lunedì 7 ottobre 2013

IO LO NACQUI

In una alba tiepida e serena dell'8 di ottobre del...(non importa...),nel giorno di Marte( non so se mi spiego!)mentre nell'aria si diffondeva ancora il profumo della vendemmia, del mosto, del vino novello, in un paesino posto in cima al cucuzzolo del monte Cischiano,in un antico palazzotto di via Ramazzani numero 67, mentre gli uccellini cantavano e mamma Antonietta gridava, veniva alla luce-nello stesso momento magico in cui sorgeva il sole ( eheheh!!!)-uno splendido bimbo dai corti capelli biondi, dagli occhi vispi e dalla intelligenza già ben intuibile, cui veniva qualche giorno dopo posto - nello splendido duomo del paese ( a dieci metri di distanza)- il bellissimo nome di Marcello. A dire il vero babbo Leone aveva scelto Alberto e lo zio Giuseppe aveva indicato Armando ma siccome mamma Antonietta era di carattere forte e battagliero...il pargolo si chiamò come aveva detto lei. Però, per non fare torto a nessuno e poichè allora era obbligatorio all'anagrafe dare tre nomi al nato, nei polverosi registri comunali venne scritto che alle ore ... del giorno 8 ...dell'anno (non importa ) da.... e da ... è nato Marcello, Armando, Alberto.
Dicono le leggende arceviesi, riportate nei libri delle historiae, che pochi minuti dopo la nascita, in quella tiepida alba di ottobre, le piante rifiorirono, le rondini tornarono a volare sui cieli di Rocca Contrada(antico nome di Arcevia), le campane suonarono, il sole sorse veloce per illuminare subito case e campagne, e sopra l'antico palazzotto di via Ramazzani comparvero due angeli che suonavano le trombe e brindavano con ottimo vino locale.
Non ci sono prove certe...
Il vescovo che gli diede il battesimo, mentre cospargeva su di lui l'acqua benedetta gli predisse che sarebbe vissuto in una città di mare e che avrebbe avuto l'arduo compito di far trovare la ragione a quelle genti primitive; indovinò la prima ma sbagliò totalmente la seconda.
Io, dunque, lo nacqui...
 E sono qui.



Nessun commento:

Posta un commento