Quanti film comici abbiamo visto che avevano come protagonista il giorno di ferragosto: Totò, Fabrizi, Walter Chiari, De Filippo, si sono sbizzarriti a narrare e a farci ridere. Evidentemente si presta alle comicità ed agli episodi che strappano risate. Decenni fa le famiglie partivano con il treno popolare o con la corriera, andavano al mare, carichi di pacchi, di roba da mangiare e soprattutto da bere, spiagge popolari, costumi di lana, interi per le donne, fisici da mettere paura, celluliti alla grande, grassi in abbondanza. Sole da svenimenti ( i famosi colpi di sole), pelli rosse come gamberi e spellamenti successivi come anguille pronte per la graticola, pochi ombrelloni ma molti ombrelli( quelli per ripararsi dalla pioggia); tovaglie stese ovunque, anche a Fano,vestiti quasi pesanti, scarpe e calzini. Non mancava il cocomero( ex) fresco; ad essere generosi si acquistava in loco, venduto a fette nei baracchini ambulanti dove c'era il ghiaccio a quintali spezzettato e gocciolante. Ricordo uno degli ultimi rivenditori al Lido, prima che sparissero: sulla bancarella campeggiava questa grande scritta fatta da lui con vernice rossa" CUCCUMERO". Era un personaggio conosciuto, simpatico, amico di tutti.
I bar erano presi d'assalto per bottiglioni di aranciate, limonate, gassose, soprattutto per i giovani, i grandi sgarganellavano vino a tutto andare, tanto che al ritorno, salvo l'autista della corriera, erano quasi tutti ubriachi o alticci.
Le giovani ragazze speravano di incontrare il principe azzurro: i fusti in vacanza . Occhieggiavano a più non posso ma sotto gli occhi vigili e attenti delle madri, delle zie, delle nonne, severissime. Rare le avventure in queste condizioni. Con l'avvento delle radioline a transistor le spiagge sono diventate bolgie umane di un chiasso senza pari : ognuno aveva la sua da sfoggiare e cercava di sovrastare le altre tenendola a tutto volume.Era un giorno di festa popolare, rari a quei tempi. Tutti a godere per 24 ore per poi ritornare a casa malridotti, febbricitanti, rossi e doloranti, addormentati: sia in corriera sia in treno. Ma tutti potevano dire di aver festeggiato il Ferragosto...in attesa di quello dell'anno successivo.
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