" noi siamo i meglio!!!" dicono, peccato che il verso che esce dalla loro gola non sia proprio gradevolissimo; come dire: sembra quello di un tacchino che ha bevuto troppo. Beh! Non si può avere tutto dalla vita.
Fanno la ruota, fanno scena, fanno spettacolo.
In alcuni paesi marchigiani-saggezza antica- c'è la credenza che non si possono tenere piume di pavone in casa perchè porterebbo sfiga, ma proprio sfiga nera! E verissimo, anche  in Arcevia, dove sono nato, è  così.
Forse i pavoni del nostro territorio non lo sanno e seguitano a fare la ruota ma io sinceramente, per prudenza, consiglierei a tutti di girare alla larga, molto alla larga.

venerdì 28 dicembre 2012

VECCHIE FOTO

Un album di fotografie, tornato alla luce per caso
da un vecchio armadio abbandonato in soffitta
trovato e mostrato da un parente lontano
di passaggio a Fano per Natale.
Scorre nelle immagini la mia vita da fanciullo
e da giovinetto in Arcevia e poi a Fano.
Volti cari di persone care, amici, amiche,
genitori, fratelli, cugini, vicini di casa,compagni
di scuola e di giochi e di vacanze.
Passo dopo passo, immagine dopo immagine
a ripercorrere anni che avevo dimenticato da tempo;
emozionante riconoscere fisionomie e figure,
riconoscere bambini e fanciulle che ora sono
chissà dove, chissà con chi e con quale destino.
Persone cadute nell'oblio, nel silenzio del tempo,
ma molte invece conservate nella mente e nel cuore:
il babbo e la mamma giovani, gli zii giovani anch'essi,
e fratelli, sorelle, e paesaggi e luoghi oramai cambiati
dalla arroganza umana che molto distrugge e poco salva.
E' stato veramente un viaggio a ritroso nel tempo
perchè non è stato ritrovare per caso una foto, due foto,
qualche scatto che non conoscevo ma che poco
aggiunge alla memoria ma un intero album con
decine e decine di immagini. Lo scorrere di un film
che racconta una lunga parte della mia vita.
nella foto: in Arcevia, estate, io sedicenne e poi dietro di me mio fratello e mio zio.

giovedì 27 dicembre 2012

MI CHIEDO...

Mi chiedo, guardandomi intorno,
nell'ombra degli angoli oscuri
dove la luce che aggiorna la notte
non giunge e non se ne accorge
è qui forse il mondo più bello
e più buono e più caro
dove esseri che non hanno
una voce, un nome e uno sguardo
aspettano che il filo segnato a carbone
arrivi dove oltre non osa e non può.
Mi chiedo se coloro che bruciano 
sentimenti, ricordi e passioni
per farsi una pelle diversa
che appaia più ricca di altre
che mordono con grande ferocia
le radici che gli han dato la vita
son davvero più felici degli altri?
Non credo, anzi, son sicuro di no
e la corda che regge quel nulla
presto o tardi si spezzerà 
ed allora saran pianti e lacrime
quando ormai non c'è via di ritorno.

FLASH DI NATALE

Si incontrano lungo Corso Matteotti: amici lui e lei, entrambi con il cane al guinzaglio, taglia media. Si fanno gli auguri e poi parlano subito dei loro "figlioli". Io gli metto sempre il cappottino-dice lei-; anch'io-risponde lui- però quando la temperatura è più fredda gli metto quello pesante, doppio. E' molto delicato. Parlano ancora:" Il mio...." "il tuo"... lui qui, lui là..; poi si salutano.Contenti.

Gruppetti di gente, soprattutto giovani, alla moda, vestiti costosi, belle ragazze, ridono, parlano a voce alta ( forse per farsi sentire); noi andiamo al sole, noi invece andiamo a sciare, noi un saltino a NewYork  ma solo una settimana, noi  a Londra, voglio ricomperare quella roba che ho trovato l'anno scorso...; insomma sono impegnatissimi. Beati loro. Poi di sfuggita accennano ad alcuni films visti al cinema in questi giorni; ridono a crepapelle, "forte!!! Figo!!!Da morire dal ridere!!!" e parlano dei soliti cinepanettoni che sono usciti anche quest'anno per Natale. Schifezze e ovvietà  da sottosviluppati mentali. Quelli di sempre,insomma di cui una persona normale dovrebbe vergognarsi.  Ridono beatamente. E allora si capisce tutto.

Non ho notizie-confesso- della nuotatrice della neve che ogni fa il bagno al Lido di questi tempi. Qualche amico mi segnala di averla vista in acqua; io, purtroppo non ne ho avuto modo, pur frequentando il Lido tutti i giorni. Forse lei si è tuffata in orari diversi. Ammetto: ognuno è libero di fare quel che vuole, io al pensiero comunque inorridisco. Immaginare di entrare in acqua con questo freddo mi fa già venire i brividi. Comunque sono certo di una cosa: se lo ha fatto-o lo farà- lo sapremo sicuramente o dai giornali o dalla TV locale perchè la nuotatrice è un'ottima addetta stampa di se stessa.

