Una vetrina che fa da specchio
visi di persone che si riflettono
guardano e vanno, mute,
la fanciulla dietro il bancone
annoiata e con lo sguardo assente
il negozio vuoto mette tristezza
neanche il miraggio dei saldi
invita all'acquisto.
Improvvisamente, dalla piazza
arriva il suono di una zampogna
che dovrebbe essere natalizia
ma che forse ha fretta e stringe
i tempi, due mesi prima;
il pastore che suona, coperto
da un giaccone mal ridotto
di pelliccia che sembra pecora
sembra una figurina del presepio;
strapazza lo strumento emettendo
suoni che straziano le orecchie.
Nella litanìa non c'è niente
di natalizio, è solo una cascata
di note che spinge la gente
ad accelerare il passo e fuggire
per non ascoltare quello strazio.
Finalmente lo zampognaro si allontana
diretto chissà dove, e chissà
da dove era venuto.
E' notte ma in piazza ci sono bimbi
che giocano al pallone
mentre le mamme, senza pensiero
sono sedute nei tavoli del bar.
Negozi vuoti, vetrine illuminate,
gente che cammina, chiacchiere
sotto le colonne del vecchio palazzo;
se non fosse stato per la zampogna
sarebbe stato un normale
pomeriggio di novembre.
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