Sulla cima del Monte Cischiano, dove gli antichi popoli hanno costruito il paese più bello del mondo, Arcevia, alle prime luci dell'alba dell'8 ottobre ( tralascio l'anno....) nella casa di via Ramazzani 67 nasceva un bimbetto sgambettante e niente male cui venne messo il bellissimo nome di Marcello. Anzi! A dire il vero si sarebbe dovuto chiamare Armando, poi Alberto ma infine la mamma non ebbe dubbi ed impose quello che porto tuttora.
Nell'immensa, imponente, chiesa di San Medardo è stato poi battezzato, circondato dall'affetto dei genitori e dei tanti parenti arrivati in paese per l'evento.
Il bimbetto era biondo ed i capelli hanno mantenuto per diversi anni quel colore per poi-via via con il passare degli anni-diventare castano chiaro, poi castano scuro, poi scuro con spruzzi di grigio. La polvere del tempo.
Marcellino ha sgambettato in via Ramazzani e vicoli circostanti, ha giocato nel grande terrazzo di pietra che era nella parte posteriore della casa, correva nei corridoi di casa, tirava biglie di legno contro file dei burattini-birilli schierati in terra; una volta aveva anche sbagliato bersaglio ed aveva colpito il vetro di una gigantesca finestra che era caduto in mille pezzi ed un piccola scheggia aveva sfiorato il suo occhio sinistro lasciando una lievissimo solco che ancora oggi esiste e viene immancabilmente segnalato ogni volta che un dottore oculista ha occasione di guardare il mio occhio. Crescendo andava a correre e sudare anche nel grande giardino-parco del paese, giocava a pallone, catturava grilli e farfalle, litigava con gli amichetti e faceva anche a botte. Faceva le elementari e portava il grembiulino nero, il colletto bianco ed il fiocco azzurro. Aveva sempre le dita sporche di inchiostro e la maestra-severissima- qualche volta suonava piccole bacchettate sulle dita, tanto per farsi capire. Maledetta!!!
Marcellino era anche un discoletto e ne combinava ogni tanto. Una volta ha fatto precipitare nella disperazione i suoi genitori che erano stati costretti a portarlo all'ospedale. Il bimbo che giocava per strada, vedendo passare un camioncino che procedeva lentamente, si era attaccato nella parte posteriore salendovi sopra, convinto che si sarebbe fermato qualche metro dopo. Non era stato così! Il camioncino aveva preso velocità ed aveva preso la strada d'uscita dal paese. Che poteva fare Marcellino a quel punto? Si era lasciato cadere sulla strada. Che dolore!!!!! Tra ferite, ginocchia insanguinate, acciacchi in tutte le parti del corpo.
Ma il bimbo era anche affascinato dalla figura della befana. Discolo sino al 31 dicembre, diventava buonissimo per una settimana, in attesa dei regali portati dalla vecchia. Era tanto buono che su suggerimento dei genitori, preparava da solo una tavola apparecchiata con posate, tazza e latte perchè potesse scaldarsi e sfamarsi dopo aver lasciato i doni ( naturalmente).
Poi è diventato un pò più grandicello, ha lasciato Arcevia ed è andato ad abitare a Fano. Ma questa è un'altra storia.
Nella foto una classe elementare ( che non è la mia)
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