Al bar, 26 mattina, sul tardi. Chiacchiere ai tavoli ed al bancone. In attesa che arrivi il sospirato caffè. Due amici, sui quaranta, anche loro in attesa,parlottano delle mangiate pantagrueliche del giorno di Natale. Uno dei due si accalora particolarmente su un fatto e dice ripetutamente all'altro( con qualche parola in dialetto:" ma se tu sai( si riferisce alla moglie) che a me cla roba mi piace molto, perchè me ne "dei" tre o quattro porsioni? Dop el sai che ji me le mangio!!!. Non me le dare! Dammene una sola... En ne pudeva più, me scoppiava la pancia!". Certo la moglie ha sbagliato ma, siccome tu sei grandicello... non potevi fare a meno di mangiarle tutte e quattro?

Anche questa è fatta! Il Natale è passato, i regali sono stati aperti,pochi ma buoni, si è mangiato troppo ma ci pentiamo sempre " dopo", abbiamo fatto magari anche qualche buona azione, abbiamo fatto gli auguri a tutti, abbiamo sopportato la TV nazionale con le sue noie e le sue trasmissioni da scassaballe, insomma anche quest'anno abbiamo fatto la nostra parte. Ora c'è solo da spettare che passi anche il 31 con le sue ovvietà e poi...saremo all'anno nuovo con molti dolori e poche gioie. Pazienza...siamo nati ANCHE per soffrire.
Ultima piccola riflessione: ho soprattutto amiche che sono o vegetariane o vegane. Ma che accidenti avranno mangiato il giorno di Natale? Spiedini di fagioli e ceci alla romana, arrostita di insalata e fritto misto di erba medica?  Boh!...





mercoledì 26 dicembre 2012

LA MESSA DI MEZZANOTTE

Non si poteva mancare, a nessuno sarebbe passato per la mente di rimanere a casa, a nessuno.
Ma in Arcevia, quando ero piccolo, a Natale la neve aveva già da tempo sommerso paese, campagne e colline ed arrivare alla cattedrale di notte, con quel tempo, non era cosa facile, tutt'altro. Il paese è in un cucuzzolo e solo gli abitanti  del piccolo centro avevano il " privilegio" di avere la chiesa vicina e quindi la possibilità di raggiungerla con pochi sacrifici ed un po' di fatica ma per coloro che dovevano venire dalle frazioni vicine risultava una bella faticata, una sudata fuori del comune ed ancor più disagiato il ritorno. Eppure... San Medardo- grande ed importante- la notte di Natale era sempre strapieno di gente. Difficile raccontare quell'atmosfera, soprattutto ricordare, per me. Si faceva tardi, si doveva rimanere svegli ma di solito i bambini venivano lasciati dormire e poi chiamati giusto in tempo. Potevano rimanere a casa, certo, con qualcuno ma a nessuno sarebbe stata chiesta questa rinuncia e dunque...
tutti a San Medardo. Si attraversava il paese con la neve alta, altissima, accumulata ai lati, nelle viuzze principali, da volonterosi spalatori che si rendevano disponibili per quella giornata. Coperti dalla punta dei piedi alla testa con cappotti, sciarpe, cappelli di lana, guanti, scarponi ai piedi, in fila per ripararsi l'un con l'altro; le mamme apprensive a coprirci e stringerci, i babbi a fare strada. Confesso che noi abitavamo abbastanza vicini ed il percorso era breve ma non per questo  più agevole. Gelo in terra, freddo polare, vento. Via via per qualche minuto le strade del paese si animavano e le ombre riempivano i percorsi. Dai vicoli sbucavano amici, parenti conoscenti, sotto la luce fioca delle poche lampade. Si arrivava all'ingresso della cattedrale e si salivano i gradini, coperti da segatura, e poi...il miracolo! All'interno la chiesa era piena di luci, di calore, di colori, di candele e lampade , di sussurri, di profumi e di odori,l'altare per me lontanissimo, e le cappelle laterali, i quadri grandissimi, le panche e le sedie con il nome della famiglia proprietaria scritto in un ovale di ottone attaccato all'inginocchiatoio. 
Saluti, occhiate, chiacchiere a bassa voce, tutti prendevano posto e si sedevano, in attesa che la messa avesse inizio, ufficiata nientemeno che dall'arciprete, l'autorità più alta di Arcevia. 
Quelli che venivano dalle frazioni per arrivare sin lì avevano avuto un bel da fare, questo è certo. Ricordo però questo particolare: che molti di loro ( soprattutto le donne) si portavano un paio di scarpe di ricambio, asciutte, che poi calzavano prima di entrare in chiesa e si toglievano gli scarponi chiodati e bagnati che riponevano nella grandi borse che avevano in braccio, tutte uguali, nere di pelle intrecciata e foderate di stoffa scura.
Poi, iniziava la cerimonia. Sempre carica di fascino e di mistero. Noi piccoli, non resistevamo a lungo e ci addormentavamo sulla panca, appoggiati ai grandi che ci stavano vicini. Non ci si poteva chiedere di più!

