mercoledì 8 agosto 2012

VIA DELLA LIBERTA'

Cento , centocinquanta metri di strada bianca e sassosa, dritta, con alberi mingherlini appena piantati ai lati, palazzi dell'Ina Casa a destra ed a sinistra; incroci paralleli uno dietro l'altro come se l'ingegnere che aveva progettato il nuovo quartiere a Fano- Il piano Fanfani- si fosse divertito a sviluppare il progetto su una scacchiera.
Lì andammo ad abitare per molti, molti anni, insieme ad altre decine e decine di famiglie che avevano bisogno e cercavano casa. Per noi, che abitavamo a poche decine di metri dal mare, sembrò di andare a finire " all'inferno"!; " è lontano! andiamo a finire tra i campi! Le strade con i sassi!" , insomma una mezza rivolta di figli  che non capivano. 
Gli edifici sono gli stessi che ci sono ora,nè più nè meno; solo che a via della Libertà ed altre poche che erano sorte all'inizio, se ne affiancarono presto altre ed altre ancora sino a formare il quartiere intero.
Via della Libertà è stata la mia scuola di vita a Fano; lì ho conosciuto amici ed amiche, ho trascorso gli anni della scuola, della fanciullezza e della giovinezza; compagni e compagne di avventura( liti e cagnare e non finire con qualcuno di loro), i primi balli in casa con i genitori che ci lasciavano liberi ma solo per il pomeriggio e poi tornavano all'improvviso per controllare se " ci comportavamo bene".
Ed era vero: i palazzi confinavano con i campi, con il grano, con i filari di viti, con l'erba medica; quanto uva abbiamo rubato inseguiti dai contadini arrabbiatissimi! La prima bicicletta, il primo motorino, un pò di invidia per i coetanei che avevano il padre con l'automobile.
Tempi passati. Ma ci passo spesso in via della Libertà perchè sono rimasto ad abitare più o meno nello stesso quartiere. Ora però ci sono appartamenti in vendita uno dietro l'altro, molte famiglie lasciano per andare altrove; altri perchè lo hanno ereditato e non sanno cosa farne. In questi giorni di calura ho rivisto nei terrazzini persone anziane,sedute che si facevano vento con il ventaglio; come facevano allora. Piccoli ricordi. E sono rimasti gli stessi anche gli oleandri che sono in molti giardinetti. Erano piccoli, allora, adesso sono piante che mettono paura, invadono la strada e le radici hanno spaccato persino i muri di recinzione. Credo non si chiami più neanche Ina Casa, ma è un dettaglio. 
Ci ho vissuto per tantissimi anni e ci ripasso per ricordare e nella mente cerco di ripetere i cognomi di coloro che ci abitavano: Fiori, Apruzzese, Tarsi, Ortolani, Cundari, Bernardini, Nicolini, Tonucci, Spezi, ...
Nella foto: il Lido ai tempi della mia 

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