martedì 25 dicembre 2012

NATALE SENZA MIRACOLO

Erano anni che attendeva il miracolo, il miracolo di Natale.
Questa poteva essere finalmente la volta buona; c'erano tutte le premesse e le disponibilità. Non chiedeva molto:trascorrere la notte del 24 dicembre non con la solita, avvizzita, consunta, logorroica ed insopportabile moglie ma con una prosperosa ed ancora tosta, giovane, amabile donna per rifarsi di tanti anni di noia e di carestia.
Ed il miracolo quest'anno era veramente a portata di mano.
Albanese, badante, quarantenne( ma ne dimostrava anche di meno), dalle curve come una pista di formula 1, sorridente,simpatica, perfetta conoscenza della lingua italiana e soprattutto perfetta certezza di ciò che lui-da lei-desiderava.
Ci stava? Ci stava...ci stava...aveva pensato lui;all'inizio qualche parola,qualche scambio,poi sorrisini e sottintesi, e poi ancora caffè al bar, pastarelle, numero di cellulare, telefonatine,messaggini,due o tre regalini dal profumiere,qualche euro per la corriera, alcune ricariche; non sarebbe stato proprio tutto gratis ma, insomma...ci poteva stare.
E lei aveva promesso: la notte del 24 si sarebbe resa libera e l'avrebbe passata con lui. Dove? Lui lo sapeva già.
E sognava e sognava e immaginava e preparava pasticchine rosa e blu( non si sa mai...) e mangiava peperoncino e  ancora sognava. E la moglie? Eheheheheh!!! aveva sistemato anche quello con una scusa che non ammetteva repliche: lui l'avrebbe trascorsa con l'anziana mamma residente in un paese dell'interno urbinate; " forse per l'ultima volta" aveva detto alla moglie tra le(finte)lacrime; e lei aveva abbozzato, non dopo averlo sommerso di chiacchiere e di discorsi assolutamente inutili.
Il miracolo di Natale! Per quanti anni l'aveva aspettato...
Ed ecco giungere il giorno fatale.Non sta più nella pelle, riesce persino a sopportare la consorte, l'accarezza, la bacia sulle guance, fa finta di ascoltarla e le dà sempre ragione,anche questo un miracolo.
E intanto si prepara: doccia profumata, biancheria immacolata comperata alla svendita, pasticchette blu in tasca, soldi, regalino per l'albanese.
Ok! Ci siamo.Saluti a casa e partenza; appuntamento con la prosperosa bambola dell'est alla fermata dell'autobus alle porte della città, verso Gimarra. E' comprensibilmente emozionato: un'avventura coi fiocchi e controfiocchi. Non vede l'ora, sudacchia un po', si spruzza il deodorante a tutta birra.E attende. Attende...attende...attende.
Passa mezz'ora, passa un'ora, ne passano due. Tutto crolla nella sua mente e non solo.Si sgonfia sul sedile dell'auto come un pallone bucato. 
E' disperato ma capisce che non può fare altro: tornare malinconicamente a casa.Vorrebbe suicidarsi. Apre la porta d'ingresso piano piano e va in camera da letto. La moglie, che sapeva di essere sola, era andata a dormire conciata come un pupo di carnevale: crema bianca nel viso, bigodini, sciallino rosa sulle spalle, brutta come non l'aveva mai vista, vecchia ed avvizzita. Fa piano ma lei si sveglia, chiede spiegazioni per quel ritorno, interroga,vuol sapere, lo travolge con una valanga di domande e di chiacchiere, lo annienta. Lui balbetta qualcosa e va in bagno: Si chiude dentro e piange come un bimbo. Si addormenta dopo molto tempo seduto sul water  mentre la moglie russa come un treno.
E il giorno di Natale, con le occhiaie sino ai piedi, è costretto ad andare a spasso sottobraccio alla moglie che parla..parla.E deve anche sorridere mentre ogni due passi dice con la faccia da ebete:" Buon Natale, buon Natale, buon Natale" come i pupi del supermercato.
E anche quest'anno...niente miracolo.

domenica 23 dicembre 2012

SENZA RITORNO

Avevo lasciate andare l'amore piano piano,
giorno dopo giorno quasi senza accorgermi,
ma il tuo cuore invece sentiva il cambiamento
e mandava segnali che tu non volevi sentire.
Forse, chissà, perchè...e quando eravamo insieme
il tuo sguardo cercava il mio, interrogandomi.
Io non capivo, io non vedevo, il mio pensiero
volava altrove, sicuro  del tuo affetto .
E l'amore andava, scivolando come sabbia
in una clessidra, granello dopo granello.
Poi tu hai capito e mi hai fatto capire
e non ci siamo più visti, lontani e indifferenti.
Incontrarti adesso , dopo tanti anni
è stato piacevole e parlarti mi ha riportato
in mente immagini e giorni felici.
Al momento di salutarci, tu mi hai sorriso
mi hai guardato negli occhi e mi hai chiesto:
"perchè?" e non hai aggiunto altro.
Anche questa volta non ho risposto
e sono rimasto muto, non sapendo cosa dire.
Adesso anch'io mi chiedo " Perchè?"
Perchè...e non ho ancora trovato risposta.

JINGLE BELLS, JINGLE BELLS...

Non ci saranno i soldi ( forse) ma la gente corre, affolla, ride e sorride, saluta e abbraccia come se fosse un Natale normale, come quelli che abbiamo avuto negli anni passati. Eppure, come dicono i realisti( scambiati per pessimisti) niente sarà più come prima, nel bene e nel male. L'anno nuovo ci aspetta come il gatto fuori la tana del topo: metti fuori la testa... che ti sistemo io!
Nuove tasse già annunciate, crescita zero, disastri ovunque, riforme che non riformano, anzi peggiorano la situazione, sanità che affonda nei debiti e nell'incoscienza, politici che si preoccupano solo di rimanere a galla, costi quel che costi e via di questi passo. Ma io credo che la cosa peggiore per noi comunque saranno le elezioni politiche che ci attendono il prossimo mese di febbraio; elezioni che aprono la pista ad altre che si susseguiranno nei mesi successivi sino a quelle poi del 2014 quando entreranno in pista le elezioni amministrative e regionali e nel bel mezzo la nomina del nuovo presidente della Repubblica che andrà a sostituire Napolitano( non rimpianto da molti).
LE ELEZIONI. Con l'aria che tira saranno feroci, combattute, oppressive e insopportabili. Tutti contro tutti e per peggiorare  la situazione si sono moltiplicati i partiti, i partitini personali, le schegge impazzite di schieramenti più grossi andati in frantumi; scendono in lotta miliardari ( Montezemolo), giudici,  imprenditori, nullafacenti e nullatenenti in cerca di fortuna, mezze calzette diventate famose per un niente, stars del presente e del passato, Santanchè, Noncedichè, persino il giornalista esperto di finanza Giannini ha voluto dire la sua con un partitino appena sfornato. E pensare che fino a due anni fa si parlava di proporre anche nel nostro paese due soli schieramenti.Che favole!!! 
E giù tutti a dire la loro, a favoleggiare di riprese, di cure indolori, di soldi a palate, di riforme miracolose, di novità, di paradisi... insomma le solite balle di sempre. E noi giù a dover subìre questa cascata di cazzate senza poter far nulla per difenderci. Due mesi...due mesi di condanne e di malumori. Ce la faremo?
Intanto gli alberi illuminano strade a case, i presepi sono pronti, i regali pure ma acquistati con parsimonia, la gente va, sorride, saluta e bacia, tanti auguri, tanti auguri, l'atmosfera natalizia non è proprio quella dei bel tempi ma comunque ci si adatta; un cellulare nuovo non si nega a nessuno, un tablet, un televisore 84 pollici 3D, magari un Suv comprato con le cambiali, una vacanza in montagna o nelle isole del sole; ho sentito in TV che quest'anno va anche molto di moda regalare e regalarsi un animale: che sia gatto, che sia cane, che sia coniglietto ( molto richiesti), che sia il maialino nano( che non è Berlusconi, sia chiaro); insomma via, ci sono anche quelli che non si fanno mancare niente. E' Natale! Poi i guai arriveranno con l'anno nuovo ma intanto tiriamo avanti.
L'atmosfera di Natale, si sa, per qualche attimo ci fa vedere la vita più rosa, la giornata più allegra, l'orizzonte più chiaro, è poi che vengono i dolori.
Non voglio rattristare e rattristarmi oltre; prendiamo quel che c'è, finchè dura. Ci penseranno Bersani, Monti, Berlusconi, Di Pietro, Grillo, Casini!!! Casini e non dico altro, Fini, Montezemelo ( lo zero assoluto),Santanchè ( che c'è? che c'é?)Vendola, e giù sino all'indistruttibile Buttiglione e via cantando a rovinarci tutto il resto dell'anno.Unica nota lieta dal sapore sicuramente natalizio: non si ripresenteranno più alle elezioni  Veltroni e Dalema; sicuramente andranno a fare i danni da un'altra parte ma almeno non saranno più in Parlamento. Jingle bell!!!

venerdì 21 dicembre 2012

LA NEVE

Era un leggero, intenso
volare di farfalle bianche
nel silenzio della sera
e della notte.
Alla luce dei lampioni
si vedevano in trasparenza
e noi con il viso
appoggiato al vetro
della finestra
guardavamo muti
quel miracolo 
che avveniva non annunciato
ma atteso 
come un regalo
di Natale.
Tutto diventava bianco
in quella purezza
e non ci stancavamo
mai di sognare
inseguendo nell'aria
quei dolci pensieri
che sapevano
di zucchero e di crema.

giovedì 20 dicembre 2012

NATALE: LIBRI A GO GO

Non è una novità: ogni anno, immancabilmente, nelle festività natalizie escono nelle librerie le " novità" editoriali dell'anno, lasciando chiaramente e malinconicamente intendere che il libro, da noi, è ancora considerato -nudo e crudo-solo un elemento di omaggio festaiolo e non un contributo alle nostre conoscenze. 
Fano, naturalmente, non fa eccezione ed ecco dunque le vetrine dei librai fanesi riempirsi di volumi e volumetti scritti da concittadini o riguardanti cose della nostra città. Il primo, fra tutti, andato sinceramente a ruba è quello fotografico curato da Carlo Moscelli e Sebastiano Cuva "Cara vecchia Fano" bello ed abbordabile nel prezzo. Poi via via, sui banconi dei librai, si sono accodati volumetti scritti in dialetto fanese( e poteva mancare?), e poi libroni costosi su palazzi e residenze patrizie fanesi, poi ancora fotografici ( ma costosi) con riproduzioni di vecchie immagini scattate dal famoso Baviera( che non era fanese), e ancora il fotografo Paolo del Bianco che ha ripubblicato- ampliando di molto il tema del primo uscito qualche anno fa- la storia della Lanterna Azzurra e, tra gli altri, con molta sorpresa da parte mia, un lavoro di Gianni Volpe che parla della presenza dalle nostre parti del famosissimo pugile Carnera( ricco di foto). 
Non voglio fare però l'elenco di tutti perchè rischierei di dimenticare qualcuno; affronto quindi questo argomento in sostanza per due motivi: il primo ( già detto) perchè ritengo che sia ancora una cosa incivile-in un paese ricco come il nostro- che si adoperi i libri solo e quasi esclusivamente come oggetto regalo, il secondo perchè desidero parlare di un volumetto ( che non è in vendita e quindi è fuori dall'elenco)intitolato " Solo per un attimo" che contiene bellissimi pensieri-aforismi di Alba Dolci, moglie del noto artista di gioielli Alberto Giorgi, scomparso prematuramente anni fa. Credo sia il settimo che viene pubblicato e regalato agli amici. 
Ne cito alcuni:" l'orizzonte disturbato da una marea di barche a vela"; " alcune vie di notte profumate dal lavoro dei fornai", "ti ho telefonato dopo dieci anni ma la tua voce è così invecchiata! " ; " fumando i miei pensieri vanno in fumo", "il risveglio di un amico perso"; " il resto è confuso ma rivedo quel campo rosso di papaveri dove raccoglievo lupini e quella pozzanghera piena di girini"; " mi coinvolge quella casa abbandonata consumata dal tempo in armonia con le foglie del fico"; " Le continue trasformazioni di una nuvola illuminata dalla luna"...
Solo alcuni, tanto per farmi capire ma ce ne sono tanti altri.
A me queste "impressioni" quasi fotografiche e nello stesso tempo intime e piene di sentimento, quasi tracciate con segni di matita nell'anima, a me, dicevo, piacciono molto.
Comunque, per Natale, regaliamoci e regaliamo un libro; sarà sempre un passo avanti.

mercoledì 5 dicembre 2012

TERRITORIO NEL MONDO VO CERCANDO...

Territorio nel mondo vo cercando dove gli accadimenti del territorio non siano legati solamente alle genti di questo o di quel territorio ma si muovano liberamente nei grandi territori di coloro che quel territorio ben conoscono nelle loro menti e usano quel territorio per allargare i propri confini e quelli dei territori amici. Che si aprano i confini di tutti i territori, anche quelli mentali, che si lascino transitare i prodotti tipici del territorio e dei territori vicini,vadano i grandi a mangiare a sbafo qualunque cosa il territorio offra e che i cervelli di questo e di quello, di questa e di quella risentano beneficamente degli umori di questo territorio affinchè azoto e ossigeno, acqua e vapore ricoprano come sano concime le radici di tutto il territorio in modo che gli uomini, le genti, sappiano trarre opportunità e opere non più utilizzando gli arti anteriori e posteriori ma finalmente solo quelli superiori ed inferiori.
Quindi, ritornare a camminare eretti come era normale nelle genti del nostro territorio.
Sapranno gli abitanti di questo territorio,sicuramente diversamente intelligenti, trarre sana lezione tramandataci dagli antichi abitanti del territorio? Noi che del territorio non ne possiamo più, speriamo vivamente che il territorio ad un certo punto si apra in due, e la voragine ingoia la speaker e tutti i farisei e tutti gli agusei, e tutti i cicisbei e tutti .... del territorio ai quali o alle quali non venga più data la possibilità di rompere gli zebedei a coloro che nel territorio vogliono vivere in pace.
Poichè alcuni lettori ( forse giustamente) non hanno capito bene il significato di questo giochetto di parole, chiarisco che mi riferisco all'ormai incondizionato uso del termine " territorio" sia da parte dei politici del nostro "territorio" ( sindaci, assessori, presidenti ecc) sia e soprattutto da parte di presentatrici-mezzi busti di TV locali che ne fanno uso ogni  quattro parole che dicono.

martedì 4 dicembre 2012

ASPETTARE

Aspettare,
aspettare
quel momento magico
che non arriva mai
un percorso di ombre
prima della luce
il tuo passo
silenzioso sulla sabbia
e prima di te
arriva il tuo profumo
leggero e fragile
che resta nell'aria
e non svanisce,
i tuoi capelli biondi
riflettono i colori
della luna.
Aspetto
e finalmente 
leggera come
il battito del cuore
sei vicina a me
si sfiorano le mani
e si prendono
 mentre andiamo
i nostri occhi
seguono la linea
dell'orizzonte
segnata da luci
lontane 
e poi ci perdiamo
negli sguardi
che immaginano
sogni.



domenica 2 dicembre 2012

LA BALLATA DEL TEMPO

Vedo,incontrandoti
il tuo viso 
dilaniato dal tempo
i tuoi occhi socchiusi
tra palpebre e rughe
le labbra segnate
di rosso scarlatto
che cede ogni tanto
le gote che coprono
il mento 
e i capelli 
da bambola Barby
che sono in rivolta
cercando una linea
di fuga 
 ben oltre il tuo capo.
Offrendo le  mani
al saluto
riflessi di luce
colpiscono l'occhio
provenienti
da impossibili anelli
coperti di pietre
pesanti e mostruose
bracciali dai toni dorati
e in mezzo le dita
la mano colore
di foglia d'autunno
segnata da solchi
e da vene come
corde di canapa.
Cammini
su impossibili scarpe
coi tacchi alti e fini
e le pietre di strada
sconnesse e impietose
ti rendono il passo
difficile e spesso rischioso.
Non c'è niente di male
ed è tutto normale
pagare l'inevitabile conto
agli anni che corrono
al corpo che cambia
forma e colore
ma tu cerca 
di non dare una mano
 e una spinta
a chi di quest'opera
ha già concluso
il programma.
Però...un dubbio mi sorge
spontaneo:
non è che il tempo
e che gli anni
stanno colpendo
anche me?
Non credo,
son sicuro di no
mi vedo, mi specchio
ho ancora la cera
dei freschi trent'anni
il guizzo negli occhi
da giovin leone
la chioma che va
con il vento
e la forza nel cuore
che non passa mai.
E adesso che sono
già pronto 
per cercare guizzanti
fanciulle al centro città,
vi prego 
aiutatemi un poco
a tirarmi su dalla sedia
e mettere ai piedi
le scarpe
che mi costa
una certa fatica
andar verso terra
piegandomi in due.











sabato 1 dicembre 2012

IL PRATO DEI RICORDI

Passeggiare,ogni tanto, sul prato dei ricordi
e aspirare il profumo di un fiore, dolce
o amaro che sia, per non dimenticare i giorni,
i mesi, gli anni che sono stati la nostra vita.
Come sarà il domani non si sa, ombra o sole
ma quel che è stato è dentro di noi
nella nostra mente, nel nostro cuore
e nulla e niente potrà cancellarlo.
Non è tornare indietro nel tempo
per sollevarci di pesi e fatiche
 che oggi ci opprimono e ci condizionano
non è cercare nel passato ciò che il presente ci nega
 ma è per qualche istante, per qualche attimo
socchiudere gli occhi e sfiorare con le dita
la delicata sensazione di essere già stati
in questo prato ed aver lasciato il segno
di un nostro passaggio che non si cancellerà mai.

I VECCHI TROMBONI

Profumo di elezioni, fame di posti, paura di perdere poltrone e compensi, incubo di dover tornare a casa e magari essere costretti a riprendere un lavoro normale, una vita normale, senza privilegi e senza il "tutto gratis perchè tanto paga Pantalone". Teribileeeeeee!!! direbbe Verdone. E terribile deve essere di sicuro per i nostri vecchi tromboni della politica che all'orizzonte vedono avvicinarsi momenti di fame e di carestia. Magari niente più auto blu, cellulare gratis, si trasferte gratis, compensi doppi, tripli a fine mese ed altre agevolazioni varie. Teribileeeeee!!!
E allora...che si fa? Ma  si fa il riciclo, perbacco! E' la storia perenne del nostro paese, tanto per limitare i tempi, dal dopoguerra ad oggi. Come i giocatori di calcio, quando serve e quando conviene basta cambiare casacca e...oplà!il gioco è fatto. In ogni dove, in ogni luogo, in ogni comunello sperduto del nostro paese questo gioco di prestigio è stato usato, viene usato e verrà usato nei secoli.
E quindi, naturalmente, anche da noi.
Qualche esempio: erano socialisti, poi sono diventati comunisti, poi berlusconiani; erano democristiani,poi sono diventati candide margherite, poi sono andati ad ingrossare le fila dei comunisti, poi sono diventati comunisti di sinistra; erano con Rutelli, con Casini, con Di Pietro, con Fini, con Prodi, con Occhetto, con Dalema, e poi strada facendo, si sono "adattati" alle nuove esigenze, alle nuove possibilità, citando-per scusarsi- il vecchio detto( sempre utile):" stanno fermi solo i paracarri"!. Comodo è?
Eccoli dunque a smanicare, a sgomitare, a cercare posizioni da prendere prima che sia troppo tardi. Il rischio c'è ed è grave: la gente è stanca dei politici che mangiano a nostre spese, dei ladri di stato e non vuole più andare a votare o, sennò, vota per protesta. E adesso? si chiedono i possibili, futuri disoccupati? Fammi vedere cosa c'è nella piazza. Si salta come i grilli, da sinistra a destra, da destra a sinistra, da sinistra al centro, al centro a sinistra e destra, in ogni dove, direbbe qualcuno. C'è lotta,c'è lotta dentro e fuori i partiti, dentro e fuori le istituzioni, dentro le amministrazioni pubbliche: presidenti, assessori, consiglieri, reggimoccoli  e lecca barattoli sono in fermento per aggiudicarsi l'asta, prima che sia troppo tardi.
Con un modo di dire molto elegante, possiamo dire che:" si riposizionano" in vista della prossima, vicina guerra.
Nel PD lo scontro è tra i sostenitori di Bersani e quelli di Renzi; Nel PDL lo scontro è...tutti contro tutti: ex socialisti, ex AN, ex democristiani, ex socialisti, ex repubblicani: come al circo massimo poi via via tutti gli altri che non sanno dove sbattere la testa ma ci provano. 
Per le politiche si vota a marzo 2013: pochissimi mesi, per le amministrative nel 2014, tra un anno e mezzo circa, poca cosa. Quanti consiglieri regionali fanesi e pesaresi avevano sognato di andare in Parlamento: e adesso? 
E quanti sperano e sognano di fare il sindaco, di fare il presidente, di avere una poltrona da mettere sotto il sedere? Tanti, tanti, troppi.
" Si riposizionano": bella questa! 
Saranno in pochi, pochissimi a ridere ed in molti, moltissimi a piangere; il che mi fa molto ma molto piacere.

giovedì 29 novembre 2012

MO VIENE NATALE...NUN TENGO DENARE...

Che tristezza, che malinconia camminare per le strade del centro quasi semivuote, con la gente che procede in fretta e passa senza guardarsi intorno; i negozi vuoti dietro le vetrine illuminatissime e le commesse( se ci sono ma spesso a gestire sono solo i proprietari) con le braccia conserte, mute, piazzate dietro la cassa o a riordinare la merce per la decima volta, cambiando qualcosa in vetrina tanto per ammazzare il tempo. Da qualche parte, nelle lunghe e vuote giornate senza clienti, al computer si gioca persino a burraco o si naviga sul Facebook. Tempi bui, tempi di crisi, si svende più che si vende, l'importante è racimolare soldi per pagare i contributi, gli affitti, i fornitori, i dipendenti. E il Natale che arriva? 
Purtroppo, credo non riserverà sorprese e lo sanno tanto bene i negozianti che hanno tirato la cinghia anche negli addobbi e nelle luminarie." Il minimo, vogliamo il minimo" hanno ripetuto più volte a se stessi ed alle Associazioni di categoria e stanno attenti anche a non spendere un euro in più. 
Non so se è stata una coincidenza ma due settimane fa, quindi più o meno a metà novembre, in una buia serata di pioggerellina insistente e fastidiosa, verso le ore 18/ 18,30, mentre camminavo lungo Corso Matteotti, ho sentito distintamente il suono di una cornamusa. Lì per lì ho pensato di avere le visioni, di sognare ad occhi aperti,  mi aspettavo di veder passare il sindaco Agussi vestito tutto di bianco e con le ali che guidava un branchetto di pecorelle tutte con i visi degli assessori ma poi ho capito che era proprio una nuda e cruda realtà, anche perchè lo zampognaro mi veniva incontro a passo veloce per ripararsi sotto le colonne del Gabuccini.
Che miseria!!! Che delusione...
Sono in crisi persino i simboli storici del Natale: uno solo, poveretto e sfigato, a suonare 50 giorni prima di Natale, aspettando oboli che nessuno avrebbe potuto dargli e nessuno infatti gli ha dato. Ma come siamo ridotti?
Mo' vene Natale... nun tengo denare...diceva una vecchia canzone di qualche decennio fa: beh! cosa è cambiato da allora?Niente, salvo qualche impiccio in più che  ci tiriamo dietro e di cui non siamo più capaci di fare a meno.
Racconto anche questa.
Lui è certamente un figo, molto ben vestito,alto sul metro e ottanta, metro e novanta, elegante, sui 35/ 40 anni, borsa di cuoio antico, lo incontro spesso in città; immagino sia o un dirigente bancario o un manager di qualche bella impresa.Cammina sempre con un cellulare  in mano e l'auricolare attaccato e parla e parla e ascolta, con lo sguardo perennemente puntati sull'apparecchio, quasi a volerselo mangiare con gli occhi. Sta di fatto che l'altro ieri, procedeva lungo via Arco d'Augusto a venti, trenta metri da me, naturalmente attaccato al cellulare, testa bassa. E'  tempo di luminarie e sul lato destro della strada c'era un furgoncino con gli operai che stavano montando i festoni con le lampade. Il figo procede passandogli accanto ma non si accorge che dal  cassone posteriore del mezzo sporge una  parte di una scala  metallica sulla quale va a capocciare con forza. Io ci sarei rimasto! Lui, invece, dopo un attimo di sbandamento e qualche passo da ubriaco ha ripreso tranquillamente la marcia senza staccarsi un attimo dal cellulare. 
Siamo proprio diventati degli zombi senza speranza.

mercoledì 28 novembre 2012

FANTASIE INCOMPIUTE

         NON CI RESTA CHE PIANGERE
Corre veloce il tempo e corrono veloci le novità, le scoperte, le tecnologie; sembrava un miracolo andare sulla luna, viaggiare intorno la terra, e adesso, pagando, ci si va in crociera; le nostre nonne lavavano il bucato a mano, nelle "mastelle", ora le lavatrici lavano asciugano, stirano e se lo chiedi ti mettono anche i vestiti addosso; poi non parliamo dei computers, dei cellulari e altre dieci mila diavolerie che ci aiuteranno anche ma prepotentemente ci hanno anche rimbecillito e atrofizzato il cervello. L'auto parcheggia da sola, ti trova automaticamente il posto dove devi andare e ti ci porta, poi ti scarica, ti da gli ultimi consigli e riparte. L'umanità, naturalmente " becca" compera e spende soldi; la scusa è che non abbiamo tempo e ci sottomettiamo volentieri  alla dittatura delle macchine. L'altro ieri in corso Matteotti: un ragazzino di sette, otto anni, con un aggeggio in mano simile ad un telefonino camminava e giocava, vicino a lui il padre; naturalmente per giocare non guardava dove metteva i piedi e soprattutto non sapeva neanche dove andava; insomma procedeva come uno zombi, di qua, di là, addosso alla gente, contro un muro, tutto; il genitore vicino a lui, tranquillo come una pasqua, non ha mai battuto ciglio, non gli ha mai detto nulla, lo ha lasciato andare come se nulla fosse, per tutto il corso; dando per scontato il suo atteggiamento. Indifferente. Questi sono i bravi genitori.
E giù, ci ingozziamo di tutto purchè sia una novità, anche inutile.Insomma: ce la danno da  bere e noi beviamo.
Questa premessa per dire, seppure nel tempo di questi ultimissini decenni, anche a noi fanesi quante ce ne hanno date da bere e quanto abbiamo ingenuamente bevuto credendo alle promesse, ai progetti, ai proclami che via via nel tempo i politici ci hanno fatto balenare davanti agli occhi e che poi non hanno mai visto la luce se non nei sogni dei bugiardoni di turno.
Vado citando a memoria: grande parco giochi" Fantasy world", Torrette o giù di lì; la " spiaggia d'oro": litorale fanese collegato con tutti i centri balneari dell'Adriatico sino a  Venezia; " il treno dell'allegria": sul binario abbandonato della Fano Urbino un servizio turistico di carrozze con cene, feste e baldorie varie; aereoporto con aerei taxi per andare nei centri vacanzieri dell'altra sponda dell'Adriatico; centro turistico a Carignano con alberghi, campi da golf, centri di bellezza, collegamento monte-mare giornaliero per i vacanzieri; strade sopraelevate per andare dal centro città al mare, con percorsi che superavano la ferrovia ed arrivavano alla sassonia e al Lido; circonvallazioni che liberavano Fano dal traffico e rendevano vivibile il centro; iniziata e mai finita e non si sa bene neanche dove finirà perchè.... il terreno è stato occupato da ville private; porto turistico alla Miami beach: centinaia di yacht attraccati ai moli, miliardari in giro per Fano, dollari a pioggia; poi però abbiamo un porto dove toccano il fondo persino i canotti di gomma e le barche da pesca restano miseramente incagliate.
L'elenco potrebbe essere ancora molto più lungo ma mi fermo qui perchè non serve andare oltre. Oramai siamo pronti a mandare giù tutto, salvo poi prendere un digestivo per rimetterci in sesto.

lunedì 26 novembre 2012

MI RICORDO...MI RICORDO...

Sono passati dieci anni da quel giorno...non sono molti ma sempre dieci anni sono: due lustri che abbiamo vissuto a Fano, sotto l'attenta e amorevole guida amministrativa del genio politico Stefano Aguzzi e di tutti gli altri che insieme a lui hanno avuto il merito ( e questo bisogna dirlo) di vincere per due volte le elezioni amministrative contro un ex colosso( dai piedi d'argilla) come il PD.
Mi ricordo...mi ricordo quel giorno: metà novembre del 2002, convocazioni soprattutto orali, un passa parola, telefonate: conferenza stampa nella sala sotterranea del ristorante X ,via Garibaldi, per assistere alla nascita ufficiale dell'associazione politica culturale " La Tua Fano": ostetriche di lusso lo stesso Stefano Aguzzi ( allora molto ruspante, molto genuino, pane al pane e vino al vino) e l'ex sindaco Enzo Cicetti, prima socialista, poi comunista, poi...protestatario convinto.
La definizione "associazione culturale" fece ridere un pò tutti perchè sapevamo benissimo che in verità dietro c'era solo il disegno politico di vincere le elezioni amministrative che si sarebbero tenute l'anno successivo, ma facemmo finta di crederci e andammo, giornalisti e un pò di pubblico, alla conferenza, accolti benissimo, rinfresco compreso.
Mi ricordo...mi ricordo... che in due o tre di noi giornalisti sapevamo da tempo che cosa si stesse preparando perchè la verità vera ( sfido a smentire) che l'idea della lista civica è nata non a Fano, ma in una cena tra  intimi in quel di Senigallia ( se non ricordo male la città) e che alcuni dei "suggeritori" ufficialmente non sono mai comparsi. 
Mi ricordo...mi ricordo..molte le domande, molte le battute, molti i sorrisi, molti i momenti seri quando i relatori hanno spiegato i motivi della nascita della Tua Fano,le intenzioni, le idee ecc.ecc. Poi saluti e arrivederci e via via per strada scambi di opinioni tra amici e colleghi. Torno a dire che in pochi presero all'inizio sul serio questa novità, sbagliando quindi completamente le previsioni.. Perchè fu proprio la novità della lista civica, appoggiata e diretta da vecchi volponi della politica, che attrasse per tanti motivi, persone e voti. Parecchi infatti aderirono provenendo da partiti tradizionali: socialisti, comunisti, repubblicani, le file si ingrossarono e diventarono un bel gruzzolo di presenze. 
Tanto da vincere in modo convincente le successive elezioni amministrative, portando alla ribalta, per ben dieci anni, l'Obama dei poveri, Stefano Aguzzi ( tutt'ora regnante).
Negli anni le cose sono cambiate: Stefano si è raffinato miracolosamente, si è contornato di assessori che qualche volta ha cacciato via, ha cacciato via anche qualche presidente, gli ha dato il giro, come si suol dire ma al di là di tutto è giusto dire che i SUONATI ( PD , Margherita ed altri soci che avevano prima di lui la maggioranza) in questi dieci anni sono stati assai più scarsi di lui tanto da rimanere a bocca asciutta.
E adesso? Nel 2014 cosa accadrà? NELLE DUE PAGINE SOTTO IL MIO ARTICOLO CON IL COMMENTO SUI RISULTATI DELLE ELEZIONI 2014.